mercoledì 8 marzo 2017

Vittimizzare potere e controllo


 
Le vittime credono che se fossero state solo un po’ più tolleranti, pazienti, accomodanti, la relazione avrebbe funzionato. O che questi individui possano trovare la felicità con un’altra persona, magari con la stessa per cui hanno deciso di lasciarle. Non sarà così: gli psicopatici non sono in grado di accendere e spegnere la propria patologia a piacimento. Il loro disturbo di personalità non ha niente a che vedere con voi. Con voi, come con qualsiasi altra del passato, si è solo manifestato e continuerà a manifestarsi con chiunque nel futuro.

Negli psicopatici narcisisti si registra uno sbilanciamento verso tutto ciò che è PIACERE, e cioè la ricerca sfrenata del raggiungimento di uno status elevato, il bisogno di costante eccitazione, l’ipersessualità e il predominio nell’ambito del proprio ambiente sociale. La ricerca spasmodica del riconoscimento e la scalata al potere portano spesso questi soggetti a posizioni di successo nei campi più disparati: nelle diverse giungle professionali troviamo famosi avvocati, luminari di medicina e chirurgia, prestigiosi imprenditori, leader politici. Rieber e Vetter, in The Language of the Psycopath, sostengono che gli psicopatici apprezzano il potere tanto più esso riesce a provocare VITTIMIZZAZIONE: non trovano appagante una conquista se la stessa non è in grado di vittimizzare qualcuno. Non hanno solo bisogno di sentirsi potenti ma di sentire che qualcuno è più debole di loro. Il danno che infliggono agli altri è estremamente appagante.
 
Che lo psicopatico non possa far nulla per il suo comportamento non significa che la gente debba dispiacersi per lui e restare nella relazione. Bisogna capire che non è la vittima a provocare il malfunzionamento della testa dello psicopatico e non spetta a lei rimettere a posto le cose. Non vi è scusa alcuna per devastare la mente delle vittime attraverso abusi e manipolazioni che sono quasi sempre volontari.

Nessun commento:

Posta un commento