Mi ha colpito molto scoprire, leggendo sulle violenze
domestiche, che molte donne non sapevano neanche dire con sicurezza se venivano
o meno maltrattate dal compagno, come se gli abusi fossero scambiati per
normalità o persino per una forma particolare di amore. Non parliamo poi degli
abusi subiti dagli uomini che per retaggio culturale tendono a non dire nulla
perché subentra la vergogna di denunciare.
Il partner narcisista psicopatico ha due facce. Una che
mostra quando è in coppia, terribilmente freddo, egoista, crudele, critico,
umorale o totalmente disinteressato dei sentimenti e dei bisogni di chi ha
accanto. Spesso usa la critica, l’ironia spinta, la derisione, e tutta una serie di strategie di manipolazione e abuso. L ’altra
faccia è quella che mostra in pubblico, davanti agli altri, quando parla con
gli amici, o sul lavoro. Diventa il compagno fedele, affettuoso, pieno di
premure, brillante, sicuro, aperto, disponibile.
Nell’intimità del rapporto a due la vittima sembra non
meritare felicità, sicurezza e vero amore. Diventa il bersaglio
della rabbia, della frustrazione, e dell’ostilità senza avere la minima idea
del perché, di cosa abbia fatto per meritarselo. Ma non si allontana non fidandosi
del suo istinto e del suo buonsenso. Forse c’è una predisposizione al
masochismo, una mancanza di identità, un inguaribile senso di colpa rispetto a
presunti difetti, o forse è solo la conseguenza inevitabile di una costante e sottile violenza emotiva. La cosa certa è che alla sofferenza si aggiunge una dose
extra di dolore frutto della vergogna di essere trattati come oggetti che non
valgono nulla, senza reagire e senza andarsene. La violenza psicologica è lesiva
come quella fisica e può condurre alla malattia e alla morte. Inoltre la
vittima disumanizzata viene progressivamente isolata da famigliari e amici e
questo ne riduce drasticamente le possibilità di consapevolezza e fuga.
Si tratta di violenza perversa che mira a fare a pezzi il
partner in maniera costante e ripetuta, attraverso gesti o parole di disprezzo,
umiliazioni o discredito, evitando ogni responsabilità e conflitto interiore
perché tutte le colpe vengono attribuite all’altro. La cosa paradossale è
appunto che, troppo spesso, le vittime non realizzano di subire un maltrattamento
perché vengono indotte a cambiare la loro percezione della realtà, di cosa è
giusto e di cosa è sbagliato. Basta negare che sia mai successo qualcosa,
accusare di aver dimenticato o di aver ingigantito un evento, interpretare
tutto ciò che accade in modo arbitrario e falso. Le vittime sovente non ricordano, dimenticano,
cancellano. In altri casi si assumono le colpe di tutto e attribuiscono il loro
malessere a presunti difetti caratteriali. Imparare a stare anche da soli
e non in coppia a tutti i costi, ed approfittare del piacere della solitudine, può essere un primo passo per
ritrovare pace e lucidità. Da lontano molti cose sono più chiare.
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