La vittima sopporta un dolore
simile senza ribellarsi per ciò che si definisce “impotenza appresa”. Il termine è stato coniato dello psicologo
Seligman dopo un esperimento su un cane chiuso in una gabbia. Al cane veniva
somministrato una pasto posto in un angolo della stanza, quando questi si
avvicinava per mangiare subiva una scossa elettrica. Dopo di che, gli veniva
sistemata un’altra ciotola in un altro angolo e questa volta non riceveva
alcuna scossa. Col tempo le ciotole apparivano in modo casuale in ciascuno dei
quattro angoli e a volte causavano la scossa altre no. Il cane smise di
mangiare e quando gli aprirono la gabbia non cercò di uscire. Era paralizzato
dal terrore. Aldilà della crudeltà dell’esperimento, questo spiega il
comportamento della vittima di un narcisista psicopatico. Viene inflitta una
sofferenza senza motivo, e il giorno dopo la situazione torna serena. Si tratta
di violenza imprevedibile che finisce per minare il meccanismo di difesa di chi
la subisce, rendendolo incapace di reazione e fuga.
Il maltrattamento emotivo si
verifica in modo talmente subdolo, imprevedibile, senza senso che la vittima
quasi non se ne accorge più, si indebolisce, vive nella tensione, perde il
senso critico, la capacità di difendersi. Comincia con le battute ironiche,
continua con lo scherno o il disprezzo, e poi la violenza aumenta in modo
costante, al punto che la vittima smette di lottare e non prende
neppure in considerazione di lasciare un rapporto in cui soffri tantissimo. Per cui se ci sente male con una
persona, se è causa di malessere, insicurezza, paura, emozioni intense e
imprevedibili, se ci si sente insignificanti, inutili, indifesi, sostituibili
in ogni momento,….si può dire che si è di fronte ad un soggetto
tossico da cui scappare.
La vittima rimane agganciata al suo narcisista psicopatico
nonostante sappia che mente, triangola, manipola, e la farà soffrire. In più
spera che il narcisista psicopatico la capisca, o lo spinge a cercare di
guarire facendo terapia. Il rapporto con una persona patologica è un
problema enorme che può indurre a rimanere ingabbiati nel dolore per lungo
tempo o per l’intera vita. Uscirne sembra impossibile o estremamente difficile,
pur avendo compreso tutto. Il processo iniziale crea un vincolo traumatico dal
quale risulta difficilissimo divincolarsi, quasi si fosse sotto incantesimo.
L’origine è
chimica, a livello di neurotrasmettitori celebrali che si attivano nella fase
di innamoramento, i quali creano una vera e propria dipendenza. La vittima
mille volte anela, prega di tornare nella fase paradisiaca iniziale, creata ad
arte dal suo aguzzino. Non solo non se ne va, ma tende a legarsi in modo compulsivo ad una persona
nonostante le stia facendo del male. Questo vincolo ossessivo è indotto anche
alla dissonanza cognitiva che la porta ad eliminare dalla mente tutta la parte
negativa nella vana speranza di tornare alla fase della luna di miele, o quantomeno di salvare il rapporto anche se in realtà era basato esclusivamente sulla falsità.
Nessun commento:
Posta un commento