martedì 10 ottobre 2017

15 lezioni che ho imparato dai rapporti tossici



Ecco una breve sintesi di lezioni che mi sembra di aver imparato dai rapporti tossici con narcisisti psicopatici. Vi dico le mie, sapendo che non si finisce mai di imparare, e comunque non sempre riesco ad avere giusti comportamenti.
 
15) Amare e chiedere amore a degli stronzi senza cuore è davvero una gran stronzata.

14) Pensare di trasformare un mostro in una persona in grado di dare e ricevere amore in una relazione stabile è un’impresa pressoché impossibile. Ci si può riuscire, ma è come trasformare il bradipo Sid in Bolt. Meglio evitare di sprecare energie, tempo, ed accumulare un’enorme quantità di frustrazioni. Per lui/lei è inconcepibile mettersi in discussione, perché è nel giusto, ovviamente sono gli altri ad avere torto.

13) Chiedersi sempre se è giusto sopportare del dolore per amore e quanto. Non è assolutamente vero che in un rapporto si deve soffrire e stare male. Esistono rapporti nei quali ci si trova meglio e tutto è più fluido e piacevole.

12) Meglio prima conoscere e sapere, per poi decidere. La conoscenza e la consapevolezza a volte salvano la vita, o quantomeno evitano un certo numero di errori gravi. Molti fanno il contrario, decidono senza sapere e poi si informano.

11) Il culto dell’ottimismo, l’idea del principe o della principessa, la fabbrica della motivazione e del "se vuoi puoi" è una gran boiata, o comunque idea alquanto limitata e superficiale. Si può essere super contenti e motivati anche senza ridere come cretini, farsi selfie tutti i giorni, o seguire tutte le mode del momento. Dolore e consapevolezza sono fondamentali per la vera serenità e pace interiore. Inutile rimanere nell’eterna ricerca del grande incontro, evento, della soluzione suprema.

10) Fondamentale è avere una valida rete di protezione e sapere a chi chiedere consiglio, aiuto, protezione, informazioni, opinioni.

9) Se potessi tornare indietro metterei in cima alla lista delle cose da fare quella di essere consapevole sia attraverso la conoscenza che l’esperienza, senza dovermi proteggere dietro ad inutili maschere, ruoli, illusioni, aspettative, sogni.

8) Non è facile smascherare questi diavoli calati nei panni di persone amabili e gentili: indossano una maschera, e la famiglia e gli amici della vittima non sempre riescono a individuarlo. La vittima, dal canto suo, spesso non è cosciente della manipolazione e dell'abuso che sta subendo.

7) Lamentarsi, pretendere, accusare non è mai una soluzione e neppure una strategia giusta. Serve solo a scaricare aggressività e a rimanere come si è, e come si sta.

6) Le migliori scelte e le migliori relazioni sono quelle che hanno pro e contro, non sono quelle che non hanno contro perché non ne esistono senza contro, ma di certo ci deve esistere empatia, reciprocità, bontà, progettualità, costanza.

6) Coloro che chiamiamo uomini non appartengono tutti alla stessa specie, alcuni sono animali o alieni, con meccanismi di funzionamento diversi e variabili, con sensibilità, modi di pensare e agire mossi da variabili del tutto diverse, spesso conflittuali e ingovernabili.

4) Studiare, leggere, ascoltare, guardare, senza mai smettere, ma per sempre, perché la conoscenza e la consapevolezza salvano e rendono la vita migliore, è sicuro.

3) Quello che le persone dicono è sempre poco rilevante, ciò che conta davvero è come si comportano. Vale la pena essere meno ingenui relativamente alle parole e osservare i fatti.

2) L’arroganza, la grandiosità, l’aggressività sono davvero insopportabili. Non è vero tra l’altro che bisogna esserlo per stare meglio in questa società. Serve avere una autostima adeguata, idee, personalità, autorevolezza. Una cosa è dire “lo posso fare”, un’altra è dire “lo posso fare solo io, lo faccio bene solo io”.

1) Direzione, visione, metodo, sono molto importanti. Fondamentale è conoscersi e valorizzare le proprie le doti, capire e seguire ciò per cui siamo nati.

0) È la zero da quanto è banale ma non applicata. Essere felice non è facile, ma di sicuro la prima cosa da fare è allontanarsi da ciò che fa male, sempre e comunque.

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