Relazioni d’amore che dopo una
fase iniziale di felicità si trasformano in un campo di battaglia. Diventano prigioni psicologiche ed esistenziali soprattutto per il partner
sottomesso. La vittima per quanto abbia chiaro ed evidente il martirio a cui si
sottopone, nonché gli aspetti orribili e odiosi del suo predatore, non se va,
non vede vie di uscita, resta ad amare il suo tormentatore. Difficile capire
questo atteggiamento, individuarne il perché. Ecco alcune motivazioni che possono
essere uno spunto di riflessione
La reazione chimica.
Il narcisista psicopatico crea
con la vittima un legame molto intenso grazie al suo magnetismo e alla sua
abilità di addestrare la
mente. Inoltre crea delle reazioni chimiche nel cervello
del tutto simili ad una potente droga da cui deriva una vera e propria dipendenza con tanto di crisi d'astinenza.
Una profonda dipendenza da cui risulta difficile uscirne.
Negazione e dissonanza cognitiva.
La vittima rifiuta la realtà, non
accetta di essere incappata nel male assoluto. Rifiuta l'idea che tutto ciò che ha vissuto era un
sogno e niente più. Nega con tutta se stessa un dolore intollerabile dopo la
meravigliosa fase iniziale. E la negazione è legata alla dissonanza cognitiva
che porta a scartare tutte le esperienze orribili per rimanere ancora ai soli ricordi belli anche se finti.
Vendetta inconscia verso genitori inadeguati.
Persone con spiccati tratti
depressivi possono inconsciamente vendicarsi verso i proprio genitori
anaffettivi, inadeguati, essenti o distanti emotivamente sabotando ogni loro
possibilità di benessere e successo nella vita. Fallimenti, malattie,
difficoltà create ad arte e ripetute nel tempo.
Dipendenza affettiva.
Molto spesso le relazioni malsane
risultano essere l’incontro di due comportamenti patologici, da una parte
abbiamo un narcisista psicopatico e dall’altra un dipendente affettivo.
L’incastro malsano è potentissimo, quasi indistruttibile.
Coazione a ripetere.
Senza averne la consapevolezza si
cercano e ripetono gli stessi traumi infantili, si instaurano sempre le stesse
relazioni malate anche in età adulta per rivivere le stesse dinamiche
infantili. Vengono ripetuti inconsciamente più e più volte gli stessi errori e
ricostruite le stesse situazioni come se la vittima volesse tornare sulla scena
del delitto nella speranza di cambiare il corso delle esperienze emotive. La realtà è che invece di sanare le ferite si finisce per aumentarle e per stare peggio di prima.
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