sabato 30 dicembre 2017

Se leggete questo blog sui narcisisti psicopatici…fine anno


L’anno volge al termine, così come probabilmente si avvicina anche la fine di questa esperienza di scrittura (quasi) quotidiana. Tutto ha un inizio e una fine, e non sono mai stato un amante della ripetizione ossessiva della stessa esperienza senza cambiamenti, considerando anche che tanti ormai scrivono e pubblicano video sul tema, e che tanto ho già scritto per cui ciò che poteva essere utile dovrebbe essere già arrivato a destinazione, come una freccia che colpisce il suo bersaglio. È periodo di bilanci, sorgono spontanee alcune riflessioni.

Se leggete questo blog è più probabile che siate una donna. Una donna che ha avuto una relazione a dir poco difficile con un uomo del quale è arrivata a pensare sia un narcisista, un borderline, o peggio uno psicopatico. E quindi cerca qui una spiegazione del perché di tanti comportamenti apparentemente assurdi, oppure cerca una possibile strada per uscire dal dolore e dalla disperazione, o semplicemente per cambiare la propria vita. Se siete una donna e leggete questo blog per i motivi sopra indicati, è possibile che abbiate anche letto altri post precedenti, o vi siate concentrate solo su alcuni di essi perché magari più interessanti o con un titolo più accattivante (è stato dimostrato che le persone leggono quasi esclusivamente i titoli e non il contenuto).
 
Però, un momento. Se non avete letto tutti i post è probabile che ancora non abbiate una idea chiara di cosa sia un narcisista psicopatico. Quindi se potete e ne avete voglia, si consiglia la lettura di quanto scritto in precedenza. Se però proprio non ne avete voglia o non riuscite, ricordate che: narcisista psicopatico non è sinonimo di maschio. E neanche di egocentrico egoista. È un disturbo di personalità ben preciso, con svariate varianti sul tema, ma con alcuni aspetti caratteristici: assenza di empatia, grandiosità, paura del giudizio, rabbia e aggressività pervasiva, grandi capacità manipolatorie. È anche possibile che non sia semplicemente un narcisista, ma che abbia una personalità più complessa con altre sfumature. Il massimo della gravità è data dalla triade oscura, cioè dall’unione di narcisismo, machiavellismo, psicopatia a cui possiamo aggiungere una forte componente sadica nel godere a far soffrire qualcuno.
 
Se incontrate un soggetto del genere (maschio o femmina) la domanda giusta da farsi è: “perché si comporta così?”, molto meno saggio chiedersi: “come posso aiutarlo o cambiarlo?”. Alla prima domanda magari si possono provare a dare delle risposte. Alla seconda NO, nel modo più assoluto. Allora la domanda davvero giusta è: “perché sono ancora qui a penare e passare i mesi o gli anni soffrendo, nella speranza che cambi?”. Se arrivate a questa svolta, la vostra vita ha buone possibilità di prendere un corso più salutare, positivo e benefico per la serenità futura.
 
Se leggete o avete letto questo blog, è meno probabile ma possibile che siate un uomo che ha avuto un rapporto tossico con una donna vampiro (sono tantissime), e nonostante possa apparire difficile da accettare, vale tutto quanto viene comunemente scritto al femminile. La vera differenza sta nel fatto che l’uomo spesso non ne parla per vergogna e retaggio culturale, ma subisce un abuso e una violenza altrettanto devastante.
 
Infine se leggete questo blog, è anche possibile che siate uomini o donne che si stanno chiedendo se hanno o meno un disturbo narcisistico di varia entità in relazione al susseguirsi di disastri seriale in cui incorrono negli ambiti sentimentali e lavorati. In questo caso la riposta è facile. Si, è quella la causa.

Grazie dell'attenzione. Buon anno a tutti comunque, e buon contatto zero a chi riesce ad applicarlo per il proprio bene.

venerdì 29 dicembre 2017

Vive solo nell’eterno conflitto il narcisista psicopatico



Mentre un narcisista psicopatico sta bene nel conflitto, nella tensione e nella lotta, una persona normale in questo stato emotivo soffre tremendamente. Una persona normale se si arrabbia sta male, mentre un vampiro emotivo non può non vivere nella tensione e nella competizione. Anche quando è seduttivo in realtà combatte per il potere. È il suo terreno, è lo spazio per lui più congeniale. Ma è altrettanto vero che quando insulta ed è aggressivo o violento, in realtà mostra quanto sia prigioniero della sua rabbia e incapacità di amare.
 
Invece la vittima spesso se ne dimentica, e pensa che l’altro sia solo il suo persecutore. Così anch’essa cade nella trappola della voglia di vendetta. Lo vuole punire perché soffre, senza rendersi conto che alla fine ha dentro la stessa rabbia e aggressività del suo aguzzino. Per assurdo, la vittima si ritrova ad avere gli stessi comportamenti alquanto battaglieri che tanto vengono stigmatizzati nel carnefice. Per comprendere e staccarsi dal problema, occorre partire dalla comprensione di quanto in realtà il narcisista psicopatico soffra nella sua totale assenza di sentimenti, che lo porta a poter vivere solo in un mondo arido e competitivo. Questi soggetti non possono amare nessuno perché nel profondo non amano se stessi. Così come non possono accettare qualcuno perché non possono accettare se stessi. Non si dovrebbe combattere la rabbia altrui, perché la rabbia fa parte di ciascuno di noi, si può però trasformarla in altro.
 
Vince chi molla, chi smette di rimanere imprigionato in un eterno conflitto, decidendo di separarsi dal problema invece che alimentarlo. Molte vittime, per quanto vogliano e desiderino a livello razionale stare in pace, rimangono impantanate nelle dinamiche violente imbastite dal vampiro emotivo. Diventa cronica la ritualità di certi comportamenti, la circolarità di alcuni pensieri ossessivi, l’inevitabilità di alcune scelte, la spinta a ripercorrere le stesse strade, le pretese, le lamentele, le accuse, e la rabbia. Come se fossero schiave di un comando interno che implacabilmente le porta a recitare la stessa parte all’interno di un copione scritto da altriCome se la vita non fosse vissuta, ma vive nella persona, indipendentemente da lei, e forse anche contro di lei. Una specie di smania generalizzata che prende il sopravvento e la assale. Col tempo il contatto con la realtà si riduce, fino ad una vera e propria alterazione della coscienza. Non si può vedere solo il bene, non si può temere solo il male, ma se si lotta nel fango con i maiali si viene sconfitti perché su quel terreno sono straordinariamente forti e a loro agio. Meglio dedicarsi ad altro e vivere.

giovedì 28 dicembre 2017

La COSIFICAZIONE delle vittime di un narcisista psicopatico


 
Il narcisista psicopatico dopo la fase di love bombing, fa sentire il partner come un oggetto. All’inizio è perfetto, magnifico, brillante, sensibile, l’altra metà della mela. Dopo aver instaurato il vincolo traumatico, mostra il suo vero volto da predatore senza anima. Il sogno diventa incubo, il problema è che spesso la vittima rimane folgorata dal fantastico periodo di idealizzazione, cadendo in una sorta di incantesimo. In realtà, mai come una relazione tossica permette di capire perfettamente come si possa diventare oggetti passivi in balia di dinamiche che sfuggono, di cui non si ha alcun tipo di controllo. La guida è totalmente in mano al vampiro emotivo che tratta il partner come farebbe col suo cellulare o la sua auto. La cosa peggiore è che la vittima, risucchiata in questo circolo vizioso, si snatura e cambia drasticamente rispetto a ciò che era prima. E se questo si protrae a lungo nel tempo può essere fatale per la sua salute e il suo benessere.
 
Il narcisista psicopatico fa perdere la rotta e ogni tipo di visione equilibrata e coerente. Il partner diventa una marionetta nelle sue mani, spremuto come un limone, svuotato dalla continua manipolazione alternata da pochi momenti idilliaci. A poco a poco la vittima smarrisce il centro di gravità permanente su cui si fondava la sua vita, fino ad arrivare a sentirsi vissuta da qualcuno, da forze del male che la spingono verso il basso. L’unica cosa costruttiva che si può pensare è che questa orribile esperienza sia funzionale e necessaria per un cambiamento personale. Una tappa evolutiva fondamentale verso la conoscenza di sé. Il presupposto da cui partire è che l’inconscio ha una potenza enormemente più elevata rispetto alla parte razionale di ciascuno.
 
In questo senso si potrebbe vedere il narcisista psicopatico semplicemente come un personaggio malvagio creato dall’inconscio per concretizzare ciò che la vittima ha dentro. Per togliere potere al soggetto tossico e alle dinamiche distruttive interne, serve tanta consapevolezza e maturità emotiva. Al primo gesto abusante o aggressivo si dovrebbero accendere tutte le spie di allarme e l’indifferenza sarebbe la naturale conseguenza. Serve soffrire tremendamente per andare in cabina di regia e provare e governare le tanti parti contraddittorie dentro di sé. Un rapporto con un vampiro emotivo da un certo punto di vista, è una fantastica occasione per comprendere e toccare con mano quanto ogni persona è in balia di dinamiche inconsce che non governa. Nella vita ci vuole la visione dell’aquila dall’alto, e quella del serpente dal basso.

mercoledì 27 dicembre 2017

LA TRIADE OSCURA: narcisismo, machiavellismo, psicopatia


I vampiri emotivi e i soggetti tossici più gravi entrano e distruggono la vita di chi sta loro intorno perché hanno tre aspetti devastanti: narcisismo, machiavellismo e psicopatia. La cosiddetta triade oscura, cioè tre tratti caratteriali che possono essere davvero pericolosi per il prossimo. Oltre al narcisismo si aggiunge la tendenza ad usare gli altri per manipolarli freddamente e ottenere dei vantaggi, nonché la tendenza a manipolare e aggredire gli altri senza rimorso, colpa, vergogna, con un egoismo, cinismo, superficialità, freddezza, e non curanza del dolore altrui che può portare anche a conseguenze estreme.
 
C’è tutto nella triade: mancanza di empatia, indifferenza alla sofferenza, manipolazione intelligente e cinica, senso di grandiosità, l’idea di essere persone superiori dotate di qualità sopra la media. È a dir poco inquietante il quadro di un soggetto che si sente superiore, potente e cerca eccitazione costante attraverso la manipolazione astuta incurante del dolore che infligge. L’unica domanda che viene da farsi è come è possibile che una persona arrivi a questo stato, che è del tutto simile ad un predatore animale. Si può avere l’impressione che la triade sia solo al maschile, ma non è assolutamente vero perché le donne sono in numero uguale ai maschi.
 
Nel breve periodo sono splendidi e iperefficienti. Nel lungo periodo hanno però comportamenti autodistruttivi e spesso sono i classici soggetti che fanno una brutta fine. Sono affascinanti e colpiscono per intelligenza e la determinazione con cui si buttano in ciò che gli interessa. In generale sono grandi conoscitori dell’animo umano per cui sanno cogliere tutti i punti deboli di chi hanno di fronte. La loro tendenza a predare e manipolare è molto efficace, sia perché applicano in modo massiccio tante diverse strategie, sia perché sanno scegliere le prede giuste che cadano nella trappola. L’unico loro problema è lo sputtanamento, cioè essere scoperti o cadere in uno scandalo. La perdita di una buona immagine pubblica è l’unica che li disturba perché è fonte di fama, potere, e controllo.

sabato 23 dicembre 2017

Il ritorno del narcisista per le festività natalizie



Come ormai è già arcinoto ritornano sempre, più e più volte, i narcisisti psicopatici. Farlo durante le festività natalizie è un grande classico, ma in media è stato calcolato che i ritorni sono 7/8, e dipendono da tanti fattori e situazioni. Incidono, l’importanza e il valore della vittima, la presenza o meno di altre prede o di un harem adeguato, chi ha determinato la rottura e la rabbia che questa cosa ha generato, il tempo trascorso, la voglia di far soffrire l’ex o il desiderio si riagganciarlo. Alla base c’è l’idea che se il partner è un oggetto, possono sempre e comunque tornare ad usare quell’oggetto, riprovarlo, valutarne la qualità, ottenere un qualche beneficio, romperlo, distruggerlo, farci un giretto. Il ritorno durante le festività natalizie è appunto un must, sia perché si mimetizza nel conformismo generale, sia perché il buonismo dilagante di questo periodo potrebbe indurre a prendere (erroneamente) in considerazione da parte della vittima un cambiamento e pentimento del suo ex aguzzino. In più le persone normali durante le feste sono più fragili, e possono essere più facilmente manipolabili. Quindi, in questo periodo potrebbe succedere di tutto, e i possibili ritorno possono avere molteplici declinazioni.
 
C’è chi manda un messaggio poetico che ricorda i bei tempi o un avvenimento particolare, magari con un regalo inatteso, e chi manda gli auguri destinati a tutta la rubrica senza il minimo tatto. Chi si fa sentire per rovinare il pranzo di natale o la sera dell’ultimo dell’anno, e chi fa di tutto per sbandierare ai quattro venti la nuova conquista. Alcuni si possono spingere alla chiamata per vedere come può evolvere la situazione recitando una parte studiate a tavolino. Altri simulano un incontro fortuito conoscendo le abitudini della vittima, anche se ovviamente nulla è un caso. Ma la cosa più importante è che il ritorno può avere lo scopo principale di rovinare la pace interiore e di fare nuovamente soffrire la vittima nell’immediato, o di cercare di riallacciare i rapporti per riprendere il ciclo infernale.

Il consiglio è sempre lo stesso: silenzio assoluto, fuga, o al massimo rispondere brevemente con grande distanza e freddezza. La vittima dovrebbe evitare ogni tipo di contatto se può, pensando unicamente a se stessa, alla propria serenità con grande consapevolezza. Se propria non riesce a tenere ferme le mani o la lingua, e desidera a tutti i costi fare gli auguri al suo carnefice, sappia che farlo può essere estremamente pericoloso e comunque dannoso per la propria guarigione. L’illusione che cambi, che sia cambiato/a, e che lo faccia proprio durante le feste natalizie in preda ad un moto di bontà, è del tutto priva di ogni fondamento. Le festività per la vittima sono dolorose e pericolose, riaprono vecchie ferite e traumi profondi, per cui meglio difendersi, tutelarsi, proteggersi, attorniandosi di buone idee e se possibile di belle persone con cui condividere veri sentimenti anche se a volte dolorosi. Non è determinante essere felici e divertirsi. Tenere a portata di mano un adeguato numero fazzoletti... e tanti auguri.

venerdì 22 dicembre 2017

Del tempo SOLA deve passare la vittima di un narcisista psicopatico



I momenti di solitudine sono una tappa fondamentale nel percorso di guarigione della vittima di un rapporto tossico. Ci sono molte cose che si possono fare da soli, senza troppe distrazioni, per provare a riflettere e cambiare davvero: meditare, passeggiare, tenere un diario, dipingere, ascoltare musica, cucinare, correre, allenarsi, leggere…si potrebbe continuare all’infinito. Quando la vittima si abitua a stare per conto suo impara tante cose su stessa, e si mette alla prova rispetto ad una situazione che magari potrebbe generare ansia. Infatti, all’inizio potrebbe risultare sconfortante, soprattutto per i pensieri negativi che si affollano nella mente di cui si perde il controllo.
 
Ma è questa la magia della solitudine, si impara ad avere il controllo e la responsabilità totale del proprio stato d’animo. Si possono attraversare tanti sentimenti e sensazioni, per poterli vivere completamente o cercare di trasformarli in altro. Quando si è costantemente distratti da altre persone o da cose da fare, è facile dimenticarsi di se stessi e di ciò che si sente in profondità. Si rimare imprigionati in una serie di comode virgolette fatte di routine, pettegolezzi, conflitti, abitudini, pensieri superficiali o negativi. Ciò vale in particolare dopo la rottura con un narcisista psicopatico perché ci si ritrova consumati da discussioni, aggressività, manipolazioni, gaslighting. E invece di essere se stessi ci si trasforma in un prolungamento del vampiro emotivo, cercando costantemente di difendersi e di capire la sua condotta violenta, subodola e altalenante.
 
Per assurdo è difficile tornare alla pace se per lungo tempo si è stati abituati ad un ritmo convulso e schizofrenico. Ma è appunto per questo che è fondamentale passare del tempo da soli. Serve una certa disciplina e metodo, senza cercare subito di ripartire, senza inseguire subito l’approvazione di qualcuno, senza temere di restare con la tristezza e la malinconia. All’inizio può essere spaventoso, perché quel vuoto rimbomba nel cervello ed amplifica il dolore. Alla fine si può scoprire che si preferisce la solitudine alla compagnia di persone malsane e distruttive. Ad un certo punto fa più paura la compagnia di un vampiro emotivo rispetto alla solitudine. Meglio imparare ad affrontare anche da soli le verità sgradevoli su se stessi e sulla vita, meglio acquisire e valorizzare una versione silenziosa e autentica di sé.

giovedì 21 dicembre 2017

Condizioni di amabilità e rapporti tossici



Ogni genitore, anche il più affettuoso e amorevole, più o meno consciamente, impone delle condizioni di amabilità al figlio, cioè comportamenti e atteggiamenti da cui dipende il fatto che si senta accettato, visto, riconosciuto, amato appunto. Se non vai bene a scuola sei una persona pessima. Se esprimi aggressività sei cattivo e non vai bene. Se non guadagni molto sei un fallito… Tutte le famiglie a ben vedere creano le loro condizioni di amabilità in cui i figli vengono imbevuti per svariati anni. Poi è facile che da adulti questi figli, ripetano queste condizioni e ripropongano gli stessi schemi e condizionamenti, oppure si ribellino facendo l’esatto contrario. In entrambi i casi si rimangono schiavi di un automatismo senza essere mai davvero liberi. Si perché anche quando ci si contrappone facendo l’opposto in realtà si è sempre prigionieri dello stesso meccanismo originale. In poche parole si cambia solo spacciatore, ma non la dipendenza da quel modello di comportamento interiorizzato. La libertà non è scegliere tra sì e no, giusto e sbagliato, vero e falso, che è quello che ci insegnano. Quando si è di fronte a un bivio si è già degli uomini macchina, perché si reagisce solo senza decidere consapevolmente e liberamente.
 
Esistono tre tipi di uomini: gli uomini schiavi, ognuno di noi quando è nella reattività è un uomo schiavo, cioè non riesce a non fare una cosa; poi esistono gli uomini macchina, quelli che in una situazione possono scegliere in maniera alternativa tra sì e no; poi esistono gli uomini liberi, che sono quelli che di fronte a ogni situazione hanno sempre almeno tre possibilità. Davanti ad un piatto di pasta scotta devo poter decidere di mangiarla come facevo da piccolo, di non mangiarla perché non mi piace, di non scegliere, di pensare ad altro, di saltare il pasto, di uscire e mangiare altrove. All’interno di un rapporto sono libero se ho più possibilità di scelta che non mi limitino ad accettare o meno certe condizioni che mi vengono imposte.
 
Contribuiamo alla felicità degli altri essendo felici. Ci hanno insegnato una cosa che non è vera: non è soffrendo per la sofferenza degli altri e moltiplicando la sofferenza che aiutiamo gli altri, è dando un esempio di pace, serenità, voglia di vivere, che noi aiutiamo davvero chi sta vicino a noi. Lo scopo di ogni essere umano è stare bene! Posso stare bene ed essere contento includendo gli altri! Il rispetto o la contrapposizione alle condizioni di amabilità senza valutare come ci sentiamo dentro non fanno stare bene. Così facendo non ci basta mai, manca sempre qualcosa, e ci sentiamo come un criceto nella ruota. Per questo, magari capita che esci da un rapporto tossico attraversando un dolore insopportabile, e senti un benessere che non hai provato prima. Se un essere umano è ridotto a non sentire più se stesso, ma a reagire solo perché altrimenti non si sente degno di amore, non potrà mai trovare pace ed essere davvero felice. Non dovremmo stare in una relazione per raddoppiare le sofferenze. Le relazioni dovrebbero essere un aiuto amorevole, reciproca valorizzazione, comprensione e compassione rispetto alla diversità.

mercoledì 20 dicembre 2017

STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA con un narcisista



Ci sono situazioni in cui si è costretti a vivere con un narcisista nonostante si sia consapevoli di chi sia veramente. Lo scappare e il contatto zero non sono praticabili perché si tratta di un genitore o di un figlio, o perché ci sono vincoli insuperabili di vario genere. Quindi, possiamo metterla così: si sa chi si ha davanti, una persona manipolatoria, falsa, che non sa amare, vuota emotivamente, che non sa provare empatia, che scarica aggressività, a volte è sadica, ma non si può praticare la fuga, per cui si è obbligati a conviverci per una svariata serie di ragioni.
 
Quando l’ipotesi di scappare non è praticabile, l’altra ipotesi è quella di utilizzare strategie di sopravvivenza rivolte principalmente alla difesa. Sia chiaro che le riflessioni che seguono non servono per risolvere il problema, ma semplicemente per provare a conviverci nel migliore dei modi. Tra l’altro alcuni consigli sono anche antitetici tra loro proprio per la complessità insita nel dover affrontare questo tipo di soggetti. E come se si parlasse del tentativo di mediazione in un contesto di guerra. Di certo tutto risulta contradditorio, altalenante ed estremamente difficile.
 
1) Prima cosa occorre pensare che si può vivere insieme senza andare d’accordo e senza per forza dover condividere emotivamente la propria vita con qualcuno. In questo caso la convivenza si fonda su basi pratiche, razionali, oggettive, quasi si trattasse di una società in cui si mettono insieme solo le proprie competenze pratiche. Triste, certo ma inevitabile. Imparare a tenersi ampi spazi tutti per sé al riparo dal vampiro emotivo. Grande distanza emotiva per non dare potere e controllo.
 
2) Rinunciare al controllo. Con un narcisista è difficile fare previsioni e progetti per cui serve sapersi adattare alla situazione. A volte si lascia correre e si accetta, altre volte si deve essere assertivi e impositivi per non soccombere. Le dosi dipendono dalla situazione e dal momento. Decisivo è lavorare sul contesto per ridurre la probabilità di conflitti estremi.
 
3) Il sentiero a priori non esiste, deve essere creato al momento. Sono personalità troppo malate e altalenanti per poter prevedere una strategia fissa o preventiva, per cui serve essere abili a sperimentare costantemente soluzioni, a volte molte creative.
 
4) Se si sbaglia atteggiamento si diventa fonte del problema. Se si è nel traffico, si è anche il traffico. Non di rado il partner del narcisista è anche colui che ha avvalorato e rafforzato il suo carattere malsano con i propri comportamenti altrettanto malsani, anche se del tutto inconsapevole.
 
5) Conservare un forte senso di identità personale e non affidare il proprio valore al narcisista. Non permettere che venga calpestata la propria autostima.
 
6) Provare a non vederlo solo come un nemico o un mostro, ma anche come un malato o un bambino emotivo pieno di paure che reagisce malamente. Dietro a problemi del genere ci sono spesso traumi infantili. Importante è anche ricordarsi che vivere senza sentire niente a livello emotivo è davvero triste.
 
7) Evitare di giocare al ruolo della vittima. Presenta dei vantaggi, ma anche enormi effetti collaterali. Se si è una vittima al cospetto di un mostro vuol dire che si è in una posizione davvero tremenda, senza via di scampo, dove tutto il potere è nelle mani del carnefice. Cosa da evitare assolutamente. Utile allontanarsi, non prenderli troppo sul serio, e assumersi le proprie responsabilità.
 
8) Abbandonare il ruolo del salvatore o della crocerossina. Quando sono in down nulla serve per consolarli e nessun comportamento davvero può cambiare le cose. Tempo e distanza, sono sempre le ricette migliori.
 
9) Non spingerli a fare nulla insieme. La giusta dose di vicinanza e lontananza è una cosa molto difficile da raggiungere. Non hanno bisogno di nessuno. Ad entrambi serve mantenere tanta indipendenza, riducendo anche i punti di contatto.
 
10) Non opporsi e non confrontarli. Come per i cani feroci meglio non guardarli negli occhi e non arrivare allo scontro, anche se loro lo cercano. Scivolare via, usare l’ironia, trovare vie di fuga. I rimproveri e le umiliazioni li mandano in bestia. Ricordarsi che hanno problemi enormi con l’intimità ma non sopportano di essere trattati come invisibili. Non sanno stare nella relazione e nella dipendenza, ma non vogliono neppure andarsene definitiva. Ma stamparsi anche in mente che sono eterni provocatori, bugiardi, estremamente egocentrici e manipolano costantemente.