venerdì 1 settembre 2017

Perché la vittima SOPPORTA UN SIMILE DOLORE con il narcisista psicopatico


 
La vittima sopporta un dolore simile senza ribellarsi per ciò che si definisce “impotenza appresa”. Il termine è stato coniato dello psicologo Seligman dopo un esperimento su un cane chiuso in una gabbia. Al cane veniva somministrato una pasto posto in un angolo della stanza, quando questi si avvicinava per mangiare subiva una scossa elettrica. Dopo di che, gli veniva sistemata un’altra ciotola in un altro angolo e questa volta non riceveva alcuna scossa. Col tempo le ciotole apparivano in modo casuale in ciascuno dei quattro angoli e a volte causavano la scossa altre no. Il cane smise di mangiare e quando gli aprirono la gabbia non cercò di uscire. Era paralizzato dal terrore. Aldilà della crudeltà dell’esperimento, questo spiega il comportamento della vittima di un narcisista psicopatico. Viene inflitta una sofferenza senza motivo, e il giorno dopo la situazione torna serena. Si tratta di violenza imprevedibile che finisce per minare il meccanismo di difesa di chi la subisce, rendendolo incapace di reazione e fuga.
 
Il maltrattamento emotivo si verifica in modo talmente subdolo, imprevedibile, senza senso che la vittima quasi non se ne accorge più, si indebolisce, vive nella tensione, perde il senso critico, la capacità di difendersi. Comincia con le battute ironiche, continua con lo scherno o il disprezzo, e poi la violenza aumenta in modo costante, al punto che la vittima smette di lottare e non prende neppure in considerazione di lasciare un rapporto in cui soffri tantissimo. Per cui se ci sente male con una persona, se è causa di malessere, insicurezza, paura, emozioni intense e imprevedibili, se ci si sente insignificanti, inutili, indifesi, sostituibili in ogni momento,….si può dire che si è di fronte ad un soggetto tossico da cui scappare.
 
La vittima rimane agganciata al suo narcisista psicopatico nonostante sappia che mente, triangola, manipola, e la farà soffrire. In più spera che il narcisista psicopatico la capisca, o lo spinge a cercare di guarire facendo terapia. Il rapporto con una persona patologica è un problema enorme che può indurre a rimanere ingabbiati nel dolore per lungo tempo o per l’intera vita. Uscirne sembra impossibile o estremamente difficile, pur avendo compreso tutto. Il processo iniziale crea un vincolo traumatico dal quale risulta difficilissimo divincolarsi, quasi si fosse sotto incantesimo.
 
L’origine è chimica, a livello di neurotrasmettitori celebrali che si attivano nella fase di innamoramento, i quali creano una vera e propria dipendenza. La vittima mille volte anela, prega di tornare nella fase paradisiaca iniziale, creata ad arte dal suo aguzzino. Non solo non se ne va, ma tende a legarsi in modo compulsivo ad una persona nonostante le stia facendo del male. Questo vincolo ossessivo è indotto anche alla dissonanza cognitiva che la porta ad eliminare dalla mente tutta la parte negativa nella vana speranza di tornare alla fase della luna di miele, o quantomeno di salvare il rapporto anche se in realtà era basato esclusivamente sulla falsità.

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