sabato 25 novembre 2017

Pretese lamentele accuse nei rapporti tossici


 
Come eliminare la spazzatura di un rapporto tossico, come guarire da mesi e  anni di abuso e sofferenza? Intanto vanno assolutamente evitate le lamentele, le pretese e le accuse, contro se stessi, contro l'altro, contro gli altri, contro il destino. Lamentarsi e rifiutare la realtà è del tutto inutile e perdipiù dannoso, servono decisioni e fatti coerenti. La pretesa, la lamentela e l’accusa sono uno dei velini peggiori per il benessere nella vita. Deresponsabilizzano, permettono di ottenere attenzioni, ma attuarli è una forma di fortissima aggressività indiretta, è un furto di energia all’altro, nonché una potente forma di manipolazione.
 
Ci si lamenta perché si pretende che la situazione sia diversa da com’è, nel fare questo si accusa se stessi e/o gli altri. Il mare sottostante è pieno di disprezzo e rifiuto della realtà che ci circonda. Se poi si osserva ancora in maggiore profondità si scoprirà un mare di rabbia inespressa, pronta ad esplodere. Ciò che si vede in superficie è solo una lagnosa lamentela, ma sotto c’è ben altro. La rabbia trattenuta sotto la superficie viene poi proiettata all’esterno, e se il mondo è arrabbiato significa che tutti ce l’hanno come me, per cui vivo in un perenne stato di ansia. Ma tutto nasce come sempre da una ferita originaria che ha prodotto dolore non elaborato.
 
La lamentela è una forma di menzogna e di inganno, camuffata da reazione legittima e giustificata. Mentre di fronte alla violenza, al tradimento, all’offesa, in genere si sa come reagire e difendersi, di fronte alla lamentela si rimane interdetti e confusi. Ad un livello inconscio chi ascolta prova rabbia, ma ad un livello sociale si è abituati, dalle convenzioni condivise, a non riconoscerla per quello che è in realtà, e ad avere un atteggiamento comprensivo e magnanimo. In questo modo si blocca la reazione istintiva, finendo intrappolati in un vero ricatto emotivo. Quando si lamentano le persone credono di lamentarsi per una causa giusta, in realtà coprono tutt’altro e sono fortemente aggressive nei confronti del loro interlocutore.
 
È colpa sua... Se solo non fosse così... La vita non può essere questo... Dovrei comportarmi diversamente ma non riesco, sono fatto/a male... Dovrebbe cambiare e a quel punto tutto sarebbe diverso….”. Il narcisista psicopatico, il rapporto tossico, possono essere una buona occasione per scoprire tutti i bisogni infantili e la rabbia sottostante, di cui non si è minimamente consapevoli. Altrimenti si cercherebbe altrove quello che si desidera, infatti è assurdo continuare a lamentarsi chiedendo di essere amati da un vampiro emotivo.
 
Accettare la realtà non vuol dire sottomissione. Se il partner è prepotente e aggressivo con amorevole gentilezza bisogna dirglielo, e se non cambia allontanarsi, e se ancora non cambia andarsene, o quantomeno prendere una enorme distanza emotiva per non rimanere invischiati in dinamiche distruttive. Se l’altro è un tiranno, vedo la realtà così com’è, smetto di lamentarmi e mi comporto di conseguenza. Comprendo, prendo atto, accetto, ma non mi sottomesso. Chi decide di rimanere vittima è per molti aspetti simile a chi è aggressivo: uno è violento verso l’altro, uno verso se stesso.

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