La
vita di ogni individuo è un qualcosa di unico, magico, il frutto di un’evoluzione
di secoli. Un mix incredibile di genetica, incontri, perdite, successi,
fallimenti, amori, abbandoni, forza di volontà, accettazione. Un viaggio
irripetibile. L’idea
diffusa è che dovremmo essere i protagonisti di questo viaggio, i piloti del volo.
La realtà è invece diversa.
Abbiamo un controllo molto limitato della nostra vita. Gran parte delle cose che succedono non dipendono da noi o sono determinate principalmente da forze inconsce. Per questo dovremmo
amare profondamente il nostro destino. Vivere
comporta un’accettazione compassionevole della sofferenza causata dal fatto che
molto eventi e forze sono totalmente fuori dal nostro controllo. Ci illudiamo e
neghiamo il nostro essere finiti, limitati, servitori della specie, mortali. Ma
è difficile accettare che il controllo che possiamo esercitare sulla nostra
vita sia davvero molto limitato.
Da
qui lamentele, rivendicazioni, accuse in qualità di vittime. Analogamente non
consideriamo il dolore che abbiamo causato ad altri e a noi stessi. Neghiamo
anche la nostra parte distruttiva. Limitato controllo sul nostro mondo,
limitato controllo sulla nostra parte sofferente e distruttiva.
In
amore dovremmo avere la consapevolezza del dolore che possiamo avere subito, ma
anche un genuino senso di colpa che ci aiuti a prendere atto del male che
possiamo aver causato a noi stessi e agli altri. Dovremmo imparare cioè ad
accettare la nostra complessità senza pretendere né di eliminarla né di
dominarla mai del tutto.
Lamenti, recriminazioni, dubbi,
desiderio di vendetta anche quando estremamente giustificati, sono l’altra faccia del narcisismo coperta da un estremo
desiderio di dare amore. Cosa c'è di più narcisistico del chiedere amore ad un narcisista psicopatico?
Spesso poi gli amanti giocano ruoli alterni tra la
vittima e il carnefice e comunque si vampirizzano a vicenda. Smettere di
lottare contro l’altro, di demonizzarlo per ricercare in lui o lei un
impossibile abbraccio d’amore. “Mollare” è l’unica via d’uscita per stare
meglio. Più la vittima riconosce e cura la propria ferita narcisista, e più
l’attaccamento disturbato perderà di potere. Un potere che è solo la vittima a
dargli.
Invece
intrappolati dal nostro narcisismo, da consolatorie illusioni e fantasie, tendiamo a
non voler accettare la realtà, pensiamo che la vita ci debba offrire sempre e
solo momenti felici, serenità, doni. In parte avviene, ma il dolore, la
sofferenza, i problemi, la tristezza sono ineliminabili dalla vita.
Oppure accecati dal nostro narcisismo in versione masochistica, cerchiamo in eterno situazioni che ci garantiscano sofferenza, ripetiamo in eterno il copione della vittima sacrificale soggiogata senza scapo al suo aguzzino di turno. Se abbiamo illusioni e fantasie inevitabilmente attribuiamo all’altro (chiunque esso sia) delle qualità sovraumane e salvifiche che nessun essere umano può avere. A questo punto arriverà sicuramente delusione, dolore, rabbia e ci sarà sempre un nemico o un colpevole.
Siamo
fatti di mille parti, spesso immature, di cui abbiamo una scarsa consapevolezza e una scarsa capacità di governo. Abbiamo enormi limiti a cui possiamo
provare a reagire. Dall’amore con un narcisista psicopatico possiamo essere fatti a
pezzi, ma anche essere rimessi al mondo.
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