Sicuramente conoscete i dieci
comandamenti della Bibbia. Ma forse non conoscete altri dieci suggerimenti che ho
letto (non ricordo dove), che cominciano con “Non annoiare Dio” e “Non annoiare
te stesso”. E poi ci sono i dieci comandamenti proposti dai nativi cherokee
dell’Alabama centrorientale, che comprendono “Offri aiuto e gentilezza ogni
volta che è necessario ma solo alle persone che se lo meritano” e “Occupati del
benessere della tua mente e del tuo corpo prima di occuparti del benessere
mentale e fisico degli altri”. Se chi legge è una vittima (vera)
di un rapporto tossico questo può essere un ottimo momento per formulare e
dichiarare ufficialmente il suo patto solenne con la vita. Quali sono i
principi essenziali che la guideranno lontano dal male supremo, verso il bene
supremo?
Potrebbe essere un primo passo
decisivo per un futuro in cui essere immuni dal vuoto della tristezza,
dall’abisso della paura, dal caos della rabbia e della vergogna che si prova
dopo la fine del rapporto con un narcisista psicopatico. Mi rendo conto che
quello che ho appena detto può sembrare un’esagerazione. Eppure molti
sopravvissuti ce la fanno, non solo confermano la mia previsione, anzi, col
tempo stanno molto ma molto meglio di prima. Quello che si può raggiungere è un
livello superiore, una sorte di luce interiore concentrata e gioiosa che
ingloba mente e cuore.
Se si ha cura di se stessi, e con l’aiuto di una valida rete
di protezione fatta da parenti, amici, terapeuta, non solo si può guarire, ma
anche liberare importanti risorse vitali che solo l’elaborazione del dolore
permette di fare. Un veleno diventa una medicina, una malattia la salvezza, il
ritorno dall’abisso un paradiso. Bisogna però accettare che per guarire e
raggiungere una pace interiore, non si può eliminare la sofferenza, ma bisogna
elaborarla partendo dalla consapevolezza che non si è solo vittima. In verità
si è anche stati in qualche modo complici dopo lo svelamento. Vero è che gli
effetti della manipolazione sono devastanti, ma in troppe occasioni la vittima
sa cosa è giusto fare ma non lo fa, per mille ragioni ma non fa ciò che il suo istinto e la sua coscienza gli chiedono di fare. È utile
capire che forse durante la fase di idealizzazione si pensava erroneamente di
poter risolvere i proprio problemi irrisolti e le proprie ferite con il sogno
della relazione perfetta. Se qualcuno manipola c’è qualcuno che si fa
manipolare. Se qualcuno fa soffrire c’è qualcuno che accetta queste sofferenza
senza difendersi o scappare. Meglio recuperare l’amore tradito verso se stessi,
per poi ripartire davvero ad amare qualcuno in una dinamica sana e di
sufficiente reciprocità.
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