L’argomento è complesso, ma una
delle leggende metropolitane più diffuse è che i narcisisti siano povere
vittime di un passato difficile, di madri e padri assenti, o abbiano
subito gravi traumi infantili. L’idea di fondo è che a causa del loro vissuto,
non possano evitare di assumere determinati comportamenti sbagliati,
aggressivi, malevoli. Ci sono casi di narcisisti che
hanno subito gravi traumi, ma questo non giustifica il loro comportamento, e di
sicuro sono sempre consapevoli rispetto a ciò che fanno. E Comunque esistono
bravissime persone che hanno avuto un’infanzia straziante, ma non per questo
sono diventate dei mostri. Molti soggetti tossici lo sono a
prescindere dal loro vissuto, che può non essere neppure troppo difficile. Diventato o sono
da sempre esseri diversi con sembianze umane, a prescindere dalle cause che li
hanno portati ad essere così.
Per loro buona parte dello star
bene deriva dalla sofferenza e dal potere esercitato sugli altri. Individuano
in meno che non si dica le fragilità e gli altrui punti deboli, e non esitano a
sfruttarli per manipolare. Conoscono la differenza tra il bene e il male, sanno
esattamente ciò che fanno e il dolore che provocano, ma se ne fregano. Anzi
una delle loro principali forme di godimento sta proprio nel far soffrire gli altri. In poche parole la relazione non è per loro solo
il teatro di conflitti inconsci totalmente fuori dal loro controllo, ma è la
conseguenza di scelte mirate e calcolate per sottomettere, prevaricare, e
abusare metodicamente delle loro vittime. Alcuni comportamenti sono per loro istintivi e automatici, così come lo sono per un leone mentre caccia nella savana.
Il soggetto tossico dedica
l’intera vita a recitare uno o più ruoli diversi a seconda della necessità e dell'opportunità. Il
primo scopo è utilitaristico e di comodità per ottenere tutti i suoi scopi e
obiettivi. Il secondo è il livello sadico, cioè la volontà di distruggere della vittima.
Di sicuro non prova il minimo amore per il partner, nemmeno quando afferma che
è la persona più importante della sua vita. Aspetta solo che l’altro si
innamori e cada nella trappola per iniziare il processo di distruzione. Il
problema è che troppo spesso i sopravvissuti pensano che un simile
comportamento dipenda dai traumi infantili, da un vissuto burrascoso, e da
conflitti non risolti. In realtà, sa ciò che fa e non è affatto insicuro sullo
sfruttare gli altri provocando dolore e sofferenza. Non è un bambino o una
bambina smarrita che si nasconde dietro alla facciata dura, e il suo disturbo
non è solo un meccanismo di difesa scatenato da profonde ferite. Lui ormai è
una predatore della specie umana che vuole tutte le attenzioni per sé, vuole
fare ciò che vuole senza limiti, e spesso vuole proprio logorare e distruggere
chi lo ama. Per questo la salvezza è solo nel contatto zero a vita.
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