Il mondo si divide tra esseri
viventi e disumani, hanno le stesse sembianze fisiche ma dentro sono totalmente
diversi. I primi sono le persone normali dotate di sentimenti ed empatia, nonché
di pregi e difetti. I secondi sono chiamati in vario modo (psicopatici,
narcisisti maligni, narcisisti, borderline, soggetti tossici, vampiri emotivi)
ma non hanno sentimenti ed empatia, o ne hanno in quantità non sufficiente per
essere considerati umani per cui sono simili a predatori della specie umana o a
robot. Tra i primi e i secondi cambia radicalmente il modo di ragionare, sentire e
vivere. Sia chiaro, anche le persone normali hanno parti animalesche e tratti
narcisistici, ma mai in quantità predominante e pervasiva dell’intera
personalità. Per capirci, alcuni sono animali al 100%, altri all’80%, altri
ancora al 50%, ma la componente animalesca nelle persone normali non può mai
superare il 50%.
Anche le persone normali però hanno
tratti narcisistici perché ogni bambino ha incontrato la sofferenza emotiva, l'umiliazione, il rifiuto, il non rispetto, l’abuso di potere, o
direttamente nei suoi confronti o praticato
intorno a sé. In più la società
genera altri tratti narcisistici in base alle convenzioni e ai valori condivisi. Ciò che varia nelle persone
è solo la dimensione e l’intensità del fenomeno. In alcuni le parti malate si
cronicizzano e condizionano l’intera personalità, che diventa patologica. In
altri le parti malate possono convivere con quelle sane che comunque non
vengono totalmente sopraffatte dalle prime. In altre parole alcuni rimangono
essere viventi, altri diventano come leoni della savana che vivono per
conquistare un regno, che sbranano i cuccioli del branco figli di altri padri,
e le gazzelle indifese, e i piccoli bufali non abbastanza forti per opporre
resistenza, eppure sono fascinosi, belli, potenti.
I tratti narcisistici nelle
persone sono sempre esistiti dalla preistoria ad oggi, così come i disumani da
sempre popolano la terra mimetizzati nella routine quotidiana o ricoprendo
ruoli cruciali all'interno della comunità. Nella società dell’immagine e dei consumi, la danza narcisista
si è resa solo più evidente e palesata in modo esponenziale grazie al
dilagare dei moderni strumenti di comunicazione. Il male, l’aggressività, la
prevaricazione così come la ricerca di potere e controllo a discapito di tutto e
tutti sono però sempre esistiti.
Se guardiamo la superficie del
narcisismo vediamo l’arroganza e la prepotenza verso gli altri. Se guardiamo in
profondità, attraverso gli occhi dell’anima, vediamo che chi lo pratica è prepotente
in primo luogo nei confronti di se stesso, nei confronti delle proprie parti
tenere e dei propri sentimenti più intimi. Il flusso dei
sentimenti profondi è impedito e imprigionato come in un carcere. Nei casi più
gravi la persona si separa da se stessa, alienandosi da sé, e perde vita interiore. Chi del narcisista vede solo la
superficie, lo giudica sentendosi nel giusto. Ma chi pratica il narcisismo disprezza
i sentimenti degli altri perché disprezza i suoi stessi sentimenti, quelli
autentici, quei sentimenti che lo portano a ricontattare il dolore e la
depressione originaria. Da quei sentimenti si è distaccato, scegliendo la via demoniaca
dell’alienazione.
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