martedì 14 novembre 2017

Il legame tra Vittima - Carnefice - Salvatore


Tu non riesci proprio a lasciarmi andare, vero? Ecco cosa succede quando una forza inarrestabile incontra un oggetto inamovibile… Tu non mi uccidi per un malriposto ipocrita moralismo. E io non ti ucciderò perché sei troppo divertente. Credo che io e te siamo destinati a lottare per sempre”.
 
Così Joker si rivolge a Batman che lo tiene appeso a testa in giù sull’abisso. In quel momento Batman lo domina, ha potere di vita e di morte, ma le parole di Joker sono sagge: hanno bisogno l’uno dell’altro, incubo e succube, dominato e dominatore. Il filo che lega  schiavo e padrone è noto da tempo immemorabile. Il padrone, certo, teme il sottomesso, ma solo se crede che abbia i mezzi per detronizzarlo; se si sente sicuro continua a comandare con naturalezza. Diventa fondamentale addentrarsi all’interno delle dinamiche, consce e inconsce, che legano i poli di questo legame perverso, e a cosa porta all’interno di una relazione a trovarsi catturati da questa ossessiva messinscena.
 
La prima motivazione nasce dal trauma. Chi è stato vittima di maltrattamenti fisici o psicologici, tende a riprodurre nella vita adulta il copione, ciò che cambia è solo il ruolo che sceglie di interpretare: vittima, salvatore, carnefice. Sono stati vittima, alla mercé di un persecutore ed erano alla disperata ricerca di un salvatore onnipotente. Succede se i genitori ti picchiano, violentano, ti trascurano fino al punto della non-esistenza. I tre ruoli si stampano nella mente del bambino e diventano la chiave che, da adulto, utilizzerà per decidere cosa aspettarsi dalle relazioni.
 
Ci amiamo? Allora chi sei per me: salvatore o persecutore? Un paradosso: cercare la liberazione nel proprio carceriere, avere bisogno delle chiavi che ci liberino e chiederle proprio a chi ti fa soffrire. Ma attenzione, la mente gioca scherzi strani. Quel bambino non impara solamente a essere vittima. Sperimentando giorno dopo giorno una relazione d’abuso, impara che il mondo è fatto di chi infligge dolore e chi lo subisce e sviluppa la fantasia che arrivi il Cavaliere Oscuro che protegge e riscatta. Da adulto il ruolo in cui ricadrà con più facilità, in piena coscienza, sarà quello di vittima. Ma automaticamente, senza premeditazione, ribalterà con tocco magico i ruoli. La donna maltrattata, pur pensandosi colei che subisce, troverà il modo di vessare l’altro.
 
C’è un’altra strada che porta al continuo scambio dei ruoli tra servo e padrone. Nasce direttamente dai rapporti di potere. Se immaginiamo un genitore tirannico e allo stesso tempo assente e inadeguato, che fa la morale e biasima ad ogni gesto spontaneo. È possibile che il bambino cresca in preda ad una frustrazione cronica, ma incapace di reagire, ribellarsi e mandare al diavolo qualcuno per seguire la sua strada. Nelle relazioni adulte cadrà più facilmente tra le mani di un prepotente e il suo comportamento sarà sottomesso. In fondo al cuore però, la voglia di resistere non si spegne mai, solo la si può mettete in atto attraverso una sequela di rifiuti, dimenticanze, sottili sabotaggi, velate critiche mai ammesse apertamente. Oppure si diventa un aguzzino in piena regola con tutte le sue maledette caratteristiche aggressive e compensative. In entrambi i casi, vittima e carnefice, l’unica strada proibita è quella della liberazione. È per questo che non ci si lascia. L’uno attore del teatro dell’altro, vittima, carnefice e salvatore e chi apparirà al prossimo giro della slot machine...

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