sabato 3 giugno 2017

3 Perché la vittima RESTA col narcicista?


Non tutte le vittime scelte dal narcisista psicopatico sono deboli, fragili, ingenue e dipendenti. Possono essere anche persone molto equilibrate, intelligenti, forti prima di entrare nella spirale del rapporto tossico. Forse questi sono anche i casi peggiori perché tutti attorno alla vittima sofferente stentato e crederle e non mettono in atto il giusto aiuto. Di seguito altre riflessione sul perché la vittima rimane invischiata in un rapporto tossico.
 
Proiezioni reciproche
A prescindere dalle qualità e dai difetti del partner il soggetto proietta su di lui inconsciamente pregi e difetti che sono invece propri. Ad esempio la vittima nel suo profondo è cattivo, perfido, malvagio rifiuta queste sue parti e le proietta sul carnefice per non prenderne coscienza e per poterle attaccare nell’altro. Allo stesso modo il carnefice proietta sulla vittima le proprie parti fragili, deboli, dolorose per non riconoscerle in se stesso e per poterle attaccare nell’altro. In sostanza è un gioco di specchi delle proprie parti in ombra.
 
Innamoramento - Schermo bianco
Nella fase di idealizzazione la vittima vive una fortissima illusione perché si innamora non di una persona vera, ma di un personaggio creato ad arte. Il narcisista psicopatico finge. La vittima invece si innamora. La brutalità sta nel fatto che in realtà si innamora solo di un suo sogno proiettato. Il carnefice si presta ad essere uno schermo bianco su cui proiettare tutte le aspettative, desideri, passioni, così l'innamoramento è ancora più forte proprio perché ci si innamora di se stessi.
 
La manipolazione crea danni gravi
Questi soggetti tossici sono abilissimi nel fingere e trattenere la vittima nella rete creando traumi emotivi enormi e ripetuti. La imprigionano in schemi devastanti innescati ad arte all'interno di un legame traumatico dal quale la vittima fatica ad uscire. Ogni qualvolta sta per andarsene il suo aguzzino mette in atto strategie per farla rientrare nel ciclo infernale. Ad esempio torna per un breve periodo ad una fase di splendore che riporta la sofferenza a livelli di accettabili.
 
Senso di colpa
La vittima interiorizza un forte senso di colpa e un forte senso di inadeguatezza. Spesso in virtù del proprio vissuto vive già un senso di colpa che il carnefice usa per i propri fini proprio perché la vittima risulta più manipolabile. Si assume tutte le colpe e arriva a pensare che le cose vadano male per sue carenze, difetti, comportamenti sbagliati. Rimugina ossessivamente sulle sue mancanze.
 
Masochismo
E' il caso in cui la vittima abituata a soffrire arriva ad eroicizzare la sofferenza, cioè la trasforma in una forma di godimento masochistico che la fa sentire in un certo senso superiore. Il dolore e la sofferenza vengono resi piacevoli, eroticizzati appunto.
 
Sottomissione
Spesso la preda è una persona con una scarsa identità personale. Fatica ad essere autonoma. Viene scelta anche per questa sua difficoltà nell’essere assertiva nell'affermare i propri bisogni. Perdipiù il narcisista può essere intimidatorio costringendola a mettere da parte le proprie emozioni.
 
Inadeguatezza e vergogna
Sentirsi inadeguato e indesiderabile aiuta, perché le critiche del soggetto tossico fanno presa con maggiore facilità e vengono interpretate come vere. Così la vittima è molto intimorita rispetto a ciò che la può attendere perdendo il rapporto.
 
Ferita dei non amati
Le vittime possono essere persone che non hanno mai sperimentato qualcuno che si sia preso cura davvero di loro, delle loro esigenze e dei loro bisogni emotivi, per cui l’indifferenza e la freddezza del narcisista, travestita da promesse mai mantenute, ripetono uno schema familiare.
 
Deresponsabilizzazione
Se la vittima ha una relazione con un mostro e dipende da lui, il suo malessere ha una motivazione esterna e pensa di non esserne responsabile. Capita che abbia una profonda insicurezza emotiva e fatichi a prendere in mano la sua vita. Preferisce affidarsi ad una persona abusante e controllante piuttosto che assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
 
Paura
La vittima teme il futuro, ha il terrore della solitudine e del dolore che dovrebbe affrontare se si separasse dal suo carnefice per cui preferisce rimanere. La paura crea in questo caso inibizione dell’azione, una sorta di rinuncia a ribellarsi ai soprusi e alla manipolazione. Proprio ciò che il soggetto tossico vuole.
 
Narcisismo da Salvatore
Tutte le persone hanno tratti narcisistici, cioè hanno parti di sé narcisistiche che possono essere declinate in modi diversi. Uno di questi e quello della “crocerossina” o “salvatore” con il quale la vittima salvatrice arriva a pensare di poter cambiare il narcisista psicopatico con il proprio amore. Pensare di poterlo salvare, aiutare, rendere empatico e viverci una sana relazione d'amore. Non c’è nulla di più illusorio e narcisistico del voler cambiare un soggetto tossico. Sarebbe come chiedere ad un leone di diventare dolce e carino con la gazzella. Il leone si può solo tenere a bada e  addomesticare e comunque rimane pericoloso perché la sua natura non cambia.

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