Se
l’altra persona non esiste come soggetto reale, se non ha vita propria, se non
ha sentimenti autonomi, se è visto solo come un oggetto da usare e sfruttare,
appare chiaro come in qualsiasi momento il narcisista psicopatico possa
ritenere di poter tornare, ripartire dall'inizio, riaccendere le emozioni già
provare (non ha sentimenti), iniziare da capo il ciclo infernale. Per lui ogni
frequentazione è un’occasione per provare alcune sensazioni, per tornare a
riutilizzare quella fonte di rifornimento narcisistico, per cui ogni volta che
lo si incontra nuovamente tutto può essere riaperto come se nulla fosse mai
successo. Anzi si stupisce pazzescamente che l’altro possa provare rancore,
rabbia, e non sia sempre e comunque disponibile. Lui, che non sente nulla, ci mette un
attimo per azzerare tutto e tornare esattamente al punto di prima.
E
per questo sfrutta tutta la sua capacità di sedurre, manipolare, ingannare per far
credere di essere cambiato e di aver capito. Con le sue doti camaleontiche vuol far credere che col tempo sia maturato e che in futuro le cose possano andare in modo diverso. Del resto spesso è proprio ciò che la vittima sogna per
lungo tempo. Incurante del dolore che procura e privo di ogni tipo di senso di
colpa, per un narcisista psicopatico la porta di una relazione non si chiude mai, rimane
sempre socchiusa, a vita. E può essere lui a riaprirla ogni volta che lo
desidera, per necessità o semplice sfizio. Per le persone normali il distacco e la separazione sono fonte di
dolore proprio perché prima c’è stato amore e legame. Per i soggetti tossici
non c’è stato mai vero amore, per cui tutto può finire e ricominciare in ogni
momento.
Vero
è anche il fastidio e la rabbia che prova un narcisista psicopatico nel
riscontrare che una sua ex vittima sta bene, vive bene, si è ripresa ancora
meglio di prima e magari ha un nuovo rapporto gratificante. In questo caso gli
viene spontaneo evitare gli incontri scomodi dove potrebbe trovarsi in forte
imbarazzo, difficoltà e in posizione di inferiorità, cosa che odia. La sua prerogativa principale è invece il tira e molla in una relazione
che prosegue nel tempo tra alti e bassi continui. In questo caso si sente
potente e detta i tempi, quasi fosse un suo diritto, quasi l’altro fosse un
oggetto di sua proprietà.
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