martedì 12 settembre 2017

Per guarire la vittima deve smettere di voler controllare l’incontrollabile



Quando si scopre la verità sul narcisismo e la psicopatia, si rimane senza parole, sgomenti dinnanzi al fatto che al mondo possa esistere così tanta malvagità e che si possa aver avuto una relazione con soggetti del genere. La rabbia e il dolore si alternano in un danza straziante. Per alcuni subentra la sete di giustizia e il desiderio di vendetta. Poi si capisce che nulla si può fare per cambiare il soggetto tossico, al massimo si può provare a cambiare se stessi. L’unica cosa sensata che si può provare a fare è concentrarsi sulla propria guarigione e sulla propria vita. Rendere la propria vita la migliore possibile, è la vera vendetta oltre che la cosa giusta. Per arrivare a questo la vittima deve affrontare un ostacolo enorme che è la voglia di controllo. Deve abbandonare la lotta quotidiana contro il desiderio di controllore l’incontrollabile.
 
Dopo aver avuto l’esperienza con un narcisista psicopatico, come prima cosa si capisce che si vive in una giungla urbana. Che niente di quello che ti hanno raccontato (film, canzoni, ecc) è del tutto vero, o quantomeno è solo una parte della verità. Il narcisista psicopatico all’inizio alimenta in modo enorme l’ego della vittima, e fa tutto ciò che questa desidera. I predatori sanno benissimo quello che è necessario per alimentare l’ego e ciò che serve per far spappolare la mente alla vittima di turno. Intanto, è fondamentale arrivare credere davvero che esistano soggetti del genere sparsi ovunque. Personalmente ho impiegato diverso tempo per metabolizzare una verità del genere, nonostante le esperienze dirette e tutti gli studi accanati fatti in materia.
 
Si ha paura di accettare la verità perché fa male quando ti cade addosso. La realtà è che sono predatori senza anima, vuoti, privi di sentimenti. C’è solo ego, ricerca di potere e controllo, manipolazione. Non sono nulla se non puro ego. Non si sono mai evoluti in altro, né mai lo faranno. Possono solo nascondersi, camuffarsi, integrarsi. Con loro è come vivere in Matrix. Si deve per forza stare in allerta. Servono informazioni per aprire gli occhi, per rendersi conto della realtà delle cose il prima possibile. Ma alla fine si può trovare una luce in fondo all’anima che è davvero benefica. Si può conquistare una serenità inimmaginabile alla fine dell’incubo, arrivando al proprio io più autentico.

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