Questo è un tema molto interessante e complesso
che richiederebbe un enorme approfondimento. In molte relazioni tossiche si
creano due ruoli fissi, la vittima e il carnefice che vivono una sorta di
simbiosi malata dove c’è solo la ricerca di qualcuno da possedere e da cui
farsi possedere.
Immersi nel ruolo si perde il piacere di stare insieme con un clima di
aggressività, malessere, conflittualità che però sembra essere funzionale ed accettato da
entrambi. Abbiamo un partner che manipola ed afferma il potere su un’altra
persona che però a sua volte si rende succube a causa di un attaccamento
amoroso che da sano diventa disturbato.
Risulta quasi immediato comprendere come il carnefice che detiene il potere abbia tutto l’interessa a mantenere una relazione sbilanciata a sua favore. Molto meno immediato risulta comprendere perché la vittima, pur subendo enormi maltrattamenti e soffrendo tantissimo, non scappi a gambe levate, non se ne vada, non cerchi altrove una relazione più soddisfacente. Assistiamo anzi, il più delle volte, ad un comportamento opposto e del tutto lontano dalla ricerca del benessere. Più soffre più ama, più viene maltrattata più aumenta il desiderio verso il suo carnefice.
Risulta quasi immediato comprendere come il carnefice che detiene il potere abbia tutto l’interessa a mantenere una relazione sbilanciata a sua favore. Molto meno immediato risulta comprendere perché la vittima, pur subendo enormi maltrattamenti e soffrendo tantissimo, non scappi a gambe levate, non se ne vada, non cerchi altrove una relazione più soddisfacente. Assistiamo anzi, il più delle volte, ad un comportamento opposto e del tutto lontano dalla ricerca del benessere. Più soffre più ama, più viene maltrattata più aumenta il desiderio verso il suo carnefice.
In altre parole il mistero rimane rispetto al bisogno di rimanere sottomessi ad un partner abusante e ad un rapporto insoddisfacente eppure irrinunciabile. Come se la vittima fosse sotto una sorta di incantesimo che la porta a tenere avvinghiato a sé una persona da cui non solo non riceve amore, ma addirittura frustrazione e delusione quasi costante.
Ovviamente non esiste una motivazione unica, una riposta universale. Ogni persona è un insieme complesso di tratti caratteriali, atteggiamenti, schemi di comportamento, e vissuti diversi che si intrecciano tra loro. La risposta è complessa, articolata come la personalità di ogni vittima. Possiamo però avanzare alcune ipotesi che stimolino riflessioni sulle possibili motivazioni di un comportamento così autodistruttivo.
Deve essere chiarissimo a tutti però che nessuna persona al mondo, aldilà di ogni valutazione, merita una maltrattamento emotivo (e in alcuni casi anche fisico) come quello a cui si è sottoposti in una relazione con un narcisista psicopatico. Nessun difetto, nessun comportamento giustifica il carnefice. Qualsiasi atteggiamento conscio e inconsci, connivente e malsano della vittima la rende meritevole di cattiveria e sadismo.
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