martedì 25 luglio 2017

MANIPOLATORE E MANIPOLATO nel rapporto col narcisista psicopatico



A tutti capita di avere a che fare con qualcuno che cerca di convincerci o manipolarci, in modo più o meno esplicito, più o meno in malafede. Il partner, un collega, un amico, un parente, un amico, un venditore ostinato. Ma tra convincere e manipolare c’è una enorme differenza. Manipolare significa mettere in atto delle strategia occulte per condizionare il comportamento o per costringere a cambiare idea. Per fortuna si parla sempre di più di un tema sottovalutato come la manipolazione affettiva e i danni che questa è in grado di provocare.
 
L’attenzione viene perlopiù posta sul soggetto tossico che la mette in atto, mentre viene spesso trascurato il contributo del soggetto che subisce. Dove c’è un manipolatore, c’è chi si fa manipolare. È una danza a cui partecipano sempre due persone. Quasi mai si riesce a cambiare il comportamento del manipolatore. Invece, si può fare tantissimo per cambiare radicalmente il comportamento di chi viene manipolato. Il primo passo è quello della consapevolezza, del prendere coscienza degli abusi a cui si viene sottoposti in modo sistematico, premeditato, deliberato. Solo così può sperare di uscire dalla rete in cui si è intrappolati.
 
La banalità è che: si può uscire dalla manipolazione non appena si smette di farsi manipolare. Cosa facile da dire, molto più difficile da mettere in atto anche perché la vittima subisce un lungo addestramento che la rende debole, fragile, impaurita, e la sua autostima è viene fortemente erosa. Perdipiù, più è pervasiva la manipolazione e più il carnefice si rafforza nella sua posizione di potere, mentre la vittima diventa ancora più debole e manipolabile. È un circolo vizioso che si autoalimenta. Di nuovo non è facile, ma è semplice: si può smettere di cercare di vincere le discussioni, di cercare di cambiare il carnefice, evitare di dare potere e valore alla sua aggressività, provare a essere fermi e assertivi il più possibile. Basta disimpegnarsi nel rapporto mettendo un’importante distanza emotiva col partner abusante.
 
Una persona si fa manipolare, consapevolmente o meno, quando cerca di trovare un accordo o l'approvazione, con un manipolatore, oppure prova a convincerlo di qualcosa o a cambiare il suo comportamento. In altre parole necessità della sua approvazione per stare bene, chiede amore a chi non vuole e non sa darne se non per interesse. È come spiegare una barzelletta a chi non ride. Triste, inutile, assolutamente da evitare. La cosa assurda è che alla fine, sono le vittime a cambiare per trovare un accordo, per assecondare il partner nonostante i maltrattamenti psicologici.
 
Il manipolatore ha un’arma micidiale dalla sua parte. La vittima pensa che un’eventuale rottura del rapporto sia l’apocalisse emotiva. È terrorizzata all’idea e le sembra di morire al solo pensiero che questo si possa verificare. Alla base c’è lo straordinario potere esercitato da continue strategie manipolatorie che hanno reso la vittima chiava emotivamente. Ma di sicuro, c’è anche una profonda ferita non elaborata. Addestramento più paura dell’abbandono e della solitudine sono il mix letale per chi viene manipolato. E alla fine la vittima si convince pure che il suo aguzzino ha ragione. Ma più è consenziente e più il manipolatore alza la posta in un perverso gioco al massacro. Frasi sarcastiche, critiche, urla, offese, abusi nascosti diventano il pane quotidiano da evitare a tutti i costi per evitare il dolore più grande dell’abbandono. Il manipolatore è esperto nell’usare tutte le frecce al suo arco:
- usa il gaslighting;
- fa leva sulle peggiori paure dell’altro;
- minaccia l’abbandono;
- sottopone a costanti confronti con altri;
- mette in evidenza i difetti tralasciando i propri;
- creare un clima di insopportabile tensione costante;
- riduce la propria disponibilità per essere assecondato;
- fa scenate o sparisce per qualche tempo;
- usa abilmente il ricatto sessuale, economico, sociale;
- mente e si spaccia come vittima;
- triangola e flirta perennemente;
- sparge pettegolezzi velenosi e mutevoli;
- proietta sull’altro le sue peggiori emozioni;
- ha grandi sbalzi di umore che disorientano;
- usa la tattica del silenzio e del rinforzo intermittente.

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