lunedì 9 ottobre 2017

Non gode di nulla in profondità il narcisista


Se a qualcuno piace dipingere, viaggiare, leggere, scolpire, nuotare, sciare, lavorare, uscire con un amico, fare l’amore, sente il gusto profondo nel fare certi gesti, nel prepararsi, annusare, percepire luci, colori, situazioni, muovere il corpo in modo fluido e coordinato per quella cosa che ama fare. Quando si ama davvero fare qualcosa nasce spontaneo il desiderio di condividerla con qualche persona a cara. Non sui social, ma con le persone a cui si vuole bene, mostrandolo, parlandone, così che quello slancio vitale prende ancora più valore, assume un peso ancor più speciale. Se ci si pensa non è altro di quello che fa un bambino che si innamora di una macchinina, un orsacchiotto, un Lego, una palla, un trenino e con gli occhi pieni di bollicine chiama il genitore e lo coinvolge perché si interessi a lui, e insieme rendano speciale quella esperienza, che si solidifica emotivamente. Esperienze di questo tipo, momenti del genere danno senso alla vita e nutrono perché creano e alimentano lo slancio vitale.
 
Al narcisista tutto ciò manca. Quando fa qualcosa c’è sempre un calcolo, un bisogno da soddisfare, un obiettivo materiale da raggiungere, un’ammirazione da conquistare, un applauso da strappare. Aldilà delle belle parole che usa e delle maschere sociali che indossa, la sua vita è mossa quasi esclusivamente da invidia e sete di potere. È come se fosse in grado di alimentare la propria energia solo ad una certa frequenza e non ad un’altra. Inizia a fare qualcosa non perché la sente dentro e gli piace in profondità, ma perché ha bisogno di ammirazione, gli può essere utile, aumenta il suo potere o il controllo su una situazione. Ha la necessità che qualcuno lo ammiri e gli dica bravo. È un tipo di persona che non può prescindere dal giudizio degli altri. Non fanno nulla per il semplice gusto di farlo.
 
L’energia vitale senza un pubblico o un risultato è praticamente nulla, questo è devastante perché di fronte alla prima frustrazione quell’azione non ha più senso. Altra conseguenza nefasta è la costante presenza dietro l’angolo della noia, del disinteresse, dell’apatia, del bisogno di altro e poi di altro e altro ancora. A lungo termine l’effetto e devastante, come quello di una vite senza fine. La sensazione mortale che nulla sia davvero piacevole, durevole, che possa dare pace. Inevitabile è deprimersi e sprofondare nell’angoscia. Si animano se c’è una sfida, una rivalità, un obiettivo preciso e un pubblico, in assenza sono burattini incapaci di senso proprio. Passare la vita in eterna competizione porta a trascurare prima, e dimenticare poi, le vere passioni che sono le uniche a dare significato alla vita.

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