Frequentemente la vittima fatica
a raggiungere e mantenere il contatto zero, anche perché non sempre questo è
materialmente possibile. All’inizio staccare totalmente è un vero inferno. Si
scopre di essersi innamorati di un mostro, si naviga su google alla disperata
ricerca di risposte sulla relazione tossica. Si digitano le parole che
conducono ad articoli su narcisisti, borderline, psicopatici, vittime,
dipendenza emotiva. Si rimane sbigottiti nel leggere che
la descrizione dei vari vampiri emotivi sono molto ma molto simili tra loro, e
ci si riconosce in pieno nelle situazioni raccontate.
Tutto l’accaduto inizia ad avere un senso, si uniscono i puntini di tanti mesi di relazione, e finalmente ci si sente meno pazzi. Fanno capolino una serie di folgorazioni successive, come se decine di finestre alla volta si aprissero nel cervello proiettando spezzoni di vita letti in modo totalmente diverso. Appare una luce in fondo al tunnel, e arrivano alcune risposte ad alcune domande esistenziali. La rabbia sale, la voglia di vendetta altrettanto, come il desiderio di chiudere tutto e andarsene.
Ma poi tornano i quesiti: "e se non fosse psicopatico? E se sono solo io fatto male? Forse pretendo troppo dagli altri? Dovrei cambiare il mio atteggiamento?". A farsi sentire è la dissonanza cognitiva che porta a ricordare i momenti magici della luna di miele. Si cerca ancora su internet e si leggono numerosi libri in materia. Alla fine, si ottengono per lo più solo altrettante conferme, unite alla presa di coscienza delle proprie ferite non risolte sulle quali questo soggetto si è agganciato. Oltre a comprendere ancor meglio l’abuso e la manipolazione, ci si sente ancora più stupidi e fragili per aver accettato una simile sofferenza, per aver prestato il fianco ad una simile umiliazione. Bugie, manipolazioni, promesse infrante, bruciano come scottature sulla pelle, ma l’idea che la colpa sia della vittima, finalmente appare del tutto priva di fondamento.
Tuttavia tagliare i ponti è difficile. L’unico modo per risalire la china è superare le crisi di astinenza, allontanare i messaggi sbagliati delle mente manipolata, sanare subito il lavaggio del cervello. A questo punto poi ognuno trova le sue personali strategie. C’è chi studia ancora più accanitamente, chi si interessa ad altro, chi viaggia, chi lavora, chi si prende cura di altre vittime o persone sofferenti, chi cerca di crearsi una buona rete di protezione, chi cerca di recuperare nella malinconia, chi fa tutto ciò che non aveva mai fatto prima. L’unico obiettivo è rispettare il più possibile il contatto zero e zittire la mente in preda alla dissonanza cognitiva. Il cervello va purificato come una ferita infetta. Più la verità e l’autenticità entrano, e più il potere del soggetto tossico diminuisce fino a svanire.
Tutto l’accaduto inizia ad avere un senso, si uniscono i puntini di tanti mesi di relazione, e finalmente ci si sente meno pazzi. Fanno capolino una serie di folgorazioni successive, come se decine di finestre alla volta si aprissero nel cervello proiettando spezzoni di vita letti in modo totalmente diverso. Appare una luce in fondo al tunnel, e arrivano alcune risposte ad alcune domande esistenziali. La rabbia sale, la voglia di vendetta altrettanto, come il desiderio di chiudere tutto e andarsene.
Ma poi tornano i quesiti: "e se non fosse psicopatico? E se sono solo io fatto male? Forse pretendo troppo dagli altri? Dovrei cambiare il mio atteggiamento?". A farsi sentire è la dissonanza cognitiva che porta a ricordare i momenti magici della luna di miele. Si cerca ancora su internet e si leggono numerosi libri in materia. Alla fine, si ottengono per lo più solo altrettante conferme, unite alla presa di coscienza delle proprie ferite non risolte sulle quali questo soggetto si è agganciato. Oltre a comprendere ancor meglio l’abuso e la manipolazione, ci si sente ancora più stupidi e fragili per aver accettato una simile sofferenza, per aver prestato il fianco ad una simile umiliazione. Bugie, manipolazioni, promesse infrante, bruciano come scottature sulla pelle, ma l’idea che la colpa sia della vittima, finalmente appare del tutto priva di fondamento.
Tuttavia tagliare i ponti è difficile. L’unico modo per risalire la china è superare le crisi di astinenza, allontanare i messaggi sbagliati delle mente manipolata, sanare subito il lavaggio del cervello. A questo punto poi ognuno trova le sue personali strategie. C’è chi studia ancora più accanitamente, chi si interessa ad altro, chi viaggia, chi lavora, chi si prende cura di altre vittime o persone sofferenti, chi cerca di crearsi una buona rete di protezione, chi cerca di recuperare nella malinconia, chi fa tutto ciò che non aveva mai fatto prima. L’unico obiettivo è rispettare il più possibile il contatto zero e zittire la mente in preda alla dissonanza cognitiva. Il cervello va purificato come una ferita infetta. Più la verità e l’autenticità entrano, e più il potere del soggetto tossico diminuisce fino a svanire.
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