Comprendere le dinamiche di ciò
che accede e accattarlo, è un passo imprescindibile per la guarigione di una vittima imprigionata in un rapporto tossico. In particolare porrei l’attenzione
sull’accettazione. La vita è come è, non come la vorremmo. Lottare
contro la realtà è sbagliato, e quantomeno inutile. Molto meglio concentrarsi su
se stessi e su ciò su cui davvero si può incidere, a partire dal nostro
comportamento. Accettare non significa tollerare o rassegnarsi a qualcuno o
qualcosa. Accettare vuol dire abbracciare la vita, non soltanto sopportarla.
Accettare significa letteralmente “prendi ciò che ti viene offerto”. Non è
sinonimo di rinuncia o ammissione della sconfitta, neppure di subire passivamente, e
neanche di non cambiare o fare qualcosa di diverso. Significa aprirti
completamente alla tua realtà presente: riconosci com’è, esattamente qui e ora,
e rinuncia a combattere ciò che non puoi cambiare o non ti piace.
Il primo passo per cambiare è
accettare la realtà così com’è. È una valutazione realistica della situazione,
senza che per forza ti soddisfi, o che intenda rimanere in quella situazione.
Più accetti pienamente la realtà, e più efficacemente puoi
trovare soluzioni per cambiare senza sprecare tempo ed energie in lamentele,
pretese e accuse. Se il partner è violento, la prima cosa da fare è accettare
la realtà della situazione: sei in pericolo e devi proteggerti, senza indugiare pensando a come cambiarlo o sperando che
cambi da solo. Se la tua vita non sta andando bene, l’unica cosa saggia da fare
è trovare alternative, e questo cambiamento sarà molto più proficuo se parti da una posizione
di accettazione. Tutto il tempo e le energie che sprechi combattendo contro i
pensieri e le emozioni potrebbero essere investiti molto più proficuamente per
trovare strade diverse e più salutari.
L’accettazione spinge anche a deporre le armi. Vince chi molla. Se accetti una cosa, forse è più facile smettere di
lottare per cambiarla a tutti i costi. Un narcisista non cambia, non può, non
sa vivere in altro modo, è un essere diverso, con altri valori, idee,
obiettivi, non puoi cambiarlo. A nessuno verrebbe in mente di litigare con un
albero perché non parla e non abbraccia, o di accusare un leone perché sbrana una gazzella. Se non condividi una cosa non è
necessario che cerci di farla a pezzi, ti disperi, o ti ubriachi.
Accettare
significa anche smettere di giudicare se stessi e gli altri. Giudicare non serve a nulla
ed è deleterio: i pensieri buoni o cattivi, le decisioni passate, il
modo di vivere proprio e altrui, il passato, il presente e il futuro. Il giudizio è l’origine della lotta e della sofferenza.
Non giudicare non vuole dire non avare idee e non scegliere, ma osservare ogni cosa in modo compassionevole, realistico, responsabile. A volte ci mettiamo a giudicare
persino i nostri pensieri. Meglio provare a cambiarli, passando per l'accettazione anche di quelli negativi.
Tra l'altro, ognuno di noi pensa di essere
l’unico a soffrire e l’unico ad affrontare situazioni difficile, ma non è assolutamente così. È la vita di tutti. Tenere unite ed in equilibrio
cose meravigliose ed orribili è il destino di tutti gli esseri viventi
dotati di sentimenti. Nessuno escluso. In natura c'è il male e il dolore, ma allo stesso tempo possiamo incontrare la meraviglia dell'amore e della gioia. Va quindi ricercato accanitamente il bene, senza però minimamente ritenere di poter eliminare il male. La differenza sta nella capacità di tenere unito questo tutto, di
saper affrontare i vari aspetti con consapevolezza e responsabilità. La
risoluzione di problemi anche gravi, serve solo per avere più strumenti con cui
risolvere altri problemi. Ogni ostacolo o trauma è una risorsa, ogni difficoltà
un’opportunità, ogni cambiamento una rinascita. Però serve tanto lavoro,
impegno, dedizione e anche un pizzico di fortuna, che aiuta sempre e solo
chi è disposto a lasciare il porto sicuro delle proprie vere o presunte
certezze.
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