Più soffri più ti paralizzi. È stato dimostrato nei cani di Pavlov.
Più
sono forti e costanti gli abusi, le umiliazioni, le manipolazioni e più la
vittima si sottomette, diventa docile, non reagisce e anzi fa di tutto per
compiacere al carnefice. Paradossale ma assolutamente normale. Più si subisce,
si è tristi e non fa nulla per cambiare la situazione. Il
paradosso è che anche persone di grande valore non fanno nulla, entrano come in
una sorta di ipnosi e non fanno nulla per reagire davanti ad una situazione che
li fa stare molto molto male.
Per
uscire devi reagire, devi tornare a prendere in mano la tua vita e avere
speranza nel futuro. È
la cosa più assurda. Cioè si rimane legati in modo incredibile ad una relazione
tossica che fa soffrire, che ci danneggia. Sembra che questa relazione tossica
sia l’unico modo per non sentire un dolore interno. L’intensità
emotiva di questo rapporto non è passione ma solo o quasi solamente dolore,
abuso, manipolazione, sofferenza.
Questo
vincolo nasce da una IPERATTIVAZIONE
NEUROLOGICA della fase iniziale nella quale tutto era perfetto e ci
sembrava di aver incontrato l’anima gemella. Questa fase da un piacere tale che
è come se diventassimo drogati.
Tra
le altre cose spesso nella vita della vittima ci sono altre situazioni simili
di abuso, manipolazione, sofferenza che le rendono quasi delle marionette di
fronte allo psicopatico.
Cioè
il vincolo traumatico si fonda spesso sul fatto che la vittima nella sua
infanzia ha subito maltrattamenti, abusi, o non è stato adeguatamente visto,
riconosciuto, amato dalle figure di riferimento. Per questo ha introiettato un
falso concetto di amore distorto e non sa distinguere tra amore vero e abuso,
maltrattamento, manipolazione.
Questi
abusi portano ad una trasformazione neurologica nella vittima e questo danno
emozionale è molto pericoloso.