La vittima si ritrova a spiegare
concetti come empatia, sentimenti, gentilezza, amore, reciprocità. Deve fare
esempi pratici per descrivere comportamenti che possono fare del male al
prossimo, cose che non si dovrebbero dire, evidenziare atteggiamenti del tutto
inadeguati.
“Perché mi dici questo?”.
“Così mi ferisci e mi offendi!”.
“E'
indecente che tu ti comporti in questo o quel modo…”
Con le persone normali non serve
spiegare le normali regole del comportamento civile come si farebbe con un
bambino dell’asilo totalmente in balia del proprio ego. “È una gran
persone piena di qualità, se solo capisse che ferisce e fa del male agli
altri”, questo è ciò che troppo spesso dice e pensa la vittima. La cosa peggiore è che all’inizio fingono grande umanità e comprensione ingannando tutti con la loro faccia
dolce e premurosa.
Le azioni non corrispondono mai
alle parole. Si prodigano in giustificazioni assurde. Inducono piano
piano ad accettare comportamento sgradevoli, rendono normali dei gravissimi abusi
emotivi. La vittima si chiede cosa sia successo, rimugina, si mette in
discussione, ha la sensazione di essere diventata pazza, di non concludere
nulla. Si prepara un milione di argomentazioni, pronta a esaminare tutte le
sfaccettature delle questioni in sospeso. Cerca soluzioni a problemi che si
rivelano creati ad arte per manipolare, controllare, esercitare potere. Alla
fine si trova ad essere lei stessa a sentirsi in errore, difettosa e a chiedere scusa.
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