Spesso nella mente della vittima di
una relazioni tossiche è in corso un monologo che suona più o meno così: “Ho
bisogno di un sì o di un no chiaro, di una tenera rivelazione o di una radicale
rivoluzione, di una dichiarazione d’amore o di una maratona di sesso purificante
piena di affetto, ma non so esattamente cosa comportarmi, e non so neppure cosa sia
giusto fare, chiedere e pensare. Devo tuffarmi più in basso fino a toccare il
fondo o saltare in alto in un volo spensierato verso spazi aperti? Sarei più
felice riprovandoci ancora nonostante tutto o è meglio affrontare la frontiera
selvaggia dell'ignoto? Dipende da me o da
lui/lei? Sono fatto/a male io e o lui/lei? Scappo o resto? Non riesco a decidere!
Non so più di quale parte della mia mente devo fidarmi”.
Sono questi alcuni dei pensieri
che echeggiano nel cervello di una vittima. Sbrogliare la matassa è alquanto
difficile, la cosa più salutare che può fare è accogliere l’incertezza e il
dubbio, ascoltare il proprio istinto e la propria coscienza, prendere in mano
le ferite vecchie e nuove, riguardare le diapositive del passato che
continuamente condizionano il presente. Poi decidere, fare una scelta sapendo di
dover rinunciare alla perfezione, perché ogni decisione presenta dei pro e dei contri,
dei lati in luce e altri in ombra. Ma la cosa fondamentale è assumersi la
responsabilità di quella decisione, anche se comunque imperfetta.
Per essere adulti dobbiamo
forzatamente compiere delle scelte che, inevitabilmente, ci portano a
rinunciare a qualcos’altro. Quando si è giovani o si rimane infantili, si pensa
sempre di avere di fronte tutte le possibilità aperte, persino le più
improbabili (in questo il narcisista psicopatico è maestro). Crescere significa invece assumersi la responsabilità di scegliere
un determinato percorso a discapito di un altro. La costruzione della propria
vita passa attraverso una serie di scelte, ma anche di altrettante rinunce che
definiscono quello che si è. Si
deve concretamente fare di tutto per stare bene,
sapendo che comunque ogni percorso ci costringe a lasciare andare
qualcosa e qualcuno. Per sopravvivere ad una relazione con un narcisista
psicopatico si è obbligati ad imparare più cose di quante se ne sono imparate
prima, ma si deve anche fuggire con forza l’idea che la vita sia solo una lotta
per la
sopravvivenza. Molto più gratificante e proficuo cercare di mettere in atto tutta una serie di comportamenti coerenti con la propria vera natura. La domanda
a cui la vittima dovrebbe impegnarsi a dare una risposta ogni mattina è: “Come posso
amarmi con devozione e ingegnosità?”.
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