sabato 8 aprile 2017

"Non lo so" e la pizza


"Non lo so" (volevo inserire l'esclamativo ma poi mi sembrava eccessivo).
Chi pronuncia questa frase subito attira la mia attenzione. Mi colpisce l’ammissione di colpa, contempla l'imperfezione. Mi spaventa chi propone ricette universali, chi sventola soluzioni preconfezionate. Non lo so prevede l'attesa. Apre alla complessità.
 
Non lo so” quantomeno apre al dialogo, all’ascolto, al confronto. Riporta tutti sullo stesso piano senza teste di serie, raggruppa le griglie di partenza, sgretola il muro delle certezze o delle idee rigide su cui rimanere arroccati.
Anche quando sai tutto sui narcisisti psicopatici, anche quando conosci ogni cosa di loro, cosa fai per evitarli per sempre e per stare bene senza di loro? "Non lo so".
Anche quando hai fatto un grande lavoro su te stesso e hai una consapevolezza enorme come fai a stare bene, ad essere felice, a progettare un futuro creativo e pieno di speranza. "Non lo so".
 
Mi limito ad applicare la mia personale teoria sulla pizza. Fatico a capire quando la pizza è molto buona, speciale, fantastica. Ma riconosco subito le pizze cattive e dopo pochi bocconi smetto di mangiarle. Conosco i miei limiti, non ho un palato fine che sa assaporare al meglio e percepire perfettamente gli ingredienti, la cottura, i sapori. Però riconosco alla perfezione ciò che non mi piace, mi è pesante, non digerisco. In questo sono una bomba, ho un feedback immediato tra stomaco e cervello.

Alla larga dai finti guru, da chi propone ricette universali, da chi non dice mai “non lo so”.
Sapere è la prima cosa. Se non sei consapevole di nulla non potrai mai decidere davvero nulla. Decidere e assumersi delle responsabilità prevede l’errore. L’errore e il fallimento sono alla base dell’apprendimento. Imparo solo grazie agli errori che faccio.

Sono molto più il frutto dei miei errori che non delle mie scelte azzeccate
 
Non so cosa di sicuro mi farà stare bene in eterno. Parto dall’evitare ciò che mi fa male, non ripetere gli stessi errori, dall’allontanarmi da ciò che mi distrugge. La ricetta per essere felice. Non la so. La pozione magica dell’eterna serenità. Non la so. So invece molto bene le cazzate enormi che ho fatto e che spero di non ripetere mai più. E non so se ci riuscirò.
 
Disordine che crea ordine.
Fragilità che diventa forza.
Male assoluto che diventa bene assoluto perché comprende il male.
Il lato oscuro se elaborato diventa creatività, fonte di energia vitale.
La minaccia di morte e distruzione psichica diventa la gioia estatica del nuovo inizio.
Si può guarire uscendo dalla prigione della rabbia depressiva o narcisistica.
Felicità è provare ad amare ed essere amati partendo da se stessi.
Non possiamo pretendere di essere amati.
Possiamo desiderare di esserlo e fare di tutto perché ciò avvenga.
"Non lo so"...

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