venerdì 22 dicembre 2017

Del tempo SOLA deve passare la vittima di un narcisista psicopatico



I momenti di solitudine sono una tappa fondamentale nel percorso di guarigione della vittima di un rapporto tossico. Ci sono molte cose che si possono fare da soli, senza troppe distrazioni, per provare a riflettere e cambiare davvero: meditare, passeggiare, tenere un diario, dipingere, ascoltare musica, cucinare, correre, allenarsi, leggere…si potrebbe continuare all’infinito. Quando la vittima si abitua a stare per conto suo impara tante cose su stessa, e si mette alla prova rispetto ad una situazione che magari potrebbe generare ansia. Infatti, all’inizio potrebbe risultare sconfortante, soprattutto per i pensieri negativi che si affollano nella mente di cui si perde il controllo.
 
Ma è questa la magia della solitudine, si impara ad avere il controllo e la responsabilità totale del proprio stato d’animo. Si possono attraversare tanti sentimenti e sensazioni, per poterli vivere completamente o cercare di trasformarli in altro. Quando si è costantemente distratti da altre persone o da cose da fare, è facile dimenticarsi di se stessi e di ciò che si sente in profondità. Si rimare imprigionati in una serie di comode virgolette fatte di routine, pettegolezzi, conflitti, abitudini, pensieri superficiali o negativi. Ciò vale in particolare dopo la rottura con un narcisista psicopatico perché ci si ritrova consumati da discussioni, aggressività, manipolazioni, gaslighting. E invece di essere se stessi ci si trasforma in un prolungamento del vampiro emotivo, cercando costantemente di difendersi e di capire la sua condotta violenta, subodola e altalenante.
 
Per assurdo è difficile tornare alla pace se per lungo tempo si è stati abituati ad un ritmo convulso e schizofrenico. Ma è appunto per questo che è fondamentale passare del tempo da soli. Serve una certa disciplina e metodo, senza cercare subito di ripartire, senza inseguire subito l’approvazione di qualcuno, senza temere di restare con la tristezza e la malinconia. All’inizio può essere spaventoso, perché quel vuoto rimbomba nel cervello ed amplifica il dolore. Alla fine si può scoprire che si preferisce la solitudine alla compagnia di persone malsane e distruttive. Ad un certo punto fa più paura la compagnia di un vampiro emotivo rispetto alla solitudine. Meglio imparare ad affrontare anche da soli le verità sgradevoli su se stessi e sulla vita, meglio acquisire e valorizzare una versione silenziosa e autentica di sé.

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