venerdì 23 giugno 2017

NON SI PUÒ AMARE un narcisista psicopatico



AVVISO: per una decina di giorni non scriverò. Pausa estiva. Scrivere è terapeutico, come prendere alcune gocce di ansiolitico, ma si deve essere anche liberi dal farlo. Il vero successo nella vita è poter fare ciò che si ha voglia di fare, poter smettere e ricominciare. Allontanarsi da qualcosa migliora la visuale, serve a conoscersi meglio. A presto per chi vorrà tornare da queste parti.
 
Sognare l’amore perfetto e cadere preda dell’illusione costruita ad arte dal narcisista psicopatico durante il love bombing, rappresenta spesso l’inconscio tentativo di riparare a profonde ferite narcisistiche subite nell’infanzia. È come se si volesse guarire da quelle ferite cercando un amore ideale che sappia scaldare del tutto il cuore, in modo totale, eliminando tutto il freddo accumulato dentro.
 
Ma quando si crea una aspettativa cosi elevata è altrettanto facile precipitare dall’alto di questa fantasia irrealistica. Per vivere una vita affettiva sana e serena è necessario essere realisti sulle aspettative che si possono nutrire rispetto a se stessi e all’altro. E farlo da subito, già dall’inizio del rapporto. Cercando di mantenere gli occhi aperti per evitare persone disturbate, ma anche cercando di conoscere e comprendere davvero chi abbiamo di fronte che comunque è diverse da noi.
 
Un rapporto maturo si crea solo quando ci si trova di fronte una persona sufficientemente sana e si riesce a tollerare la sua diversità, cioè si ama anche ciò che sarebbe altrimenti insopportabile. La propaganda legata al concetto di matrimonio felice in questo senso crea enormi danni.
 
Bisognerebbe rendere difficili i matrimoni e non facili i divorzi”. Così come si obbligano le coppie che desiderano adottare un figlio a fare un difficile percorso di preparazione prima di poter accogliere un bambini abbandonato. Nella mia visione della coppia, quando si ama anche una persona sana, prima o poi ci si trova per forza a dover affrontare le problematiche legate al fatto che qualcosa di essenziale di quella persona ci è inafferrabile e ci sfugge, che non lo controlliamo e ci sarà per sempre estraneo. Su questo si basa il vero amore. Riuscire ad amare ciò che dell’altro ci sfugge proprio perché è altro da noi, il suo lato oscuro e diverso.
 
Tutt’altra cosa è però amare un narcisista psicopatico. Proprio perché non è davvero una persona ma un personaggio. È solo lato oscuro, niente più. Le sue parti malate costruiscono l’intera personalità. Non conserva nulla di vivo a livello di sentimenti. In un rapporto sereno le difese e le maschere si possono ridurre e abbassare proprio perché ci si sente capiti e amati ugualmente. Il problema infatti non sono le ferite narcisistiche quando le difese malsane messe in atto a protezione di queste ferite.
 
La vera intimità e il vero amore si creano nella fragilità, in un crescendo di verità, nella possibilità di essere autentici anche se imperfetti. Si deve poter mostrare la vulnerabilità perché questa verrà accolta. Cosa che il narcisista psicopatico non può e non vuole fare, se non per manipolare, ma poi torna ai suoi schemi distruttivi. La malattia narcisistica nasce proprio nella paura di mostrarsi per ciò che si è erigendo difese e maschere. Con un vampiro emotivo non esiste mai reciprocità, amore e vera intimità. Per cui serve solo scappare (bip bip).
 
La vittima deve seppellire l’idea distorta che il con il suo amore il narcisista cambierà. In molti credono purtroppo a questo pensiero. Ma amare una persona non basta per farla cambiare. A meno che quella persona non decida davvero di poter cambiare e lo possa fare, cioè abbia qualche parte sana da cui partire.
 
Continuità, condivisione di progetti a lungo termine, intimità, reciprocità. Questo va ricercato. Sempre e comunque. Non solo nella fase iniziale. Le difficoltà e la fatica fanno parte dell’amore. Assurdo provare a farsi amare da chi non accetta questi pilastri del rapporto. Con i fatti va mostrato l’amore, non solo a parole. Altrimenti si deve mollare la presa e andarsene. Non ha senso sprecare energie emotive e fisiche per stare male.

giovedì 22 giugno 2017

L’ILLUSIONE della vittima nel rapporto con un vampiro



L’illusione costituisce una trappola enorme per la vittima che la porta ad avere paura di perdere un sogno, un’idea, un rapporto che considera fondamentale per la sua vita. Quando si ha paura di soffrire e di guardare in faccia la verità nell’ambito di una relazione, si crea una falsa lettura della realtà per non fare crollare il castello incantato anche se poggia su fondamenta di argilla.
 
L’illusione crea un filtro con il quale osservare ogni cosa ed interpretarla per confermare solo ciò che si vuole credere e vedere, quello che dà una falsa sicurezza e non rappresenta alcun pericolo. Alla base di questo atteggiamento, il più delle volte, si annida la paura della perdita, dell’abbandono, del rifiuto e della solitudine che spingono a non voler rivivere emozioni estremamente dolorose, costruendosi delle idee illusorie nel proprio cervello. In questo modo si perde un sano e realistico esame della realtà. Si diventa schiavi dell’altro, ma soprattutto schiavi di un sogno che non esiste se non nella mente di chi lo pensa. È come creare una scatola nella quale ci si mette dentro finti contenuti. Cosa molto diversa dal prendere dei contenuti concreti per poi metterli dentro una scatola che li contenga. 
 
La cosa più assurda è che chiunque voglia aprire gli occhi a queste persone ottiene in cambio molta ostilità e diffidenza proprio perché fanno di tutto per alimentare l’illusione e non abbandonarla. Se lo facessero tutta la loro vita finirebbe in pezzi, così preferiscono vivere nella falsità più totale piuttosto che aprire gli occhi e soffrire. L’illusione può salvare la vita in particolari momenti. Rappresenta un rifugio, una via di fuga da un grave problema. Ma se questo meccanismo di difesa si protrae troppo a lungo nel tempo finisce per diventare il principale esso stesso il problema come accede nelle dipendenze. Si fa uso di droghe anche per fuggire al dolore, ma poi si finisce per farsi ancora più male a causa degli gli effetti collaterali della dipendenza.
 
In molti casi la tendenza all’illusione di un amore serve a coprire un enorme vuoto emotivo che nasconde ferite affettive presenti e passate. L’altro serve a dare identità, un senso, una direzione che da soli non si riesce ad avere. L’illusione è un meccanismo difensivo che protegge dalla solitudine vista sempre e solo in modo negativo e mai come una opportunità. Ecco allora vuoti di memoria, visioni distorte della realtà, eccessive idealizzazioni, in altre parole atteggiamenti vari che dimostrano come la vittima sia disposta a tutto tranne che ad uscire dalla propria cella.

mercoledì 21 giugno 2017

OVER KILLING dei narcisisti psicopatici



La natura è maestra di vita. Un lupo entra in un recinto di pecore e ne uccide dieci per mangiarne una. È lo scatenamento del furore predatorio di fronte ad animali che, impossibilitati a fuggire in spazi aperti, vengono uccisi non tanto per mangiare quanto per il gusto di uccidere. Tale e tanta è la scarica ormonale che hanno nel cervello i predatori che li porta ad un comportamento molto più crudele del necessario. Si chiama over killing o predazione in eccesso.
 
In apparenza la predazione in eccesso potrebbe sembrare priva di significato e costituire, per il predatore, un inutile spreco di energia ed un rischio assolutamente inutile. In realtà è un istinto naturale frutto di un adattamento evolutivo di secoli. La natura spiega molto meglio di ogni altra cosa certi meccanismi animaleschi e istintuali che comunque sono presenti anche nell'uomo. Infatti anche i narcisisti psicopatici, compresi quelli che non deviano, in alcune situazioni attuano un comportamento di over killing. Un eccesso di aggressività e di rabbia scaricata contro la vittima, specie quando è debole, prostrata, inerme. Provocano un'inutile sovrappiù di sofferenza non giustificata dall'obiettivo che vogliono raggiungere.
 
Questi soggetti tossici hanno bisogno di adrenalina e scariche ormonali per sentire vivi che li spinge, in alcuni casi, ad un eccesso di abuso e violenza come fossero in trans. Ciò spiega anche l’incredulità della vittima nel provare a dare una spiegazione rispetto a tanto inutile dolore. La domanda ricorrente è: “perché mi fai questo? Perché mi tratti così?”. La natura lo spiega. Il comportamento dei predatori ne è la dimostrazione lampante. Perché certi soggetti sono più simili a belve che ad umani dotati di sentimenti.
 
Istinti primordiali li portano a fare del male e a godere nel farlo. Ne hanno bisogno. Sanno fare solo quello. Essere predatori è l’unico modo che hanno per vivere. Giocano al gatto col topo, preparano per lungo tempo la loro strategia che però conduce sempre allo stesso risultato: distruzione, eliminazione e abbandono della vittima dopo averla consumata totalmente. Si calcola che ogni narcisista psicopatico vittimizza durante tutta la sua vita circa 60 persone producendo in loro diversi gradi di distruzione emozionale e fisica.

L’aggressività umana è insita e innata. A volte è necessaria per sopravvivere rispetto ad atroci esperienze. Il film Revenant (Redivivo) mette in scena in modo esemplare come la sete di vendetta e la rabbia siano chiavi di salvezza che permettono di sopravvivere a tutto. La rabbia e l’aggressività servono anche a dimostrare qualcosa a qualcuno, ad avere potere e controllo sugli altri. Spesso chi le manifesta ha paura di non essere amato, considerato, ascoltato, temuto, paura di perdere qualcuno, una relazione, un lavoro.

Aggressività è sinonimo di volontà potenza, diretta a superare dei sentimenti di inferiorità. Nei narcisisti psicopatici questa sovra compensazione è molto evidente. Si sentono vuoti e inferiori reagiscono con il sé grandioso, la manipolazione e una forte aggressività. Sono rabbiosi proprio perché si sentono inferiori e inadeguati. Si sentono frustrati e vogliono rivalersi su soggetti più deboli.

martedì 20 giugno 2017

Ordine, caos e rapporti tossici




Guardando i rapporti con i narcisisti psicopatici da un altro punto di vista potremmo definirli come il desiderio di caos nella vita quale possibile fonte salutare di energia vitale. Il rapporto tra ordine e caos è una cosa che mi affascina moltissimo. In particolare sono da sempre attratto dal rapporto che ogni persona ha tra l'attrazione per il caos e la voglia di ordine. Ed in questo senso i rapporti tossici, il confronto col male, sono un esempio limpido di distruzione di ogni tipo di equilibrio a cui può seguire una nuova rinascita in grado di sprigionare una enorme quantità di energia creativa.
 
Il caos è una specie di “acceleratore della vita”, una “promessa di libertà”, una sorta di “stimolatore di cambiamento”, che però destabilizza, terrorizza, spaventa, fa soffrire. Proprio per questo gran parte del tempo nella vita è perlopiù rivolto a inseguire un maggior ordine, a voler strutturare, organizzare, inglobare tutto in una rassicurante routine.
 
Reagiamo al caos sforzandoci di riportare all’interno di recinti cose altrimenti ingovernabili. Proviamo a mettere insieme e dare un senso ad un complesso di esperienze che spesso non hanno alcun ordine tra loro. Questo doppio gesto di fare e disfare, apparentemente contradditorio, trova poi la propria personalissima dimensione in ogni essere umano. E può trovare una via nella ricerca di rapporti tossici proprio perché obbligano ad abbandonare ogni stabilità.

Il caos è la ferita di cui l’ordine è cura”. Insieme formano un’alchimia magica. Dal mettere in fila le matite sulla scrivania, alla mania per la pulizia, fino ad arrivare alla disattenzione nei confronti delle persone che abbiamo accanto, sono tanti gli “strumenti” che utilizziamo per aumentare la prevedibilità, la conoscibilità, la quotidianità, la familiarità, l’abitudine. Il problema è che, allo scopo di limitare la fatica e l’insicurezza che comporta il vivere nel caos, finiamo anche per spegnere la curiosità, la passione, il cambiamento.
 
Quello che di davvero bello c’è nella vita è sempre difficile da trovare in modo semplice. Il più delle volte passa per il dolore e la sofferenza. Esperienze che sembrano orribili e distruttive possono diventare una fonte inesauribile di gioia. Per cui anche il rapporto con un narcisista psicopatico può alla lunga essere fonte di vera gioia proprio perché libera la parte più viva della persona.
 
Sappiamo che la vita non è a compartimenti stagni. Sappiamo che i nostri sentimenti (che sono il termometro del vivere) non sono univoche sensazioni. Non sono sensi unici. Non hanno alcuna esclusiva in noi. La vita stessa è un insieme di cose diverse e spesso caotiche da accettare. Basti pensare a quanto amore e odio siamo collegati tra loro. Più amo e più odio proprio perché dipendo da qualcuno. Insomma, tutto è insieme. E tutto insieme è caos.
Lì a volte si può trovare nascosta la felicità.

lunedì 19 giugno 2017

ANDARE OLTRE il narcisista psicopatico



Andare oltre ad un certo punto diventa fondamentale. Ad un certo punto diventa fondamentale saper andare oltre il rapporto distruttivo col narcisista psicopatico. Non tutti riescono a farlo. Alcuni rimangono intrappolati nell’eterna manipolazione per tantissimo tempo o per tutta la vita. Altri vanno avanti sapendo cogliere l’occasione per diventare persone migliori. Chiunque (e sottolineo chiunque) può cadere vittima di un vampiro emotivo. Non chiunque però riesce ad andare oltre una sofferenza così grande.
 
La maggior parte della vita la si passa a reagire nel modo migliore a ciò che succede. La vita è come è, non come la vorremmo. Per prima cosa serve accettare la realtà a cui è del tutto inutile opporsi in modo ostinato. Cruciale invece è saper andare oltre trasformando le esperienze negative in qualcosa di costruttivo che possa diventare un dono per se stessi e per gli altri.
 
Quando si riesce ad uscire da una relazione del genere tutto cambia. La visione del mondo e della vita assumono connotati diversi. Come fare un viaggio al centro della terra e ritorno e ritrovarsi persone totalmente nuove. Cambia il peso di ogni cosa. Si comprende il valore del tempo e come sia necessario non sprecarlo donando alla propria vita un senso nuovo.
 
Si ama e si combatte per mesi e anni sperando in un rapporto che conduce invece verso il baratro emotivo e fisico. Poi alcuni capiscono che l’amore non può coesistere con abusi psicologici, violenze, e continua manipolazione. Serve difendersi e tutelare se stessi.
 
Certo non è facile. Uscire dal dolore e non continuare a ripete gli stessi schemi ed errori è particolarmente ostico. La consapevolezza è fondamentale così come l’aiuto delle persone davvero care. La conoscenza e il metodo sono altri preziosi strumenti che permettono ogni giorno di andare avanti quando la sofferenza sembra insostenibile e ci si sente svuotati, morti dentro.
 
Una relazione ci può dare la vita o annientare, può nutrire o distruggere. L’effetto benefico o tossico dipende anche da noi. Da come reagiamo al comportamento dell’altro. La capacità di riconoscere e praticare un amore sano diventa fondamentale e sovente trascurata. Mentre l’incapacità di uscire da amori tossici rende le vittime fragili, vulnerabili, sofferenti, tristi, dipendenti, ossessionate dal desiderio del proprio carnefice anche quando è evidente che non sa dare e ricevere amore. Ecco allora che proliferano relazioni con brevi periodi idilliaci e lunghi periodo di sofferenza, instabilità, dolore, totale mancanza di empatia e amore. E la cosa assurda è che spesso tutto questo nasce dalla voglia di aiutare e donarsi  a qualcuno.

venerdì 16 giugno 2017

FARSI MALE... con i narcisisti psicopatici



PERSUASIONE INDIRETTA del narcisista psicopatico



Superata la fase di idealizzazione il narcisista psicopatico utilizza molto anche la persuasione indiretta. Cioè butta là suggerimenti, battute, frasi generiche che vengono recepiti dalla vittima come suggerimenti e inviti a determinati comportamenti. Allo stesso tempo finge che tutto sia pronunciato in modo del tutto innocente e senza doppi fini.

Uno dei metodi preferiti è il modo i cui fa i complimenti. Insulta gli ex per lusingare la vittima, ma in realtà vuole solo addestrarla. Per esempio se dice: “il mio ex faceva sempre questa cosa e non la sopportavo mentre tu non la fai”, ordina alla vittima di assumere un determinato comportamento se vuole continuare la relazione. Non è un complimento ma è un monito. Se la vittima ripete la condotta dell’ex, scatterà la ritorsione. Inoltre con molta probabilità l’ex non ha mai fatto nulla di quello di cui parla. Per il narcisista psicopatico è solo un modo per ottenere ciò che vuole.

Altri esempi sono:
- “litigavamo sempre per la sua gelosia stupida”;
- “aveva sempre bisogno di parlare al telefono mentre tu non hai per fortuna questa necessità”;
- “la mia ex mi tormentava sessualmente di essere più affettuoso mentre tu mi accetti per come sono”;
- "per fortuna non sei come il mio ex che voleva sempre baciarmi quando facevamo sesso anche se a me non piace".

Non sono complimenti sono aspettative. Un modo indiretto per dire: non essere così, non diventare così, altrimenti sono guai. Il narcisista psicopatico ha in testa una serie di comportamenti ideali o che lo infastidiscono e vuole fare in modo di arrivare a costruire un compagno, figlio, amante, amico, collega perfetto per le sue aspettative.

Con questa strategia di addestramento indiretto la vittima metterà in atto comportamenti graditi spontaneamente per non essere scartato come chi l'ha preceduta. Per lo stesso motivo cesserà di essere litigiosa, critica, invadente anche quando il soggetto tossico si competerà in modo imbarazzante e abusante.

Al minimo comportamento sbagliato il partner viene punito col silenzio o con osservazioni pungenti e aggressive, tanto per ricordare che l’idealizzazione potrebbe finire da un momento all’altro e potrebbe andarsene passando a persone migliori. È questa la ragione per cui quasi tutti i sopravvissuti provano una rabbia sterminata. Hanno fatto di tutto, hanno offerto le loro migliori qualità a questi vampiri e in cambio hanno ricevuto soltanto abusi, aggressività, sfruttamento, cattiveria.

Vale sempre la pena ricordare che le persone normali dotate di empatia non si comportano in questo modo con le persone che amano. Sono felici di dare e ricevere amore in uno scambio che possa arricchire e rendere migliori entrambi. Perdipiù in modo del tutto naturale.

mercoledì 14 giugno 2017

LE TRAPPOLE dell'amore nelle relazioni tossiche e non


La cosa più difficile da trovare nei rapporto amorosi è l’amore”.
Quando dico ‘ti amo’ che cosa sto dicendo di preciso? E soprattutto chi parla? La mia parte adulta e consapevole o le mie parti infantili che ancora soffrono per vecchie ferite? Il mio desiderio? La mia idealizzazione? La mia dipendenza? Il mio egoismo? Il mio narcisismo più o meno consapevole e patologico? Non c’è parola più ambigua e ambivalente di amore, tanto utilizzata e tanto spesso travisata e svuotata di contenuti veri legati ad sentimenti collegati ad azioni concrete e coerenti.
Il primo tragico errore è quello di confondere innamoramento con amore. L’innamoramento è una fase che al massimo può durare alcuni mesi, ma non per sempre. I narcisisti psicopatici vivono in un eterno innamoramento da cui non riescono ad uscire come fosse una gabbia dorata. L’amore è ciò che rimane una volta terminato l’innamoramento. È quando si passa dalle emozioni ai sentimenti, dal fuoco e dalla bollicine alla stabilità e alla pace. Ogni amore (non solo quelli con soggetti tossici) contiene in se irrazionalità, follia, mistero, pericolo. Amore e odio sono sempre legate tra loro, così come è sempre presente una certa dose fisiologica di conflittualità e aggressività
L’altro errore enorme è quello di pensare che per amare non serve capire, comprendere, conoscere. Come se mente e cuore fossero separati e a prevalere fosse un istinto innato. Questa idea genera danni enormi. Errori su errori che si ripetono nel tempo senza mai capirne la natura e le origini. Anche gli amori più sani sono complicati perché carichi di ambivalenza e difficoltà. La relazione con l’altro è sempre difficile perché tutto ciò che è altro da noi produce qualcosa di diverso rispetto a prima.

L’amore poi fa soffrire. Non è assolutamente vero che è gioia, condivisione, aiuto reciproco. La sofferenza in amore crea problemi enormi a tantissime persone. Avere conoscenze di base su come funzionano le relazioni chiamate “romantiche” è di fondamentale importanza per cercare di evitare errori grossolani.

Perché l’amore è cosi complicato? Perché desiderio e amore sono così legati? Perché non si può vivere perennemente innamorati? Perché ci piace ciò che non abbiamo? Perché cadiamo in rapporti malsani più e più volte? Come stare bene in una relazione gratificante?

Tante domande e cui è complesso dare risposte, impossibile individuare soluzioni universali. Per questo di sicuro l’amore e i rapporti non sono una cosa tranquilla, non sono sempre e solo delicatezza, confidenza, conforto, comprensione, condivisione, gentilezza, rispetto, passione come in realtà si vorrebbe. E questo non solo nelle relazioni tossiche con vampiri affettivi.

martedì 13 giugno 2017

Il DOPPIO ABUSO dei narcisisti psicopatici


La cosa che fanno meglio i narcisisti psicopatici è quella di far credere a tutti di essere vittime delle proprie vittime. Creano un problema psicologico enorme a qualcuno e poi riescono a spacciarsi, gli occhi degli altri, come se fossero loro la parte debole. Così la vera vittima perde la visione della realtà e soffre due volte. Al danno si aggiunge la beffa, viene anche accusato e identificato come la parte cattiva, malata, disturbata. A questo punto spesso “sbrocca”, compie gesti inconsulti, perde le staffe, tira fuori il peggio di sé e avvalora la tesi assurda di essere il carnefice.

Sono abilissimi in questo, in ogni fase del rapporto. Poi si lamentano costantemente agli occhi della opinione pubblica. Nessuno li capisce, nessuno pensa a loro, tutti li fanno soffrire. Si spacciano come gli incompresi e vessati da chi li circonda, come quelli che pur avendo enormi qualità non sono mai abbastanza valorizzati.

Manipolano il contesto sociale per fare in modo di infangare l’immagine della vera vittima che in questo modo è sottoposto ad un DOPPIO ABUSO: quello subito per mano del narcisista psicopatico e quello di sentirsi colpevole per tutto questo e di passare agli occhi degli altri come persone sbagliate, con problemi, difettose. Paradossalmente la VITTIMA viene scambiata per il CARNEFICHE, e cosa ancora peggiore, essa stessa finisce per crederlo pensando di essere una persona difettosa, malsana, egoista, paranoide, piena di problemi.

Altro abuso che compiono spesso è quello di creare un problema per poi risultare i salvatori della patria, coloro che risolvono magicamente il problema stesso. Ad esempio: si alzano al mattino nervosissimi con atteggiamenti critici e aggressivi, la vittima per qualche tempo resiste ma poi reagisce in malo modo, a quel punto la criticano per la sua reazione e compiono dei gesti di finta bontà per sistemare le cose. In altre parole una volta creato il danno ad arte si ergono a salvatori per assumersi tutti i meriti e sentirsi insostituibili.

Feriscono, abusano, creano all'altro un dolore enorme per poi rendersi indispensabili. Abbandonano, fanno sentire inadeguati, offendono, sono assenti, usano il silenzio per poi rendersi superiori agli occhi del partner mostrandosi superiori.

lunedì 12 giugno 2017

ADDESTRAMENTO del narcisista piscopatico


Il narcisista psicopatico allena la vittima a diventare il suo partner perfetto. Nel giro di qualche mese prende il controllo sulla sua vita. Questo processo prende inizio dalla fase di idealizzazione. Nella relazione con soggetti tossici è una cosa estremamente forte e livello emotivo e si vive un periodo diverso da tutto ciò che si è vissuto prima. Si perde la testa. Ci si tuffa in una fantasia appassionata da condividere con qualcuno che pare ci si conosca da sempre. L’intesa emotiva, sessuale, spirituale è hai massimi livelli.
Il narcisista psicopatico è il primo pensiero della mattina e l’ultimo prima di coricarsi. Tutto è fantastico, esaltante, veloce, elettrizzante. Ben presto la vittima si ritrova a progettare un futuro insieme, la routine quotidiana diventa un pallido ricordo. Nulla ha più importanza conta solo la nuova anima gemella. Mentre nel cuore della vittima accade tutto questo nella testa del soggetto tossico i pensieri sono molto diversi. Infatti lui non prova mai sentimenti veri, li ostenta solo. Osserva la preda in ogni sua azione ed emozione e finge di toccare il cielo con un dito.
Più in alto sale il malcapitato di turno e più in basso cadrà. L’idealizzazione, detta anche love bombing, spinge presto ad abbassare la guardia e sviluppare una assuefazione alle continue cariche dei centri del piacere. Le lusinghe e i complimenti spingono l’ego al massimo e fanno tirare fuori aspetti mai visti prima. Nel giro di poco non si può più immaginare una vita senza il narcisista psicopatico.
Si tratta di un vero e proprio lavaggio del cervello che appunto addestra la vittima a diventare poi il partner ideale da sfruttare e distruggere una volta usato.

domenica 11 giugno 2017

L'IPERVIGILANZA dopo relazioni tossiche


Dopo la disavventura con uno psicopatico narcisista, quasi tutti i sopravvissuti devono affrontare la lotta dell’ipervigilanza: "di chi ci si può fidare davvero?".
Le antenne rimangono alte ventiquattro ore su ventiquattro. Paura e diffidenza verso tutto e tutti, indiscriminatamente. Ci si domanda se si è diventati pazzi, dibattuti tra il desiderio di vedere il buono e un senso di disagio quando si passa del tempo con la persona di cui ci si era innamorati perché è evidente la costante manipolazione che mette in atto.
L’affinamento dell’istinto e delle difese personali è un percorso personale che varia da caso a caso. Imparare ad avere cura di se stessi e difendersi da persone tossiche prevede lo sviluppo di mente e cuore, conoscenza e consapevolezza emotiva, istinto e razionalità. Il mondo è popolato da persone malvagie ma anche da tante brave persone. Non è giusto privarsi della compagnia di belle persone perché si è stati feriti e umiliati da narcisisti psicopatici. Il genere umano vive nella relazione, si nutre di relazione ed ha bisogno di relazione. Serve cercare, creare, nutrire relazioni sane.
Una cosa importante è osservare e comprendere i propri sentimenti per trovare un equilibrio tra consapevolezza e fiducia. Serve decidere quali sono i rapporti che meritano, sui quali è importante e giusto investire emotivamente e quali invece abbandonare o trattare con cospicue dosi di indifferenza e distanza. Quando la vittima abbandona gli schemi tossici dentro di se, poi inevitabilmente modificherà anche i rapporti esterni. La domanda “piaccio agli altri?” deve essere accompagnata da un'altra “gli altri mi piacciono?”.
I narcisisti psicopatici sono individui emotivamente immaturi incapaci di cambiamento. Una volta che si esce da relazioni tossiche il caos si dissolve, sostituito dalla lucidità mentale. Serve tempo, impegno, amore per se stessi e tutto torna alla normalità. Finalmente si possono vivere rapporti sani e sereni.

sabato 10 giugno 2017

NESSUN SOSTEGNO e reciprocità con i narcisisti




Il narcisista ricorre agli elogi e alle lusinghe vuote solo per conquistare la fiducia della vittima. Quando le persone hanno davvero bisogno di sostegno emotivo, amore, tenerezza, aiuto di solito ha una reazione distante, tiepida. Oppure rimane freddissimo e totalmente assente.
 
Col tempo la vittima impara a non esprimere più fragilità, a non annoiare più con le proprie richieste per soddisfare normali bisogni affettivi. Rinuncia anche quando si presentano momento in cui avrebbe davvero enorme bisogno di appoggio come in caso di lutti o malattie. La vittima si rende conto che il rapporto è sempre e solo a senso unico e prevedere dover accettare tutto e dare, dare, dare, sempre e solo dare senza ricevere nulla o quasi.
 
Il narcisista è incapace di identificarsi con i sentimenti altrui in particolare col dolore e la sofferenza, per cui non sa offrire nessuna sostegno e vicinanza nei momenti difficili. In caso fosse il suo appoggio è meccanico, freddo, distante, perché è fondato sul concetto del “così si deve fare” e non su reali sentimenti di compassione. Non possono aiutare gli altri perché non provando sentimenti non possono contattare le loro fragilità e debolezze. Per capire cosa prova l’altro è fondamentale avere una risonanza emotiva in se stessi. Cosa che a questi individui manca totalmente.

Altro motivo per cui non offrono sostegno a chi si presenta debole e fragile è che odiano questi comportamenti. Li hanno totalmente esclusi dalla loro vita, li ritengono segno di sottomissione e umiliazione. Non possono e non vogliono mai sentirsi inferiori a qualcuno o bisognosi.
 
Anzi, come sempre proiettano sugli altri le loro parti fragili, deboli, bisognose per poi poterle attaccare e punire, così come magari hanno fatto con loro da bambini. E ancora, chiedere loro sostegno emotivo li mette di fronte alla loro reale incapacità drammatica di provare empatia e di avere veri comportamenti compassionevoli.
 
Aiutare qualcuno significa anche dimostragli che è importante. Tutti siamo creature sociali, tutti abbiamo bisogno degli altri. Anche i narcisisti hanno bisogno degli altri ma NON HANNO IL CORAGGIO DI AMMETTERLO. Farlo significherebbe affrontare la propria VULNERABILITÀ, potrebbe riaprire la ferita narcisistica subita nell’infanzia.
 
Mantengono il controllo negando e sopprimendo i sentimenti. Ma negandoli non conosceranno mai la felicità dell’amore e l’esuberanza della gioia. Ma ecco il dramma: è appunto la paura di essere trascinati dai sentimenti che spaventano i narcisisti. Hanno paura della FOLLIA e contro di essa mobilitano tutte le difese. Nella loro mente perdere il controllo significa diventare pazzi.

venerdì 9 giugno 2017

LA VENDETTA è inutile con i narcisisti psicopatici

La vendetta con un narcisista psicopatico non serve a nulla se non ad alimentare odio e rancore e stare ancora peggio. Il prostrarsi per fare tornare le cose come prima a tutti i costi è una soluzione ancor più pericolosa e frustrante. L’unica cosa che ferisce davvero questi soggetti è l’indifferenza e la distanza emotiva. Trattarli come si tratterebbe il salumiere, la parrucchiera, il collega di una filiale, un vicino di casa.
 
In un primo momento è quasi impossibile. Col tempo però questa strategia di rinuncia a qualsiasi azione che non avrebbe alcun senso (con loro nessuna relazione fuori dalla seduzione e manipolazione ha davvero senso) rappresenta l’unica via possibile per proteggersi e creare le basi per ANDARE AVANTI SENZA DI LORO. In qualche modo la sola ritorsione che può creare fastidio ad un narcisista psicopatico è farlo sentire NIENTE come lui fa sentire niente le sue vittime. Vivere bene senza di lui. Eliminare il desiderio che tanto lo alimenta e lo fa sentire vivo.
 
Nessuna reazione né di amore né di odio, ma pura e semplice indifferenza. Questo lo destabilizza perché vede che non esercita più alcun potere e controllo. È una posizione faticosa, se vogliamo dolorosa, ma inevitabile per sopravvivere e passare oltre. È una dichiarazione di disprezzo più pesante di ogni vendetta, di ogni parola, di ogni ritorsione.
 
Per superare infelicità e traumi derivanti da relazioni malsane serve considerarli con una buona occasione di trasformazione personale. Il dolore diventa allora una benedizione piuttosto che una malattia. Così, in un secondo tempo, si potrà procedere con la vera vendetta nei confronti dei soggetti tossici: VIVERE BENE, essere felici, creare rapporti sani e piacevoli, sviluppare le proprie qualità e interessi a prescindere da loro. Ecco la vera e unica vendetta. Mollare, lasciare andare, vivere bene.

giovedì 8 giugno 2017

TI AVVISA delle sue malefatte il narcisista psicopatico




Il narcisista psicopatico abusa e vive degli altri in tutti i modi possibili. Non c’è nessuna equità e reciprocità o equilibrio in quello che da nella relazione. È un parassita approfittatore ed egoista. La sua capacità di manipolare rivela chiaramente che approfitta e approfitterà degli altri in tutti i modi possibili: economicamente, emotivamente, professionalmente.
 
Il problema è che la vittima agisce come un drogato, cioè rimane legato a ciò che le fa del male. Cade nel vuoto o non riesce ad allontanarsi dal precipizio. Peraltro spesso viene anche ulteriormente colpevolizzata da chi dovrebbe aiutarla perché il narcisista psicopatico è abilissimo a risultare come vittima della propria vittima.
 
L’ossessione del soggetto tossico è quella di umiliare la gente troppo buona, ingenua, e vulnerabile. Ridurre in pezzi tutti colori che offrono amore e bontà. Gode a rompere matrimoni, fidanzamenti, relazioni famigliari, amicizie, collaborazioni lavorative. Sfrutta e si rallegra in modo perverso quando raggiunge il suo obiettivo di sfruttare, manipolare, distruggere.

Come un serial killer lascia delle tracce, sparge indizi. Ama talmente tanto prendersi gioco degli altri che spesso avvisa la vittima delle sua malefatte. Gioca al gatto col topo, a guardia e ladri, sperando di essere scoperto e di cavarsela ugualmente. In questo modo si sente vivo, superiore, invincibile.
 
Con ironia, affermazioni apparentemente assurde, battute accompagnate da un ghigno criminale preannuncia  i comportamenti indecenti che intende mettere in atto o che ha già messo in atto. Oppure utilizza racconti riferiti ad amici e conoscenti per parlare in realtà di se stesso ed osservare la reazione allibita della vittima. Oltre a manipolarlo vuole vedere fino a che punto può prendersi gioco del partner, umiliarlo e sottometterlo.
 
Ecco allora che possono essere pronunciare frasi del tipo:
Adesso mi scopo tutti i mariti delle mie amiche…”.

Sei proprio una stupida. Pensi davvero che abbia un’amante? Sai cosa ti dico, ne ho due e le ruoto ogni giorno…”.

Ti fai delle paranoie assurde, vedi cose che non esistono, sono stata a casa di Michele tutta la notte ma solo perché aveva bisogno di parlare mentre tu pensi che ci abbia scopato”.

Sono fuori tutto il giorno per lavoro e mi faccio un gran culo, dovrei fare come fanno gli altri, andare a puttane e divertirmi un po'...”.

Sai cosa ha fatto il mio amico Andrea? Ha tradito la moglie con una ragazza molto più giovane di lui e dopo soli pochi mesi l’ha messa in cinta, per poi farla abortire”.

mercoledì 7 giugno 2017

Dipendenza Affettiva & Narcisismo


 
All’interno di relazioni affettive in tantissimi casi la problematica del narcisismo si collega a quella della dipendenza affettiva. Persone abusanti cercano dipendenti e viceversa. Gli psicologi affermano che alcuni soggetti sviluppano una dipendenza nei riguardi di relazioni difficili e diventano quindi facili prede per narcisisti psicopatici.
La dipendenza affettiva è tipica di persone cresciute in ambienti carenti di affetto che si sono poi specializzate nel continuare a chiederlo a individui difficili. Invece di rendersi conto che devono fuggire da certi vampiri emotivi incapaci di dare amore, continuano a pretenderlo da loro. Come continuare a chiedere affetto ad un coccodrillo che nel frattempo di riduce a brandelli.
Il dipendente ha una spiccata tendenza ad aprirsi agli altri, a vedere il lato buono delle cose e non la manipolazione e i giochi di potere, pertanto ha una pericolosissima incapacità nel individuare il male attorno a lui e starne alla larga. In fondo ha una personalità con tendenza depressiva, carenza di affetto, ipersensibilità al rifiuto.
Un dipendente reagisce in modo assurdo quando viene maltrattato: invece di scappare, resta incolpandosi di tutto, come se la relazione non funzionasse solo per demeriti suoi. Sono donne e uomini con un bisogno affettivo estremo. Vittime ideali di narcisisti psicopatici.
Ma voglio essere chiaro. Il dipendente è legato al partner, ma soprattuto è legato al rapporto. In primo luogo dipende dalla sua idea di amore, per cui si coinvolge in tante relazioni, più o meno stabili, perchè deve avere una relazione a tutti  i costi.

Il dipendente affettivo lo è infatti anche quando è solo perché cercherà disperatamente un partner con cui instaurare un nuovo legame. È quasi incapace di sopportare la solitudine a causa di una certa immaturità emotiva. Due sono gli aspetti centrali: il bisogno eccessivo di una relazione e il terrore della solitidune.

martedì 6 giugno 2017

L’INCAPACITÀ DI AMARE del narcisista


L’INCAPACITÀ DI AMARE è una caratteristica comune a tutta la popolazione narcisistica. Hanno difficoltà nelle relazioni e si approcciano agli altri trattandoli come oggetti da usare e da abbandonare secondo i propri fini e bisogni, incuranti dei loro sentimenti.
 
GLI ALTRI NON SONO VISSUTI PERSONE che hanno un’esistenza separata, bisogni e interessi proprio, desideri, aspettative, interessi. Sono solo vissuti come qualcosa da cui prendere. A questa incapacità di amare davvero qualcuno nel profondo aldilà delle maschere, si unisce il piacere di trattare gli altri secondo il proprio tornaconto e con atteggiamento che vanno dal seducente all’aggressivo. Il senso di superiorità li porta costantemente ad oscillare tra seduzione e aggressività. Vivono per conquistare o per esercitare potere e controllo.
 
A questo si collega un secondo aspetto determinante dato dalla difficoltà nello stare in relazione per una MANCANZA DI VERA EMPATIA. Cioè studiando l’altro possono arrivare a capire cosa sente e prova, ma mai e poi mai a entrano in sintonia a livello profondo. Se aiutano una vecchietta ad attraversa la strada lo fanno perché sanno che è una cosa apprezzata in società e per dare una positiva immagine di sé, ma a livello di sentimenti non hanno nessun vero nutrimento da una azione del genere. La compiono perché sanno che si fa così e non perché sentono di farlo.
 
Sono anche incapaci di provare sia RIMORSO che GRATITUDINE. Hanno difficoltà enormi a ringraziare e chiedere scusa. Infatti sia il ringraziare che il chiedere scusa implicano la capacità di preoccuparsi per l’altro e di riconoscere un proprio errore. Oppure quando ho bisogno di qualcosa ringrazio perché l’altro mi da qualcosa di cui ho bisogno e che non ho. Il narcisista non può riconoscere il proprio bisogno, sarebbe troppo doloroso o addirittura catastrofico, così come non può riconoscere un proprio errore.
 
Un'altra peculiarità del narcisista è rappresentata dalla relativa mancanza del SENSO DI COLPA. O meglio si può dire che viene sostituito dalla VERGOGNA. Mentre il senso di colpa implica la convinzione di aver compiuto qualcosa di sbagliato e di dannoso verso qualcuno, la vergogna consiste nella sensazione di essere profondamente difettosi e quindi nel timore di essere considerati negativamente come debole, brutto, impresentabile... La vergogna quindi è autoreferenziale e se ne frega del danno provocato. Sebbene ci si vergogni rispetto agli altri, gli altri rappresentano la cassa di risonanza di un conflitto del tutto interno al narcisista.

lunedì 5 giugno 2017

Come evitare rapporti con narcisisti psicopatici?


 
Come fare a capire chi abbiamo davanti? Come poter capire se un soggetto è tossico, narcisista, psicopatico, borderline e come farlo il prima possibile? Questa è una domanda da un milione di dollari. Mi smarco subito. Non c’è una risposta. Non esiste una ricetta.

Servirebbe uno strumento o un esame in grado di fornire un referto chiaro, preciso, inconfutabile e ancora purtroppo non esiste. Magari un giorno ci si arriverà, ma al momento dobbiamo aiutarci come possiamo mettendo in atto tutte le contromisure possibili basate sull'istinto e il buon senso. Anche perché i narcisisti psicopatici perché sono abilissimi nel mimetizzarsi socialmente e scelgono accuratamente le prede. Psichiatri ed esperti sono in forte difficoltà, figuriamoci chi non è preparato e vive di fantasie, illusioni, ingenuità.

Il punto di partenza è sempre la consapevolezza. Porsi il problema. Uscire dell’illusione e dal sogno dell'amore romantico come qualcosa di positivo e unico. Accostarsi al prossimo con prudenza sapendo che esistono persone che non hanno sentimenti e possono essere malvagi e sadici. Chi non si pone il problema e vive nella più assoluta inconsapevolezza corre pericoli enormemente maggiori e rischia seriamente di rovinarsi la vita.

La prima forma di prevenzione per evitare di istaurare rapporti profondi con narcisisti psicopatici è l'avere il buon senso evitare di commettere errori grossolani nella scelta delle persone. Errori che possono (lo ripeterò fino allo sfinimento) causare profondi danni emotivi, fisici e nei casi più gravi condurre anche alla morte. I soggetti tossici vivono tutti i giorni cercando di agganciare le loro prede mostrandosi proprio come esseri meravigliosi in gradi di soddisfare l'attesa dell'anima gemella.

Esistino precise avvertenze. La prima è abbandonare il mito dell’amore romantico e passionale. Abbandonare il mito del  “principe azzurro” (o principessa), del vivere ogni giorno nella speranza di incontrare "l’altra metà della mela". Fondamentale è essere disposti a rinunciare ad un concetto di amore molto idealizzato e illusorio.

Serve mettere in totale discussione tutto ciò che si credeva fosse l’amore e soprattutto riavvolgere il nastro della propria biografia per rileggerla con occhi e strumenti diversi, in particolare rispetto agli errori commessi. Il concetto di amore romantico è in effetti una pazzia. La sofferenza e il dolore che generano sono molto seri, e dietro non c’è niente di misterioso, ingovernabile, strano.

Un seconda avvertenza è quella del rispetto del fattore TEMPO. Per conoscere davvero una persona serve tempo. Quanto? ALMENO UN ANNO. È poco, ma è il minimo. Deve trascorrere quantomeno un anno prima che possiamo esprimerci davvero su una persona, anche se a volte non basta una vita. Un anno rappresenta il minimo, sia chiaro. Si deve imparare a studiare e osservare le altre persone durante i primi contatti senza credere subito a tutto ciò che dicono, evitando di cadere nella trappola del rapporto passionale perfetto. Questo è il principale terreno fertile per narcisisti psicopatici che creano ad arte un personaggio allo scopo.

I rapporti che procedono troppo in fredda il più delle volte non sono sani. La conoscenza profonda dell’altro richiede tempo e rispetto della diversità e delle differenze. Si deve procedere nel bene con la stessa intelligenza, metodo, determinazione, che impiegano nel male le persone malvagie. Non è assolutamente vero che in amore serve soffrire. Smarcarsi dal mito dell'amore romantico è la prima cosa per evitare rapporti tossici. Tempo, istinto, consapevolezza sono altri tre fattori di prevenzione determinanti.

sabato 3 giugno 2017

3 Perché la vittima RESTA col narcicista?


Non tutte le vittime scelte dal narcisista psicopatico sono deboli, fragili, ingenue e dipendenti. Possono essere anche persone molto equilibrate, intelligenti, forti prima di entrare nella spirale del rapporto tossico. Forse questi sono anche i casi peggiori perché tutti attorno alla vittima sofferente stentato e crederle e non mettono in atto il giusto aiuto. Di seguito altre riflessione sul perché la vittima rimane invischiata in un rapporto tossico.
 
Proiezioni reciproche
A prescindere dalle qualità e dai difetti del partner il soggetto proietta su di lui inconsciamente pregi e difetti che sono invece propri. Ad esempio la vittima nel suo profondo è cattivo, perfido, malvagio rifiuta queste sue parti e le proietta sul carnefice per non prenderne coscienza e per poterle attaccare nell’altro. Allo stesso modo il carnefice proietta sulla vittima le proprie parti fragili, deboli, dolorose per non riconoscerle in se stesso e per poterle attaccare nell’altro. In sostanza è un gioco di specchi delle proprie parti in ombra.
 
Innamoramento - Schermo bianco
Nella fase di idealizzazione la vittima vive una fortissima illusione perché si innamora non di una persona vera, ma di un personaggio creato ad arte. Il narcisista psicopatico finge. La vittima invece si innamora. La brutalità sta nel fatto che in realtà si innamora solo di un suo sogno proiettato. Il carnefice si presta ad essere uno schermo bianco su cui proiettare tutte le aspettative, desideri, passioni, così l'innamoramento è ancora più forte proprio perché ci si innamora di se stessi.
 
La manipolazione crea danni gravi
Questi soggetti tossici sono abilissimi nel fingere e trattenere la vittima nella rete creando traumi emotivi enormi e ripetuti. La imprigionano in schemi devastanti innescati ad arte all'interno di un legame traumatico dal quale la vittima fatica ad uscire. Ogni qualvolta sta per andarsene il suo aguzzino mette in atto strategie per farla rientrare nel ciclo infernale. Ad esempio torna per un breve periodo ad una fase di splendore che riporta la sofferenza a livelli di accettabili.
 
Senso di colpa
La vittima interiorizza un forte senso di colpa e un forte senso di inadeguatezza. Spesso in virtù del proprio vissuto vive già un senso di colpa che il carnefice usa per i propri fini proprio perché la vittima risulta più manipolabile. Si assume tutte le colpe e arriva a pensare che le cose vadano male per sue carenze, difetti, comportamenti sbagliati. Rimugina ossessivamente sulle sue mancanze.
 
Masochismo
E' il caso in cui la vittima abituata a soffrire arriva ad eroicizzare la sofferenza, cioè la trasforma in una forma di godimento masochistico che la fa sentire in un certo senso superiore. Il dolore e la sofferenza vengono resi piacevoli, eroticizzati appunto.
 
Sottomissione
Spesso la preda è una persona con una scarsa identità personale. Fatica ad essere autonoma. Viene scelta anche per questa sua difficoltà nell’essere assertiva nell'affermare i propri bisogni. Perdipiù il narcisista può essere intimidatorio costringendola a mettere da parte le proprie emozioni.
 
Inadeguatezza e vergogna
Sentirsi inadeguato e indesiderabile aiuta, perché le critiche del soggetto tossico fanno presa con maggiore facilità e vengono interpretate come vere. Così la vittima è molto intimorita rispetto a ciò che la può attendere perdendo il rapporto.
 
Ferita dei non amati
Le vittime possono essere persone che non hanno mai sperimentato qualcuno che si sia preso cura davvero di loro, delle loro esigenze e dei loro bisogni emotivi, per cui l’indifferenza e la freddezza del narcisista, travestita da promesse mai mantenute, ripetono uno schema familiare.
 
Deresponsabilizzazione
Se la vittima ha una relazione con un mostro e dipende da lui, il suo malessere ha una motivazione esterna e pensa di non esserne responsabile. Capita che abbia una profonda insicurezza emotiva e fatichi a prendere in mano la sua vita. Preferisce affidarsi ad una persona abusante e controllante piuttosto che assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
 
Paura
La vittima teme il futuro, ha il terrore della solitudine e del dolore che dovrebbe affrontare se si separasse dal suo carnefice per cui preferisce rimanere. La paura crea in questo caso inibizione dell’azione, una sorta di rinuncia a ribellarsi ai soprusi e alla manipolazione. Proprio ciò che il soggetto tossico vuole.
 
Narcisismo da Salvatore
Tutte le persone hanno tratti narcisistici, cioè hanno parti di sé narcisistiche che possono essere declinate in modi diversi. Uno di questi e quello della “crocerossina” o “salvatore” con il quale la vittima salvatrice arriva a pensare di poter cambiare il narcisista psicopatico con il proprio amore. Pensare di poterlo salvare, aiutare, rendere empatico e viverci una sana relazione d'amore. Non c’è nulla di più illusorio e narcisistico del voler cambiare un soggetto tossico. Sarebbe come chiedere ad un leone di diventare dolce e carino con la gazzella. Il leone si può solo tenere a bada e  addomesticare e comunque rimane pericoloso perché la sua natura non cambia.

giovedì 1 giugno 2017

2 Perché la vittima RESTA col narcisista?



Relazioni d’amore che dopo una fase iniziale di felicità si trasformano in un campo di battaglia. Diventano prigioni psicologiche ed esistenziali soprattutto per il partner sottomesso. La vittima per quanto abbia chiaro ed evidente il martirio a cui si sottopone, nonché gli aspetti orribili e odiosi del suo predatore, non se va, non vede vie di uscita, resta ad amare il suo tormentatore. Difficile capire questo atteggiamento, individuarne il perché. Ecco alcune motivazioni che possono essere uno spunto di riflessione
 
La reazione chimica.
Il narcisista psicopatico crea con la vittima un legame molto intenso grazie al suo magnetismo e alla sua abilità di addestrare la mente. Inoltre crea delle reazioni chimiche nel cervello del tutto simili ad una potente droga da cui deriva una vera e propria dipendenza con tanto di crisi d'astinenza. Una profonda dipendenza da cui risulta difficile uscirne.
 
Negazione e dissonanza cognitiva.
La vittima rifiuta la realtà, non accetta di essere incappata nel male assoluto. Rifiuta l'idea che tutto ciò che ha vissuto era un sogno e niente più. Nega con tutta se stessa un dolore intollerabile dopo la meravigliosa fase iniziale. E la negazione è legata alla dissonanza cognitiva che porta a scartare tutte le esperienze orribili per rimanere ancora ai soli ricordi belli anche se finti. 
 
Vendetta inconscia verso genitori inadeguati.
Persone con spiccati tratti depressivi possono inconsciamente vendicarsi verso i proprio genitori anaffettivi, inadeguati, essenti o distanti emotivamente sabotando ogni loro possibilità di benessere e successo nella vita. Fallimenti, malattie, difficoltà create ad arte e ripetute nel tempo.
 
Dipendenza affettiva.
Molto spesso le relazioni malsane risultano essere l’incontro di due comportamenti patologici, da una parte abbiamo un narcisista psicopatico e dall’altra un dipendente affettivo. L’incastro malsano è potentissimo, quasi indistruttibile.
 
Coazione a ripetere.
Senza averne la consapevolezza si cercano e ripetono gli stessi traumi infantili, si instaurano sempre le stesse relazioni malate anche in età adulta per rivivere le stesse dinamiche infantili. Vengono ripetuti inconsciamente più e più volte gli stessi errori e ricostruite le stesse situazioni come se la vittima volesse tornare sulla scena del delitto nella speranza di cambiare il corso delle esperienze emotive. La realtà è che invece di sanare le ferite si finisce per aumentarle e per stare peggio di prima.