sabato 11 febbraio 2017

Il mito della captazione intuitiva dello psicopatico

Il mito della captazione intuitiva dei bisogni altrui dei narcisisti piscopatici spesso è davvero un mito. Molto si parla dell’intuizione dello psicopatico, della capacità di intuire i bisogni dell’altro. Studiando in profondità questo argomento sono arrivato ad alcune conclusioni.

Evidenzio in prima linea che le persone comuni non possono afferrare, capire la logica psicopatica, si tratta di una struttura logica totalmente distinta; lo psicopatico ci risulta strano, qualcuno difficile da interpretare quando si comporta com’è davvero. La maggior parte delle volte, però, egli non dimostra la sua vera natura, essendo subdolo e difficilmente riconoscibile. Tuttavia, sono arrivato alla conclusione che le persone comuni sono ugualmente incomprensibili agli occhi dello psicopatico. Lui non è in grado di comprendere la mente delle persone normali e questa incapacità di scoprire, fin da piccolo, il perché delle cose lo porta a studiare i gesti, gli atti, le reazioni delle persone comuni e, specialmente, un particolare tipo di reazione sulla quale lui stesso ha un deficit molto accentuato: si tratta dell’espressione delle emozioni. Questo tipo di personalità, lo psicopatico, possiede un deficit nella ripercussione emotiva dei fatti se paragonata alle persone normali. Ascolta, osserva, apprende come fosse un computer.
Seduce e punisce, lo psicopatico studia gli altri per conquistarli, controllarli e punirli.
La persona comune conosce globalmente gli altri senza avvertire la necessità di studiare chi le sta accanto. Assimilano gli altri per contiguità e continuità nel trascorso del rapporto, come se assorbissimo contestualmente la conoscenza dell’altro; per questo tante volte restiamo per anni con una persona, per “conoscerla fino in fondo”. Gli anni passano e, a volte, ci sono condotte che ci spaventano.
Lo psicopatico invece seduce, facendo uno studio analitico dell’altra persona perché per lui si tratta di un oggetto strano. Poi agisce a specchio imitandolo. Crea un personaggio che in realtà non esiste che può tenere inchiodata la vittima anche per decenni o per una vita.
 
Hugo Marietan