Quasi sempre anche la vittima ha
una parte narcisistica che non vuole o non riesce a riconoscere (sia chiaro tutti hanno tratti narcisistici, ciò però non vuol dire avere un disturbo narcisistico pervasivo e cronicizzato che condiziona l'intera vita). Ed è questa che in realtà e crea e alimenta la lotta di potere e un attaccamento morboso ad un rapporto disfunzionale che fa soffrire. Chi si sente vittima
dell’altrui incapacità di amare e aggressività, presenta comunque una forte componente narcisista, non come il prevaricatore di turno, ma per certi aspetti simile.
La vittima giudica, si sente nel giusto,
accusa e pretende dall’altro il cambiamento che non sa ottenere al suo interno.
Se dice di volere dare e ricevere amore è impossibile che stimi e riesca ad amare davvero un narcisista psicopatico dopo aver capito chi è, e aver sperimentato sulla sua pelle comportamenti inaccettabili. Certo l’impatto con la verità nascosta può essere duro, uscire dalla
manipolazione un'impresa ardua, ma non ha nulla di sano e giusto continuare ad amare chi
deliberatamente abusa e fa soffrire.
In un certo senso quindi, anche la
vittima manipola a sua volta la realtà, e lo fa sentendosi buona, e
cercando di alleare altri nella propria propaganda. Se viene confrontata non
ascolta, non riflette, ma reagisce con indignazione. Attaccata alla sua
immagine di brava persona, è permalosa e reattiva. È convinta di avere ragione.
Non vede la propria responsabilità e, appena può, esternalizza il suo dolore
con coloro che cercano di aiutarla. Come il narcisista, rifiuta
selettivamente i punti di vista che non confermano la sua visione. È orgogliosa, non davvero
umile, non radicata alla terra e alla realtà. Perché chiedere amore ad un leone
è davvero una prova di grande senso di onnipotenza.
Alla base c'è la pretesa di tornare alla
fase di luna di miele. La voglia di vivere a tutti i costi nel sogno, di essere
il principe o la principessa per qualcuno. In realtà delega ad altri la propria vita e
la propria felicità. Il fatto di subire le fa credere di essere oggetto di ingiustizia. Arriva a pensare per
darsi ragione che: “vedi, continuo a essere prevaricata,
proprio perché mi comporto bene”.
Confrontare la vittima con la sua
parte narcisistica è un compito molto delicato. Va fatto con tatto e
intelligenza, aspettando il momento giusto in cui il concetto può essere
riconosciuto e accolto. Ma non si tratta di tecnica o tattica, ma di individuare il tempo
giusto per la
consapevolezza. Si può confrontare il narcisismo altrui nella
misura in cui si è imparato a vedere e confrontare il proprio. Quindi, nella
misura in cui si sono sviluppate sufficiente umiltà, dedizione alla verità e
responsabilità. Ovvero nella misura in cui si pone fine alla manipolazione e
all’esercizio subdolo del potere dominio o racket anche da parte della vittima.
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