Il narcisista, in modo
particolare nelle relazioni sentimentali, è freddo, distante, sprezzante,
irritabile, grandioso, arrogante, mostra scarsa o nulla empatia. Oppure si pone
come vittima. In alcuni casi, ma non sempre, è anche crudele e in questo caso lo
possiamo chiamare psicopatico o narcisista maligno. Però i narcisisti oscillano
tra diversi stati della mente, tra questi i principali sono due. Rabbia e senso
di vuoto.
La rabbia è uno stato di costante
irritabilità, di una difficoltà a regolare l’umore, il tentativo di realizzare
qualcosa o di meritare qualcosa che però non si riesce a raggiungere se non
sporadicamente perché qualcuno o qualcosa mette sempre i bastoni tra le ruote.
È una rabbia primitiva, profonda, insanabile. È sempre presente per cui può in
ogni momento esplodere, anche se spesso viene tenuta congelata dalle maschere.
Il senso di vuoto, l’apatia, la
sensazione che la vita senza una sfida o una competizione non abbia senso, che
i tempi migliori siano già passati o che ancora la salvezza e il trionfo
debbano arrivare. Una sostanziale cronica insoddisfazione per ciò che si ha, unita
ad una radicata incapacità di godersi davvero la vita in modo durevole e
profondo. Non producono energia vitale in modo autonomo, devono sempre e
comunque ottenere l’approvazione dagli altri, le gratificazioni dall’esterno, o
devono provare il loro valore tramite potere e controllo.
Solo dopo questi due sentimenti,
troviamo la grandiosità e la paura di essere scoperti e quindi di sperimentare
(o meglio ri-sperimentare) umiliazione e vergogna. Il senso di superiorità è un
meccanismo difensivo che trova la sua arma principale del disprezzo per gli
altri e in una gloriosa autoesaltazione che non sempre trova riscontro nella
realtà. Il terrore vero e proprio però sta nell’essere scoperti da chi può
arrivare a comprendere, che dietro a tutte le maschere, c’è una persona senza alcun valore e
che tutto è solamente un bluff. Sarebbe per loro una sofferenza intollerabile che riaprirebbe dei vissuti insopportabili, paragonali alla
morte.
Nessun commento:
Posta un commento