La vittima è come un elefante che rimane legato ad un filo di lana convinto di non poter scappare perché ingabbiato in convinzioni sbagliate. L’impotenza appresa è ciò che
capita a chiunque sia soggetto in modo continuato e reiterato ad un castigo o
ad un abuso di qualsiasi tipo. Se si castiga una persona in modo sistematico a
prescindere da cosa faccia questa smetterà di difendersi e di scappare. Per
assurdo, si lascerà punire ancor più facilmente opponendo sempre meno
resistenza.
La vittima di un narcisista
psicopatico subisce violenze di ogni tipo in modo abituale e accumula piano
piano una sorta di assuefazione, un’abitudine a questo. Si paralizza, smette di
reagire come conseguenza di un processo di vittimizzazione. La sensazione è
quella di non avere nessun controllo della relazione e di non sapere mai cosa
può accadere frequentando il soggetto tossico. Arriva ad uno stato
psicologico in cui niente di ciò che decide e fa ha un effetto su ciò che gli
accade. Perde ogni senso di controllo, prevedibilità e fiducia nel rapporto e
vive in uno stato di costante ansia e tensione. Così le difese vengono soffocate per
l’esposizione ad un lungo periodo di abuso, violenza psicologica,
maltrattamento, triangolazione, o abbandono.
Il partner di un narcisista psicopatico entra in una spirale
di apatia e pessimismo nel quale lo stato d’animo abituale è la tristezza, il
pianto e la
disperazione. Però l’impotenza appresa produce la
paralizzazione e il blocco psicologico delle possibili risposte di fuga o
difesa. Non capisce più ciò che le serve, non agisce più per il suo bene. In più, non comprende ciò che ha fatto per
meritarsi il maltrattamento e l’abuso. Arriva a pensare che il dolore che subisce sia fuori controllo e non si possa evitare. Pensa persino di meritarsi quel dolore, che non possa fare
più nulla e per questo non fa davvero più nulla.
La paralisi emotiva non solo non migliora la situazione, ma la complica,
aggrava e la rende cronica, perché l’abusante può operare con sempre maggiore
facilità. Si crea una spirale distruttiva che conduce ad una sorte di anestesia emotiva
alimentata dalla vergogna e dalla colpa.
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