In psichiatria il
termine BORDERLINE individua un’organizzazione della personalità
fluttuante sul confine tra nevrosi e psicosi, caratterizzata da marcata instabilità, disregolazione emotiva,
discontrollo degli impulsi e forti vissuti di abbandono. Il
disturbo borderline di
personalità si presenta come una costellazione di sintomi clinici che
tormentano la persona sin dall’adolescenza, ma l’esordio della malattia può
essere più precoce – e interferiscono gravemente in ogni area del suo
funzionamento.
Depressione, ansia, abuso di sostanze, angoscia, disordini alimentari, autolesionismo, aggressività, abulia e conflittualità si ripetono in moto perpetuo sulle orbite labili ed imprevedibili di una condizione emotiva funestata da ricorrenti sentimenti di rabbia, vergogna, vuoto e di solitudine.
Chi presenta un’organizzazione borderline di
personalità è colpito da ripetute esplosioni di collera che minano la sua capacità di stabilire relazioni
equilibrate e lo sprofondano
progressivamente nell’amarezza e nell’isolamento.
Ad uno sguardo
superficiale, chi soffre di questo disturbo può apparire simpatico, originale e
ben adattato perché la personalità borderline utilizza
una maschera quasi
sempre efficace nella quotidianità, una maschera a orologeria che detona
violentemente nelle relazioni interpersonali più intime e significative
e le riduce in pezzi.
Questo determina una biografia di continue lacerazioni emotive: rapporti lavorativi, amicali sentimentali al limite della simbiosi che si interrompono fragorosamente a causa di reazioni incontrollate e agli altri incomprensibili governate dal disturbo borderline.
Il lavoro, a
dispetto delle attitudini e delle capacità del soggetto, subisce esasperanti
battute d’arresto. La vita sentimentale si trascina nella desolazione di uno
scenario di guerra, in un vagare sconsolato tra le trincee abbandonate da chi
un tempo scese in battaglia e poi si ritirò annientato dall’impossibilità di
far pace.
Gli schemi emotivi che
soggiacciono a questa psicopatologia sono improntati sulla convinzione,
incrollabile ed in gran parte inconscia, che gli altri siano inaffidabili, che
siano subdoli, egoisti che
operano nell’ombra per infliggere un tradimento letale.
Questi schemi
funzionano nella mente della personalità borderline
come potenti filtri della realtà e fanno in modo di auto-realizzarsi, sospingendo l’individuo a selezionare effettivamente persone e situazioni ad
alto rischio abbandonico, spesso con un altro disturbo della personalità, per
esempio il narcisismo, e a scartare di default chi può offrire loro un modello
affettivo realmente leale ed empatico.
Ma un’altra
importante caratteristica del borderline è
la capacità di suscitare negli altri
rapide e intense reazioni di rabbia e motti di fuga, reazioni
che possono essere facilmente indotte anche nelle persone più accoglienti e
comprensive. L’ipercriticismo, il
pensiero machiavellico, l’atteggiamento sospettoso, incalzante e sferzante
della personalità borderline possono ferire la buonafede altrui al punto da
scatenare contromisure estreme: la chiusura netta della comunicazione
e l’accusa di cattiveria o follia.
Il risultato
finale è la conferma degli schemi della mente borderline e un aggravamento progressivo delle condizioni di
chi ne soffre. Un deficit nell’empatia e
nell’integrazione tra la realtà interna e la realtà esterna ostacolano la
comprensione di sé, degli altri e nel mondo e portano all’irrigidimento delle
modalità borderline. Il pensiero diventa sempre più polarizzato: buono/cattivo, giusto/sbagliato,
felice/triste …la perdita delle sfumature emotive trasforma il
vissuto della persona in un deserto lunare e inospitale, infestato dai fantasmi
di chi è stato idealizzato e poi demonizzato, tormentato da tempeste emozionali
ingovernabili che possono portare a ripetuti tentativi di
suicidio o al tentativo di vendicarsi perversamente
sui “nemici”.
Il
disturbo borderline di
personalità riguarda
circa il 2% della popolazione, e si presenta con maggior frequenza tra le donne. Le cause sono generalmente collegate a traumi
precoci: trascuratezza, abbandono, abusi psicologici o sessuali in età
infantile, la morte di un genitore o il suo improvviso allontanamento dal
nucleo familiare.
Alcuni fattori, come la
familiarità a disturbi psichiatrici nella genealogia dei genitori fanno pensare
alla possibilità che il disturbo possa scaturire da una predisposizione
ereditaria, genetica,
alimentata da condizioni esterne ed eventi traumatici scatenanti nell’infanzia.
La caratteristica ambivalenza del
funzionamento bordeline rende la
psicoterapia di questo disturbo particolarmente complessa. I pazienti tendono a interrompere il trattamento o
a provocare nel terapeuta sentimenti di rabbia o di impotenza. Beatificano e demonizzano la terapia con la stessa
rapidità con cui devastano le altre relazioni e possono cambiare più volte
psicoterapeuta, portando problemi e sintomatologie sempre
diverse proprio perché il disturbo di personalità borderline si
manifesta in modo multiforme ed enigmatico.
Tuttavia, sono
disponibili trattamenti specifici ed efficaci, come la Schema Therapy e la
Terapia focalizzata sul Transfert che, a seconda del caso, possono lavorare con
un’integrazione farmacologia nei momenti di crisi acuta. Dopo
oltre un secolo di ricerca, il disturbo bordeline di
personalità non è un mostro invincibile, ma una condizione di disregolazione
delle emozioni e degli impulsi che può essere affrontata col risultato di potenziare le
risorse della persona che ne soffre e sollevarla dalla sofferenza che la
affligge e che, involontariamente, dissemina intorno a sé.