"Ogni
percorso di salvezza passa anche per l’inferno".
Gesù,
Budda, Ulisse, Dante, San Francesco, Ghandi… la storia dell'umanità è ricca di grandi maestri
e personaggi che ci spiegano e dicono ciò. Grandissimi maestri spirituali che indicano
la strada, che ci parlano dell’incontro tra bene e male, del viaggio fuori e
dentro di noi, del difficile percorso per diventare ciò che si è. Persone consapevoli,
realizzate nell’amore e nella propria vocazione. Ogni individuo può e deve essere come Dante che attraversa l'inferno, il purgatorio verso il paradiso terrestre come una nuova coscienza e amore di sé.
A questo proposito anche quando si parla dell'incontro con un narcisista psicopatico si fa riferimento a un'atroce sofferenza in amore o nella vita sociale. In realtà tutto il
genere umano si trova di fronte allo stesso percorso di sofferenza. Anche chi apparentemente
non soffre come alcuni esseri freddi e disumanizzati, chi vive nella assoluta superficialità e stupidità, soffre
spaventosamente ma senza saperlo. Non sa cosa si perde. In realtà si perde tutto il bello
della vita, si perde l'essenza della vita.
Il
narcisista patologico come il depresso disperato vivono in una prigione dalla
quale non riescono ad uscire. La cosa buffa è che finiscono per
lottare tra loro cercando di aumentare il loro potere sull'altro perché scaricano sul nemico i
loro enormi conflitti non risolti.
Per
gli animali è normale realizzare la loro natura. Per gli esseri umani non lo è
affatto. Solo pochi riescono ad evolvono nella consapevolezza. Limitato è
il numero di chi beneficia di questo privilegio dopo aver attraversato
dell’inferno. Una nuova dimensione interiore più elevata simile al paradiso
terrestre.
Esiste una sorta di paradiso terrestre dentro di noi, una consapevolezza che supera la contrapposizione tra vittima e carnefice. C'è ed è la possibilità
della persona responsabile e consapevole che accettando il male fuori e dentro di sé lo integra a lo governa.
Traumi
infantili possono portare il bambino a reagire difensivamente, così da adulto magari ha la tendenza a difendersi passando dalla simbiosi affettiva a quella autistica. Le strutture difensive oscillano così tra i due
opposti: dal dipendete affettivo al narcisista.
Le
parole chiave del dipendente sono: volersi male, coazione a ripetere le
dinamiche malsane dei primi rapporti, inadeguatezza, tristezza, passività, dipendenza, vissuti regressivi che ci
riportano ad eventi dolorosi del passato, ritorno del rimosso, difficoltà ad uscire dallo
sguardo giudicante e vendicativo dei genitori, senso di colpa interiorizzato, la vita ha senso solo nell'approvazione dell'altro...
Le
parole chiave del narcisista sono: dominare, possedere, usare, aggredire,
penetrare, conquistare, prendere il comando, pervertire con freddezza e
calcolo, sedurre e manipolare, parassitare, rifiuto del legame e della
dipendenza, maschera, armatura, non posso amare nessuno se non me stesso, non posso dipendere...
Anche nella vittima c’è un lato oscuro che va visto e attraversato.
In altre parole il rapporto con un narcisista psicopatico mette in luce il lato
narcisista e psicopatico della vittima o di chi sa amare e cerca l’amore in modo a volte non sano.
Quello narcisista e psicopatico è il lato oscuro di ognuno di essere umano. Se
non riconosciuto e elaborato porta a vivere sempre e solo scissi, una eterna lotta tra Vittime –
Carnefici in cui tutti perdono e l'unica cosa che può mutare sono i ruoli.
Ciò che dentro di noi e nella nostra vita
ci appare come brutto, debole, deforme, mostruoso ci era necessario per
arricchire e ampliare la nostra umanità. La nostra realtà va accettata come
l’unica possibile perché oggetto di forze fuori dal nostro controllo. Il
controllo che possiamo esercitare nella nostra vita senza essere consapevoli è
davvero limitato. La nostra parte distruttiva è sempre troppo grande.
Se
ci arrendiamo al lato oscuro delle cose.
Se accettiamo che nessuna persona al
mondo potrà saziare i nostri bisogni.
Se ammettiamo che anche noi abbiamo la
nostra parte narcisistica e psicopatica.
Allora diventiamo consapevoli e
possiamo essere davvero responsabili.
Solo così possiamo
incidere sul nostro destino, determinare il nostra benessere cercando il bene e allontanandoci da ciò che ci fa male.
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