La relazione tossica con un narcisista
può rappresentare per la vittima una buona occasione per prendere coscienza, osservare,
e magari elaborare le proprie parti infantili. Se dopo aver compreso di essere
caduti nella rete di un vampiro emotivo, non si fugge a gambe levate, ciò dipende
dalla manipolazione e dall’abuso emotivo subito, ma anche dal fatto che si rimane in balia delle proprie parti infantili mai risolte, che ancora
scalpitano, piangono, non ne vogliono sapere di crescere. Ingenuità, paura
della solitudine, insicurezza, necessità di dipendere da qualcuno, terrore di
rimanere senza un partner, difficoltà radicata di assumersi delle responsabilità.
Oppure l’idea di porsi come salvatore, la voglia sfrenata di cambiare una
persona “difficile”, la presunzione di riuscire a farsi carico di tutto e di
tutti, il sentirsi buoni e disposti a tutto per amore.
Una volta viste e riconosciute
queste parti infantili, come farebbe un buon genitori, va assunto un atteggiamento
del tutto diverso da quello che ha il soggetto tossico verso la vittima. Serve un
ascolto amorevole, non giudicante, ma anche fermo e autorevole nel cercare di
non alimentarle. In poche parole, una vittima deve cercare di liberarsi del
rapporto tossico, ma allo stesso tempo non può rimanere neppure schiava delle proprie parti non cresciute ed elaborate. Il rischio è davvero
troppo grande, cioè quello di vivere una vita non vissuta mai veramente. Queste parti
portano a pensare e agire come se si fosse in perenne stato di allarme, le loro
reazioni sono distruttive in quanto prive di una visione di lungo periodo.
Analizzarle ed ascoltare è come analizzare i pensieri di un alcolista o di un
tossicodipendente. Il governo della persona va affidato a parti più adulte per
non cadere prigionieri in sequestri emotivi lunghi e molto dolorosi.
Si pensi al senso di solitudine
della vittima di un rapporto tossico. Non è reale, nessuno è davvero mai solo
del tutto, e comunque meglio soli che accompagnati ad un mostro. Un genitore
sano di fronte alle paure immaginarie di un figlio non si spaventa, né si
arrabbia, tantomeno pretende che le paure passino immediatamente. Rimane
tranquillo, ascolta, e rassicura il bambino. Col tempo solo il contatto con la
propria anima e con la propria vera natura crea una base sicura molto profonda,
genera pace, serenità e permette di uscire dalla visione distorta e ossessiva
della realtà. Le parti adulte devono aiutare le parti infantili a ridurre o
cessare le loro pretese, lamentele e accuse. Cioè devono ridurre l’ego
infantile. Spesso nei rapporti tossici le parti infantili prendono il
sopravvento e questo crea un circolo vizioso dal quale è difficile uscirne se
non lo si osserva e comprende.
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