Va ripetuto all’infinito che
l’unica vera soluzione per sopravvivere e guarire da relazioni tossiche è il CONTATTO
ZERO. Se per svariate ragione il contatto zero non è praticabile si deve adottare
il CONTATTO MINIMO che vuol dire limitare al massimo i rapporti in particolare
visivi, delegare il più possibile a terze persone, non dare informazioni sul
proprio stato emotivo.
Ma occorre essere realisti. In assoluto è davvero
impossibile nella vita eliminare ogni tipo di relazione con persone tossiche così come è impossibile debellare il male nel mondo. Questo
non solo nelle relazioni d'amore, ma si pensi ai genitori e ai familiari, alle amicizie, ai colleghi, ai compagni di scuola ed in genere ai tanti rapporti sociali che la quotidianità impone. Non si possono eliminare nella vita rapporti con questo tipo di persone. Eventualmente si possono ridurre numericamente imparando a produrre anticorpi utili a tenerli sotto controllo.
In questi casi il primo passo è la distanza emotiva. Cioè fare in modo
che questi soggetti non abbiano potere, in particolare dal punto di vista
emotivo. Mandela imprigionato e perseguitato si sentiva libero con la mente proprio perché non dava potere ai suoi carcerieri. Le sue idee, il suo valore come uomo, il suo senso di profonda dignità lo rendevano forte e libero nell'anima.
INDIFFERENZA e DISTANZA EMOTIVA rappresentano i primi gradini da salire per proteggersi e non cadere nel baratro della manipolazione. Sono un deterrente verso la dissonanza cognitiva che porta ad illudersi di poter tornare al periodo della luna di miele. Inoltre disorientano, destabilizzano e feriscono le persone tossiche perché tolgono loro il ruolo di burattinai che li fa sentirsi vivi e potenti.
Per la vittima di fronte ad un dolore
devastante, ad una debacle narcisista insostenibile, la prima cosa da fare per la
propria salvezza è passare all’indifferenza tipica di
chi conserva un forte sentimento del proprio valore, mette paletti fermi, e
vive la propria vita indipendentemente di chi lo ferisce in modo freddo e spietato pur avendo ricevuto amore. La vittima deve tornare a se stessa.
Deporre le armi. Arrendersi.
Rinunciare ad una inutile vendetta. Se volete, l’idea è un po’ quella di
aspettare il cadavere del nemico sulla riva del fiume. Tanto i narcisisti
psicopatici riproporranno altrove le loro dinamiche patologiche, in una serie
infinita e ciclica di esperienze tutte uguali. L’idea però è anche quella di
assumersi le proprie responsabilità rispetto a ciò che fa male. La
consapevolezza deve portare ad azioni coerenti anche se difficili e faticose. La
prima è il distacco. Scelta imprescindibile per tornare ad avere una dignità personale, quella
dignità che invece i soggetti tossici calpestano e vogliono fare a pezzi.
Nessun commento:
Posta un commento