giovedì 2 marzo 2017

Mancano di memoria emotiva i narcisiti psicopatici


 
Gli psicopatici riescono a chiudere storie sentimentali abbandonando la propria compagna in modo molto brutale, COME SE I RICORDI DELLA RELAZIONE FOSSERO CANCELLATI e, contemporaneamente, non smettono di assillare e molestare alcune delle precedenti vittime secondo lo schema della relazione boomerang. Come funziona la loro memoria emotiva?Recentemente mi è capitato di ascoltare alla radio una canzone. Riascoltarla mi ha portato con il pensiero alle prime fasi della relazione con la mia ex, quelle in cui l’idealizzazione nei miei confronti era al massimo. Era quella la canzone di quando ci siamo visti la prima volta e riascoltarla mi ha fatto vivere uno di quei momenti di dissonanza cognitiva in cui una sensazione di perdita, mista a tristezza e malinconia, prende il sopravvento. Ho avuto un altro momento simile vedendo alcuni luoghi.
 
Tutti passiamo questi momenti nel corso della vita, quando alcune occasioni scatenano le nostre emozioni: possono essere brani musicali, luoghi, odori, fotografie, qualsiasi cosa in grado di risvegliare i ricordi dei giorni passati o delle persone che sono state o sono importanti. In quelle rievocazioni siamo pervasi da un’ondata di emozioni e i momenti in agrodolce riaffiorano; possiamo provare sentimenti di gioia, felicità, contentezza, tristezza, dolore e così via: sono i nostri ricordi emotivi. C’è una ragione fondamentalmente biologica che sta alla base del meccanismo di connessione tra emozione da una parte e stoccaggio e recupero dei ricordi dall’altra: gli psicologi hanno effettuato ricerche sulla funzione della memoria e hanno notato che l’azione del ricordare coinvolge circuiti specifici del cervello che influiscono su particolari zone neurologiche. I circuiti che permettono all’emozione di rendersi percettibile lavorano in tandem con quelli dello stoccaggio emotivo in quanto sono con loro intrecciati; il che spiega per quale motivo il ricordo di momenti spiacevoli produce emozioni spiacevoli e, allo stesso modo, il richiamo di esperienze gradevoli stimola emozioni positive. Siamo molto più probabilmente in grado di rievocare momenti associati a emozioni forti piuttosto che eventi emotivamente neutri o mancanti di spessore emotivo.
 
Le emozioni sono immagazzinate secondo una mappatura, un’organizzazione e una classificazione delle esperienze che vanno a comporre un resoconto interno in grado di dare soluzione di continuità temporale al nostro passato emotivo. Immagini il caos e l’instabilità che governerebbero le nostre esistenze se non ci fosse questa continuità?
 
E' proprio la sua mancanza una delle caratteristiche principali della relazione patologica, dove le contraddizioni, le dicotomie e la mancanza di un continuum creano squilibrio. La psicopatia è fondata sui tratti che rientrano nel Cluster B dei disturbi della personalità; caratteristica presente in tutte le varianti della patologia psicopatica è la povertà emotiva. Le neuro immagini hanno rivelato che gli psicopatici hanno differenze anatomiche nelle regioni paralimbiche del cervello che governano l’elaborazione e il trattamento del processo emotivo. Il che significa che gli psicopatici possono sentire solamente una gamma limitata, rozza e rudimentale di emozioni e, quelle che riescono a provare, sono di breve durata. In altre parole, MANCANO DI MEMORIA EMOTIVA che è una delle ragioni per cui, in loro, la capacità di ricordare è scarsa, selettiva e contraddittoria; nel cervello degli psicopatici i diversi circuiti neurologici non lavorano in tandem.
 
Gli psicopatici non hanno profondità emotiva costante in grado di formare una sufficiente storia interiore; sono, in pratica, BUCHI NERI VUOTI. Possono essere capaci di complessità cognitiva, ma è sicuro che se sono disturbati il segnale di intelligenza emotiva è debole o assente è non è possibile conservare traccia di trascorsi emotivi. Il loro è un COPIONE che cambia in continuazione , viene spesso RISCRITTO E SI CONTRADDICE nelle diverse versioni, lasciando la vittima disarmata e sconcertata.

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