giovedì 31 agosto 2017

L’OBBLIGO DI PIACERE del narcisista psicopatico



Non hanno sentimenti profondi, possono solo simularli, per cui per sentirsi vivi devono avere altri tipi di riscontri. In particolare vivono del desiderio degli altri, hanno l’obbligo di piacere per ottenere gratificazioni narcisistiche che li nutrano. Devono misurare continuamente il loro valore attraverso i “like”, le approvazioni e i riconoscimenti degli altri. E questa è anche una forma di potere e controllo, perché più piaci e più influenzi. In primo luogo quindi c’è il bisogno di piacere e piacersi, in un costante vivere in funzione dello sguardo altrui. Per questo difficilmente sono soli, hanno bisogno di persone attorno in cui rispecchiarsi e ottenere rassicurazioni e riscontri costanti. Spesso sono in coppia malgrado il loro atavico bisogno di libertà e l’incapacità di pensare in due.
 
La necessità di piacere per loro è una droga, ma anche una fonte necessaria di sostentamento. Cercano per questo sempre un ruolo importante, devono parlare, discutere, sfidare, stupire, sedurre. Devono piacere, dare piacere per sentirsi desiderati, speciali, unici, fondamentali. Hanno un bisogno costante di qualcuno che li gratifichi o su cui possano esercitare potere, per alimentare il loro sé grandioso. Essere importanti, equivale ad esercitare controllo su più persone e situazioni, principalmente attraverso sesso, seduzione, manipolazione, denaro. Sentirsi coinvolti in situazioni intense, in cui sono al centro della scena, e tengono le redini, questo serve a loro per non avvertire il vuoto e andare avanti.
 
Il narcisista psicopatico è talmente impegnato nella spasmodica ricerca dell’approvazione altrui da non sapere che cosa gli piace, quali sono i suoi desideri indipendentemente dal giudizio e dalle aspettative degli altri. Immaginate quanto sia sfiancante cercare costantemente di dimostrare di valere, in una estenuante gara fine a se stessa, e quanto sia angosciante e intollerabile l’umiliazione che qualcuno scopra che si è soltanto un bluff, che in realtà non si vale niente, che si è vuoti. Ecco che la rabbia e il disprezzo che caratterizzano il narcisista diventano armi di difesa, tengono l’altro a distanza e le proprie vulnerabilità nascoste e al sicuro. Ma a che prezzo! Una vita priva di relazioni affettive intime autentiche, dove non c’è spazio per le proprie passioni e i propri desideri, dove quello che conta è solamente competere per dimostrare il proprio valore perché fallimento significa sottomissione, umiliazione, gogna.

mercoledì 30 agosto 2017

Perché NON È AMORE il rapporto col narcisista psicopatico



È più forte di me, quando non c’è mi sembra che il mondo mi crolli addosso. Ne sono innamorato/a". Spesso sente queste parole chi sta accanto alla vittima di un rapporto tossico. In questi casi, quando diciamo Tizio/a è tanto innamorato/a, in realtà dovremmo dire che soffre di una forte dipendenza affettiva, il più delle volte creata ad arte attraverso una potentissima strategia di manipolazione. Non si tratta di vero amore. Ecco alcune riflessioni che provano a spiegare perché non è amore.
 
Non è amore perché il partner tossico assorbe la maggior parte della vita di una persona. Per lui ci si allontana da amici e familiari, si sacrificano interessi, soddisfazioni, e si trascurano le proprie responsabilità. In poche parole si finisce per spegnere il resto della vita.
 
Non è amore col narcisista psicopatico perché si soffre di gelosia e di ansia. Perché si ha continuamente paura di essere sostituiti, abbandonati, sviliti nei propri desideri, bisogni e identità. Delusi e traditi da chi dovrebbe essere fonte primaria di sicurezza, benessere e serenità.
 
Non è amore perché si diventa succubi di una persona totalmente instabile ed imprevedibile, che non ha in realtà nessuna vera e importante qualità, e non merita una totale e costante dedizione che peraltro non è affatto ricambiata.
 
Non è amore perché nella fase di idealizzazione il vampiro emotivo ha solo recitato una parte come un bravo attore per agganciare la sua preda, ma era tutto falso. Mentre la vittima ha trasformato il suo futuro aguzzino in uno schermo bianco su cui proiettare il film che si è girata in testa.
 
Non è amore perché trasforma la vittima in uno schiavo al suo servizio privo di vera identità. Così entrambi non hanno mai avuto o perdono la loro identità e sono come una sorta automi anche se per ragioni e modalità totalmente diverse.
 
Non è amore perché non rende nessuno dei due migliore, non prevede reciprocità, intimità, progettualità e comprensione. In realtà è solo pura possessività e lotta di potere.
 
L’amore sano e costruttivo non accetta e non pretende di assorbire l’altro, cerca piuttosto la condivisione, l’aiuto e il bene reciproco, rispettando le specificità di ognuno. Amplia le potenzialità delle persone coinvolte, non idealizza troppo e non accetta tutto in modo incondizionato. Quando si ama davvero l’altro non è indispensabile per vivere. Si può vivere anche senza di lui ma si preferisce farlo con lui.

martedì 29 agosto 2017

Amore e dolore cambiano la vittima del narcisista psicopatico


 
Qualcuno ha scritto che "né il tempo né la saggezza trasformano l'essere umano: l'unica cosa che può spingere un individuo a cambiare è l'amore e il dolore". Forse l'amore è il modo più bello per cambiare una persona, ma la disperazione e il dolore producono un mutamento più rapido e forse ancora più profondo. In realtà spesso le due cose si uniscono e si fondono. Amore e dolore danzano nella vita di ognuno di noi per spingerci a cambiare. Ci offrono diverse opportunità, non sempre siamo pronti a coglierle o vogliamo davvero cambiare.
 
Ci si sente feriti e disperati quando si perde la persona di cui ci si era innamorati. In realtà non si perde nessuno, visto che non si possiede nessuno. Questa è l'autentica esperienza della libertà: avere la cosa più importante del mondo, senza possederla. Dimenticare il dolore è difficilissimo, ma ricordare la dolcezza lo è ancor di più. La felicità non ci lascia cicatrici da mostrare, il dolore ne lascia di profonde ed indelebili. Dalla normalità impariamo così poco, l'abisso del dolore invece obbliga a modificare fino all'ultima cellula per sopravvivere.
 
Con i rapporti tossici si attraversa alla massima potenza sia l'amore che il dolore. Se ne esce per forza diversi, in tutti i sensi, trasformati dalla forza di un uragano. In più, la cosa ancor peggiore è che inizialmente non c’è nessuno che ti spiega niente. E a quello che non si capisce, non gli si può dare un significato. Si brancola nel buoi e si procede a tentoni col rischio di farsi molto male. Ad esempio nessuno ti spiega bene che essere sposati o in coppia, con un narcisista psicopatico significa sentirsi la persona più sola al mondo. Credo che una relazione, specie se malsana, possa rivelarsi la più intensa forma di solitudine, e lo si capisce solo dopo. Questi soggetti malvagi per prima cosa isolano anche dagli amici. L’amicizia è una di quelle cose che può salvare dal baratro. Per molti aspetti se è vera è più pura, è la cosa che davvero risolve e mitiga la solitudine e aiuta a lenire il dolore.
 

sabato 26 agosto 2017

REPLICANTI SENZA ANIMA sono i narcisisti psicopatici


 
Non stiamo parlando di fantascienza, sono tra noi, ovunque, si camuffano in tutta la società nel pianeta, in tutte le classi sociali, in entrambi i sessi. Hanno un aspetto attraente, parlano bene, si muovono con grazia in funzione dell’ambiente in cui si trovano come perfetti camaleonti. Solo pochi essere umani sono capaci di individuarli prontamente, e sanno proteggersi fuggendo per tempo dal loro incanto e dal loro sguardo fatale. Solo pochi sanno subodorare subito i loro scopi, specialmente quanto usano il sesso, il potere politico o economico, come infallibili strumenti per agganciare e intrappolare la vittima. La maggior parte delle persone soccombe impotente alla loro seduzione e manipolazione continua, diventando burattini nelle loro mani.
 
Sono come coccodrilli o leoni programmati perfettamente per catturare e uccidere. La loro sofisticata programmazione, i loro sensi sviluppatissimi, li rendono estremamente efficienti ed efficaci, nel perseguire i loro scopi utilitaristici. Ogni azione è calcolata al fine di un preciso scopo. La loro radice più pericolosa è quella di sapersi riprogrammare perfettamente in base al contesto in cui si trovano e al cambiamento dello scenario.
 
Depredano tutto e tutti come fosse niente, senza sosta e senza fatica, perché sono nati solo per questo. Devono peraltro sopravvivere e ottenere una costante energia vitale dal prossimo. Diverse sono le ragioni per cui sono diventati così, ma possono essere definiti come replicanti che sanno adattarsi perfettamente al contesto sociale a loro più favorevole.
 
Contro di loro, ancora, non si esiste alcuna difesa efficace ed universale. Però hanno dei comportamenti ricorrenti che permettono di identificarli il prima possibile. Ad esempio, se non si accetta la loro danza, se vengono frustrati nelle loro aspettative, diventano nervosi, a volte persino pericolosi. Non desiderano mai ciò che non possono consumare o controllare. Quando la situazione esige di esprimere sentimenti di tristezza, compassione, altruismo, se li si osserva attentamente mostrano una certa innaturalezza, sono molto impostati ma assolutamente non spontanei, si nota qualcosa che non va nel profondo. Alcuni sopravvissuti riescono attraverso la resilienza a neutralizzare i loro attacchi, e a depotenziare la loro forza.
 
Il famoso e misterioso “sguardo del narcisista psicopatico”, si impara a riconoscere col tempo e con tanta esperienza. Riesce a sfuggire perché le persone normali non sono abituate a pensare che al mondo esistano degli essere viventi senza nessun senso morale, privi totalmente dal senso di colpa, che vivono solo per depredare e sfruttare gli altri. Sono apparentemente molto sicuri e vincenti, sembra non abbiano alcun disturbo evidente, si mostrano in pubblico in modo sempre affascinante. In realtà sono esseri disumani che non conoscono l’amore.
 
La metafora del vampiro è molto centrata, il narcisista psicopatico si alimenta dell’energia delle sue povere vittime, succhia la loro anima, senza senso di colpa e senza scrupoli. La sua assenza di vergogna gli permette di cambiare maschera ogni volta che è necessario. Così può essere l’amico perfetto, poi diventa maestro d seduzione, un’ora dopo è un omosessuale della notte, il giorno dopo religioso praticante. Anche per questo il narcisista psicopatico è molto difficile da identificare, può però aiutare l’averlo già incontrato e aver sofferto tremendamente. I sopravvissuti imparano e si rafforzano, spesso ringraziano quasta esperienza orribile. Altri rimangono ingabbiati e manipolati per sempre. Non si possono eliminare totalmente dalla vita. Sono come residui organici con i quali dobbiamo imparare a convivere.

venerdì 25 agosto 2017

SE AMI DAVVERO il tuo narcisista lascialo libero



Se ami davvero qualcuno, lascialo libero”, dice lo scrittore Richard Bach. “Se torna indietro è tuo, se non torna, non lo è mai stato”. Trasformando questa riflessione in un consiglio pratico, mi è venuta in mente una saggia strategia da prendere in considerazione per rivedere il rapporto che si ha con i soggetti tossici. Si può provare a fare così: sospendere qualsiasi impulso a cambiarli o migliorarli. Sforzarsi di accettarli per quello che sono, senza però dover condividere per forza la vita con loro. Paradossalmente, concedergli la libertà di essere se stessi potrebbe spingerli a cambiare, o almeno a limitare quei comportamenti particolarmente distruttivi. In attesa di passare al contatto zero e alla fuga. Accettare la realtà così com’è diventa fondamentale. Quella realtà il più delle volte non si cambia, ma si può cambiare il modo di reagire a quella realtà. Non sanno amare, non ameranno mai nessuno, non ha senso chiedere amore a chi non sa darne.
 
Il personaggio di Wile Coyote cerca di uccidere e mangiare il velocissimo uccello Beep Beep in mille modi, ma non riesce mai a raggiungerlo. Questo diventa la sua ossessione, il suo scopo nella vita, ma non fa altro che ripetere errori su errori, fallimenti su fallimenti. I suoi mancati successi sono in parte dovuti al fatto che non si affida al suo istinto predatorio naturale, ma inventa piani elaborati e complicatissimi. Ma soprattutto non si capisce questa ossessione nel voler catturare solo Beep Beep, smettendo di vivere. Si perde tutto il resto, e il resto ha davvero tanto da offrire. La morale della favola è fidarti del proprio istinto e delle proprie qualità. Smettere di rincorrere chi scappa e dimostra a piene mani di non voler davvero un rapporto e di non essere interessato all’altro. Perseverare è dannoso e pericoloso.
 
Meglio godersi semplicemente una pausa, vagabondare temporaneamente, perdere tempo o dedicarlo ad altro anche di futile. Dopo si potrà abbandonare la schiavotù mentale che spinge a ritenere che senza il proprio aguzzino non si potrà più vivere. Vagare per un po' senza meta, ed evitare di prendere decisioni difficili. Si può cantare stonando, disegnare come un bambino piccolo e scrivere brutte poesie, flirtare con altri più disponibili, vestirsi come capita. Approfittare di questa opportunità perché è l’unica via possibile. È un po’ come resettare, serve a tornare alle impostazioni di default.

giovedì 24 agosto 2017

DELLE SCUSE sono il sogno di ogni vittima di un narcisista psicopatico



Il sogno di ogni vittima è quello di ricevere delle scuse. Una chiamata a cui fa seguito un incontro durante il quale il narcisista psicopatico, con il giusto atteggiamento affranto, chiede scusa, ammette le sue colpe, afferma di non poter vivere senza di lei. Il tutto condito da belle frasi, qualche lacrima, e magari del buon sesso. “Mi sei mancato, senza di te non riesco a stare, ho sbagliato enormemente, spero che tu mi possa perdonare e abbia voglia di ricominciare”. E vissero felici e contenti. Questo più o meno è il quadretto da sogno.
 
Ogni vittima anela, per più o meno tempo, un lieto fine del genere perché parte dal presupposto sbagliato che il suo aguzzino senta, pensi, e reagisca come fa lei. In realtà alcuni sopravvissuti vivono questa scena da film, peccato che il dopo sia ancora peggio del prima. Cioè fa seguito un’altra fase di idealizzazione, normalmente più breve, che sfocia in nuovi abusi, maltrattamenti, scarto ed eventuale abbandono. Per coloro che non l’hanno vissuta rimane un sogno nel cassetto, o un colpo di fortuna inestimabile di cui non si rendono perfettamente conto, tutto dipende dal punto di vista.
 
Il narcisista psicopatico torna, ma lo fa solo per riagganciare la vittima e continuare il suo ciclo infernale. Se anche dovesse fare una cosa per lui difficilissima che è quella di chiedere scusa, l’obiettivo è sempre e solo quello di manipolare. Se torna una volta e chiedere scusa, manipola. Se torna la seconda volta e chiede scusa, manipola. Se torna la terza volta e chiede scusa, manipola. Se torna la quarta e chiede scusa, manipola. Se torna la quinta e chiede scusa, lo si può anche ascoltare sapendo che però molto probabilmente sta manipolando. Va detto che le probabilità che un narcisista psicopatico si umili a chiedere scusa per cinque volte, dopo aver ricevuto precedentemente solo rifiuti, è praticamente vicina allo zero. La maschera del pentito la riesce a reggere per molto poco, le bugie hanno le gambe corte, e l’idea di doversi far perdonare da qualcuno è inaccettabile visto che lui ha sempre ragione ed è perfetto. Se tornano è solo per riagganciare la preda e manipolarla all’infinito.
 
Solo dopo un cammino di guarigione personale estremamente difficile si può arrivare ad un vero pentimento che sappia tradursi in comportamenti reali tali da consentire di “saper stare” in un rapporto in modo reciproco e amorevole. Il vampiro emotivo per potersi umanizzare non solo dovrebbe fare un lungo e faticoso percorso terapeutico, ma dovrebbe anche, affinché ci possa essere un vero cambiamento, affrontare un dolorosissimo periodo depressivo che lo porti a percepire il senso di colpa e a soffrire realmente per il male fatto a se stesso e agli altri, fino a sentire il bisogno di porgere le più sincere scuse e cercare concretamente di riparare in qualche modo. Solo dopo un percorso depressivo straziante, che lo spinga a ricontattare la sua enorme ferita narcisistica, potrà dunque pentirsi e vivere davvero secondo sentimenti di reciprocità e rispetto dell’altro. Senza tutto ciò nessuna relazione lo potrà mai guarire, ma gli servirà solo per “succhiare” nutrimento e basta. La preda successiva sarà solo una nuova fonte e un nuovo oggetto. Si capisce bene come sia difficilissimo credere alle sue scuse e pensare che cambi un narcisista psicopatico.

mercoledì 23 agosto 2017

SVOLTA di una vittima rispetto al narcisista psicopatico


Sicuramente conoscete i dieci comandamenti della Bibbia. Ma forse non conoscete altri dieci suggerimenti che ho letto (non ricordo dove), che cominciano con “Non annoiare Dio” e “Non annoiare te stesso”. E poi ci sono i dieci comandamenti proposti dai nativi cherokee dell’Alabama centrorientale, che comprendono “Offri aiuto e gentilezza ogni volta che è necessario ma solo alle persone che se lo meritano” e “Occupati del benessere della tua mente e del tuo corpo prima di occuparti del benessere mentale e fisico degli altri”. Se chi legge è una vittima (vera) di un rapporto tossico questo può essere un ottimo momento per formulare e dichiarare ufficialmente il suo patto solenne con la vita. Quali sono i principi essenziali che la guideranno lontano dal male supremo, verso il bene supremo?
 
Potrebbe essere un primo passo decisivo per un futuro in cui essere immuni dal vuoto della tristezza, dall’abisso della paura, dal caos della rabbia e della vergogna che si prova dopo la fine del rapporto con un narcisista psicopatico. Mi rendo conto che quello che ho appena detto può sembrare un’esagerazione. Eppure molti sopravvissuti ce la fanno, non solo confermano la mia previsione, anzi, col tempo stanno molto ma molto meglio di prima. Quello che si può raggiungere è un livello superiore, una sorte di luce interiore concentrata e gioiosa che ingloba mente e cuore.
 
Se si ha cura di se stessi, e con l’aiuto di una valida rete di protezione fatta da parenti, amici, terapeuta, non solo si può guarire, ma anche liberare importanti risorse vitali che solo l’elaborazione del dolore permette di fare. Un veleno diventa una medicina, una malattia la salvezza, il ritorno dall’abisso un paradiso. Bisogna però accettare che per guarire e raggiungere una pace interiore, non si può eliminare la sofferenza, ma bisogna elaborarla partendo dalla consapevolezza che non si è solo vittima. In verità si è anche stati in qualche modo complici dopo lo svelamento. Vero è che gli effetti della manipolazione sono devastanti, ma in troppe occasioni la vittima sa cosa è giusto fare ma non lo fa, per mille ragioni ma non fa ciò che il suo istinto e la sua coscienza gli chiedono di fare. È utile capire che forse durante la fase di idealizzazione si pensava erroneamente di poter risolvere i proprio problemi irrisolti e le proprie ferite con il sogno della relazione perfetta. Se qualcuno manipola c’è qualcuno che si fa manipolare. Se qualcuno fa soffrire c’è qualcuno che accetta queste sofferenza senza difendersi o scappare. Meglio recuperare l’amore tradito verso se stessi, per poi ripartire davvero ad amare qualcuno in una dinamica sana e di sufficiente reciprocità.

martedì 22 agosto 2017

Due FERITE NARCISTICHE possono formare una coppia


Dopo un viaggio, tre amiche si abbracciano commosse: le loro anime convibrano insieme. Il loro cuore si è aperto al senso di unità. I loro visi esprimono gioia, l’estasi che deriva dall’aver condiviso una bella esperienza insieme. Il fidanzato di una di queste, non comprende che cosa accade, e viene ferito dal loro comportamento. Alla sera, rivolgendosi alla sua compagna, le dice: “Ho visto la gioia che provavi con loro. Non sarai mai in grado di provarla con me. Tu hai un problema con il tuo femminile”.
 
Queste parole feriscono la donna: non si sente compresa, vista, riconosciuta. Non ha dubbi sul fatto che il suo fidanzato abbia interpretato in modo scorretto ciò che è successo. Sa di aver ragione, e sa che lui ha distorto la realtà. Ma pur sapendo di aver ragione, non riesce a rimanere tranquilla, serena, in pace. Ha bisogno di convincere subito il compagno che ha sbagliato, che ha mal interpretato. Non si dà il tempo di ascoltare e comprendere i reali bisogni e sentimenti che hanno generato la sua spiacevole uscita. Semplicemente la giudica ingiusta e offensiva. Ha bisogno di sentirsi dare ragione. Cerca così di spiegare il vero significato dell’accaduto, ma lo fa in preda al risentimento e alla fretta di voler convincere. Sotto il pressing della sua richiesta, l’altro diffida e si chiude ancora di più. Allora lei ne trae la prova che tra loro c’è grande distanza e impossibilità di comunicare. Entra in uno stato di profonda sofferenza, che dura alcuni giorni, e ne attribuisce la causa al compagno.
 
Per uscire dalla sofferenza, la donna ha bisogno di aiuto. Ha bisogno di comprendere che la sua reazione è simmetrica a quella del partner, che appartiene allo stesso tipo di danza. Lui non ha visto e riconosciuto i reali bisogni e sentimenti di lei, e senza comprendere ha etichettato e giudicato. Lei ha reagito nell’identico modo. Entrambi convinti di aver ragione, sono rimasti attaccati alle loro posizioni, e alla sofferenza che ne deriva. Due parti narcisistiche si sono scontrate e ferite perché mosse dallo stesso bisogno infantile: avere ragione. Nessuno dei due è disponibile a porsi davvero dal punto di vista dell’altro, perché troppo forte è il loro riferimento interno, la loro chiusura emotiva. Ammettere i propri errori significherebbe riaprire la vecchia ferita, rientrare nell’antico dolore di essere esposti all’umiliazione, al disconoscimento dei propri sentimenti e della propria identità.
 
Per il narcisista psicopatico l'altro non esiste, è solo un oggetto da sfruttare, usare e gettare. Non esiste mai vera relazione, confronto, dialogo, anche una discussione costruttiva. Alla base c'è che lui alla sofferenza emotiva ha detto: mai più. Da allora ha chiuso il cuore, ha cercato il potere e ha combattuto per farsi valere e ottenere ragione. Aprirsi alle ragioni dell’altro e alle ragioni del cuore, per il narcisista non significa un atto di intelligenza, ma un atto di resa di fronte alla prepotenza e all’ingiustizia. Anche la vittima ha una ferita narcisistica non elaborata, ma rispetto a questa ha reagito in modo diverso. La vittima ha detto non merito amore, per avere una relazione devo essere disponibile e fare tutto ciò che mi chiedono. Ed ecco una relazione malsana come incontro di due ferite narcisistiche.

lunedì 21 agosto 2017

DUE FACCE del narcisista psicopatico


Mi ha colpito molto scoprire, leggendo sulle violenze domestiche, che molte donne non sapevano neanche dire con sicurezza se venivano o meno maltrattate dal compagno, come se gli abusi fossero scambiati per normalità o persino per una forma particolare di amore. Non parliamo poi degli abusi subiti dagli uomini che per retaggio culturale tendono a non dire nulla perché subentra la vergogna di denunciare.
 
Il partner narcisista psicopatico ha due facce. Una che mostra quando è in coppia, terribilmente freddo, egoista, crudele, critico, umorale o totalmente disinteressato dei sentimenti e dei bisogni di chi ha accanto. Spesso usa la critica, l’ironia spinta, la derisione, e tutta una serie di strategie di manipolazione e abuso. L’altra faccia è quella che mostra in pubblico, davanti agli altri, quando parla con gli amici, o sul lavoro. Diventa il compagno fedele, affettuoso, pieno di premure, brillante, sicuro, aperto, disponibile.
 
Nell’intimità del rapporto a due la vittima sembra non meritare felicità, sicurezza e vero amore. Diventa il bersaglio della rabbia, della frustrazione, e dell’ostilità senza avere la minima idea del perché, di cosa abbia fatto per meritarselo. Ma non si allontana non fidandosi del suo istinto e del suo buonsenso. Forse c’è una predisposizione al masochismo, una mancanza di identità, un inguaribile senso di colpa rispetto a presunti difetti, o forse è solo la conseguenza inevitabile di una costante e sottile violenza emotiva. La cosa certa è che alla sofferenza si aggiunge una dose extra di dolore frutto della vergogna di essere trattati come oggetti che non valgono nulla, senza reagire e senza andarsene. La violenza psicologica è lesiva come quella fisica e può condurre alla malattia e alla morte. Inoltre la vittima disumanizzata viene progressivamente isolata da famigliari e amici e questo ne riduce drasticamente le possibilità di consapevolezza e fuga.
 
Si tratta di violenza perversa che mira a fare a pezzi il partner in maniera costante e ripetuta, attraverso gesti o parole di disprezzo, umiliazioni o discredito, evitando ogni responsabilità e conflitto interiore perché tutte le colpe vengono attribuite all’altro. La cosa paradossale è appunto che, troppo spesso, le vittime non realizzano di subire un maltrattamento perché vengono indotte a cambiare la loro percezione della realtà, di cosa è giusto e di cosa è sbagliato. Basta negare che sia mai successo qualcosa, accusare di aver dimenticato o di aver ingigantito un evento, interpretare tutto ciò che accade in modo arbitrario e falso. Le vittime sovente non ricordano, dimenticano, cancellano. In altri casi si assumono le colpe di tutto e attribuiscono il loro malessere a presunti difetti caratteriali. Imparare a stare anche da soli e non in coppia a tutti i costi, ed approfittare del piacere della solitudine, può essere un primo passo per ritrovare pace e lucidità. Da lontano molti cose sono più chiare.

sabato 19 agosto 2017

COME GUARIRE dal narcisista psicopatico?


Uno degli aspetti più frustranti quando si è raggiunta la consapevolezza di essere invischiati in un rapporto malsano e lo si vuole chiudere, è quella di non sapere come guarire nel giro di breve tempo. Non esiste una ricetta, non c’è un modo univoco a cui affidarsi. Si parte dal contatto zero, quando lo si può attuare, ma poi in realtà per la vera guarigione non basta. Si sa che non si devono ripetere gli stessi sbagli, ma non si sa cosa fare per stare bene, come andare avanti nella vita e passare oltre.
 
Il primo passo è comprendere ed interiorizzare che non esiste nulla di sbagliato nella vittima, in ciò che fa, pensa, dice. Nessun comportamento sbagliato ha davvero inciso nell'esito della relazione. Nessun errore è stato decisivo nel causare una simile sofferenza. Nulla sarebbe riuscito a salvare il rapporto. Nessun particolare comportamento avrebbe potuto cambiare e guarire il narcisista psicopatico. La vittima che si allontana è come un sopravvissuto in tempo di guerra che ha perso una parte del proprio corpo e dovrà convivere per sempre con questa menomazione, ma almeno è vivo
 
Seconda cosa è proteggersi e se possibile scappare. Evitare di credere ai ritorni, sia a quelli basso volume che a quelli ad alto volume. Zero telefonate, messaggi, mail, incontri, chat, ecc. Dal contatto non può venire nulla di buono, e non ha alcun senso perché tutto è falso. Ci si deve liberare da una dipendenza. Solo i sopravvissuti alla malvagità e alla manipolazione di un narcisista psicopatico sanno quanto sia difficile tagliare i ponti con un soggetto del genere.
 
Terza cosa, accantonare il sogno e l’illusione del rapporto idilliaco. In realtà il rapporto non c’è mai stato e la persona di cui ci si è innamorati non è mai esistita. Era solo un castello di maschere, bugie, falsità. Ma va accantonata anche l’illusione più profonda che è quell’idea romantica di trovare l’anima gemella con la quale risolvere tutto e vivere felici e contenti per l'intera vita. Esistono belle persone con cui poter stare bene nell’amore, ma gran parte della serenità deriva da uno stato personale della mente e dello spirito.
 
Quarta, riprovarci sempre ma mantenendo le distanze di sicurezza. Non ci si deve fermare nella vita, sapendo che non tutte le persone al mondo sono come i narcisisti psicopatici con i quali ci si scopre immersi in una montagna di falsità, ma occorre avere un atteggiamento di maggiore prudenza e amor proprio. Le belle persone ci sono, basta cercarle con cura e intelligenza.  In più ci si può innamorare anche di interessi, situazioni, amici, passioni, perché il mondo è pieno di bellezza. Il tesoro è alla fine dell'arcobaleno.
 
Quinta, questa esperienza straziante deve essere tramutata in una buona occasione per vivere sentimenti, emozioni, stati d’animo anche molto dolorosi che non si sono potuti o voluti vivere prima. In altre parole è giunta l'ora di elaborare vecchie ferite del passato che hanno attratto il soggetto tossico. Quando si ha paura del buio bisogna attraversare il buoi. Gli essere umani cercano di evitare il dolore, ma è solo affrontandolo e superandolo che si può trovare la pace e la bellezza. Utile e sano è immergersi nel dolore anziché rifuggirlo, per trovare una nuova dimensione di vero amore interiore, nonché altre persone degne di questo amore.

venerdì 18 agosto 2017

Violenza come RABBIA narcisistica assoluta



È alquanto insufficiente la ricerca di un antidoto se ci si limita alla condanna, allo sgomento e alla solidarietà che accompagna gli orrendi fatti di cronaca che si verificano periodicamente. Sono soprattutto vittime della rabbia di persone alla ricerca di vendetta. Non basta neppure aumentare le misure di sicurezza e l’inasprimento delle pene come antidoto. È necessario comprendere la rabbia repressa che c’è alla base, e se possibile elaborarla e trasformarla in altro, fare di tutto per tramutarla in una energia non distruttiva e mortale.
 
La rabbia e la vendetta sono reazioni emotive comprensibili, ma devono essere incanalate nel modo giusto, soprattutto per evitare atti di una simile violenza inaudita. La rabbia diventa ancora più pericolosa quando è ancorata a convinzioni religiose, misogine, omofobe, passionali. La rabbia può originare stati d’animo agghiaccianti con veri e propri deliri di risarcimento, con fantasie di rivalsa aberranti. Alla base c’è una rabbia primaria, assoluta, senza limiti che ha origini lontane nelle relazioni famigliari e sociali.
 
L’impossibilità di elaborarla porta a difese aggressive, sadiche e feroci. La rabbia è come il vapore di una pentola a pressione che serve per cuocere qualcosa, ma la pentola ha bisogno di valvole di sfogo altrimenti diventa una bomba. Non è la rabbia in sé ad essere pericolosa, è pericolosa quando non viene compresa, elabora, e sfocia in atti di una violenza assoluta.

giovedì 17 agosto 2017

FAME DI POTERE E CONTROLLO per il narcisista psicopatico


La lotta per il potere e il controllo caratterizza tutti i narcisisti. Il bisogno di potere fa parte di questo disturbo. Qual è la relazione tra narcisismo e potere? Benché la negazione interessi tutti i sentimenti, due emozioni in particolare sono quasi totalmente inibite: tristezza, paura. Questo perché la loro espressione rende vulnerabili, e loro hanno deciso di non volersi mai più trovare in una posizione di debolezza.
 
Secondo loro non ci si può assolutamente porre come tristi e paurosi perché significa essere in posizione di inferiorità e si rischia di dover riaprire le atroci ferite del passato. Se lo fanno è solo per porsi come vittima e manipolare, ma è una eventualità rara nel medio lungo periodo. La negazione della tristezza e della paura consente di proiettare un’immagine di indipendenza, di coraggio e di forza. Con questa immagine nascondono a loro stessi e agli altri la vulnerabilità.
 
L’immagine però è solo una facciata, e quindi è impotente. Di per sé non ha forza, la forza sta nei sentimenti dell’individuo. Mancando la forza reale che deriva dai sentimenti profondi che nutrono davvero, il narcisista ha bisogno del potere e il controllo, e li cercano per compensare questa deficienza. Il potere sembra infondere energia all’immagine del narcisista, sembra conferirgli una potenza che altrimenti non avrebbe. Da bambini hanno subito quella che la psicoanalisi definisce una “GRAVE FERITA NARCISISTICA”, un colpo alla stima di sé che lascia il segno e modella la loro personalità. Questa ferita implica un’umiliazione, in particolare implica l’esperienza di essere impotenti mentre un’altra persona prova piacere nell’esercitare il proprio potere.
 
Per i narcisisti il controllo ha la stessa funzione del potere, li protegge da una possibile umiliazione. Devono accertarsi che non ci sia possibilità che altri abbiano potere su di loro. Vogliono prevenire una ulteriore possibile ferita per cui fanno di tutto per trovarsi sempre in posizione dominante negando ogni tipo di fragilità. Si può avere controllo e potere in tanti modi. Seduzione e manipolazione sono i principali.
Il potere tuttavia non serve a superare la propria inferiorità né ad alleviare un intimo senso di vuoto emotivo o a procurare la potenza desiderata. Il potere serve soltanto a negare quei sentimenti. Per sua natura, poi, il potere accresce il narcisismo di una persona e ne rinforza l’insicurezza di fondo. Per molti versi il potere è una negazione dell’umiliazione dell’umanità dell’individuo.

mercoledì 16 agosto 2017

DUE MODI DI STARE AL MONDO narcisistico e umano


Al tramonto, su una spiaggia isolata, arriva un gruppo di persone. Accendono un fuoco, cucinano, ridono, fanno chiasso, mangiano, bevono. A tarda notte, si allontanano lasciando sulla sabbia bottiglie, piatti di carta, avanzi di cibo. All’alba, sulla stessa riva, giunge un altro gruppo di persone: si siedono in silenzio a contemplare la bellezza del luogo. Fanno colazione e prima di andarsene, raccolgono i rifiuti loro e quelli di coloro che li hanno preceduti. Senza battere ciglio. Dopo il loro passaggio, la spiaggia è tornata pulita.
 
Due modi di stare al mondo: inquinare, sporcare, abbruttire; ripulire, riportare ordine e bellezza. Pensare solo a sé; occuparsi del bene comune. Prendere il più possibile, indifferenti agli altri e alla natura; provare piacere nel donare, condividere, prendersi cura. Il primo modo, narcisistico, diffuso in ogni parte del mondo, sta distruggendo il pianeta. Il secondo modo, in armonia con l’ambiente e con l’animo umano, che sta cercando disperatamente di conservarlo in una sorta di armonia del tutto. In gioco non c’è solo la nostra sopravvivenza materiale, ma prima ancora la nostra spiritualità e salute mentale.
 
Il narcisismo collettivo ha creato un campo di sofferenza a livello sociale e individuale. Conflitti, guerre, separazione, rabbia, invidia, insoddisfazione, ansia, depressione, paura ne sono la conseguenza. Più si riduce il contatto tra esseri umani, più diminuiscono le relazioni sane all’interno delle quali vivere e più aumenta la dipendenza da farmaci, droghe, alcolici, televisione, oggetti. Ci si sente separati e in conflitto e si cercano soluzioni nell’anestetizzarci e isolarci sempre più. Anche quando siamo in compagnia, in realtà siamo isolati dentro, perché abbiamo spesso perso la naturale capacità di amare. Senza accorgercene, ci autoescludiamo attraverso il moltiplicarsi dei nostri impegni e delle cose pratiche da fare. Le nostre conversazioni, sono piene di lamentele, con cui cerchiamo di sfogare il nostro dolore, o sono superficiali, banali vuote, senza nessuna profondità emotiva. In ogni caso abbiamo bisogno di un sottofondo, che chiamiamo musica, televisione, vita mondana, per riempire il vuoto che sentiamo dentro.
 
C’è però un luogo della nostra vita in cui non possiamo più mentire, un luogo dove arriviamo a cogliere la verità: è quando ci ammaliamo gravemente o ci avviciniamo alla morte. Ed è in quei momenti in cui comprendiamo davvero ciò di cui abbiamo bisogno. Potremmo arrivare alla stessa comprensione in un altro momento della nostra vita, anche quando siamo più giovani e in piena forma. Questo momento dovrebbe essere quello in cui ci innamoriamo, cioè quando apriamo davvero il nostro cuore. Ci possiamo innamorare di una donna o di un uomo, ma anche di una poesia, di una musica, di una montagna, di un animale. Possiamo innamorarci di un amico, di un maestro, di una filosofia.
 
Ma occorre saper distinguere. C’è un falso innamoramento, narcisistico, che non ci fa uscire da noi stessi: concentrati solo sull’oggetto del nostro amore, ci rende gelosi e possessivi, ancora di più chiusi verso gli altri e il mondo. E c’è un vero innamoramento, che collegandoci all’anima altrui ci fa riscoprire la nostra. Cambia tutto ciò che credevamo di essere fino a quel momento, ci fa scoprire davvero chi siamo in profondità. A volte serve passare per rapporti malsani e tossici per arrivare al vero amore.

lunedì 14 agosto 2017

LA FOLLIA del rapporto col narcisista cambia per sempre


Ci sono esperienze che provocano in modo netto e chiaro un prima e un dopo. Nulla è più come prima, cambia il peso delle cose, tutto viene visto sotto una nuova luce. La follia abita in ognuno di noi, ed è forse la parte che più ci caratterizza. Con questa parte folle entriamo tutti in relazione sempre e comunque, ciò che cambia è come ognuno sceglie di scenderci a patti, il modo in cui prova a trovarci un equilibrio.
 
L’amore appartiene alla follia. Non nasce dalla ragione non è una operazione razionale. Non a caso, quando si sbaglia partner, e qualcuno te lo fa notare, spesso si risponde “si lo so, ma non posso farci niente, è più forte di me”. L’amore scatta su basi folli non su basi razionali, e la follia ha una potenza travolgente. L’altro cattura la parte folle, cioè la  parte più vera e profonda, ma anche quella più irrazionale e imprevedibile. Grazie a lui/lei si entra nella follia, e grazie a lui/lei se ne può uscire. Alcune volta però può capitare che ci si rimanga intrappolati a vita. 
 
Quando si passa per un rapporto con un narcisista psicopatico si capisce perfettamente cosa significhi fare uno scontro frontale con la pazzia, la forza dell'inconscio, la più totale irrazionalità. Il rischio è quello di rimanerne schiavi a vita, di non fare più ritorno alla normalità. Anche quando ci si innamora di una persona normale si viene travolti dal cambiamento, ma in questo caso è una buona occasione per diventare migliori, e col tempo si raggiunge una nuova stabilità. Comunque, sia che la storia sia bella o brutta, che finisca bene o male, l’io cambia, non si è mai più come prima.

Il ritorno dall’abisso però, è un percorso complicato. “Quando sai com'è l'abisso, non sei più lo stesso, ti tieni un po' più stretto a chi ti tiene stretto”. Vale la pena ricordare che l’altro è sempre altro da noi, sempre e comunque, per cui conserverà eternamente un qualcosa che ci sfugge. Ogni aggettivo possessivo è da evitare. Per il narcisista psicopatico ogni persona è solo un applausometro per il resto non sa nulla dei sentimenti e non conosce relazione. Inoltre, altro aspetto importante, è capire che non possiamo davvero cambiare nessuno se questo non lo vuole e non lo chiede. Al massimo possiamo cambiare noi stessi e il nostro atteggiamento verso l'altro.

sabato 12 agosto 2017

NON VUOLE GUARIRE il narcisista

 
Se il narcisista ha successo nel mondo, se acquisisce una posizione di potere, se può comandare e manipolare gli altri, se ha continui riscontri positivi, è molto difficile che si metta in discussione, perché i costi della sua insana politica li scaricare soprattutto sul partner, sui famigliari, sui colleghi. La sua anima soffre, ma lui si è staccato dall’anima e non gli dà ascolto. Si formano delle crepe nella sua psiche solo se non ottiene ciò che desidera, gli obiettivi che si è prefissato. L’unica vera occasione per guarire potrebbe nascere solo dalla totale mancanza di rifornimenti narcisistici.
 
Può succedere che cada in depressione solo quando si accorge che si fa il vuoto intorno a lui e comprende che qualcosa non va e che forse deve cambiare. Ma, arroccato nei suoi punti di vista, la resistenza al cambiamento è sempre fortissima. Ciò che all’inizio vuole non è cambiare sé, ma acquisire nuovi strumenti per controllare e dominare il prossimo, per questo motivo a volte può decidere di andare in terapia. Occorre del tempo perché si arrenda all’evidenza che lui non è il centro del mondo a cui gli altri devono inchinarsi. Non è speciale, non è superiore e neppure infallibile. Deve riuscire a tornare un essere umano, dotato di un’anima che aspira all’unità, a essere parte di intense relazioni ispirate dall’amore reciproco, anziché dominate e abruttite dalla ricerca del potere e del controllo.
 
Appena inizia però a prendere contatto con la sua ferita e con la necessaria depressione, il narcisista quasi sempre decide di non guarisce, e quasi sempre regredisce e peggiora. Perché? Perché quando smette di prendersela con gli altri, la sua rabbia non scompare: diventa rabbia contro di sé. Rabbia che alimenta la sua depressione e il suo senso di indegnità e nullità. L’ombra sale in superficie, ma non è redenta dalla luce e non viene trasformata finché egli non abbandona la sua ultima resistenza: il bisogno di giudicare. Prima giudicava gli altri, ora giudica sé. La danza è rimasta la stessa, la danza del potere e dell’oppressione. Per cambiare danza, per entrare nella danza dell’amore, il narcisista dovrebbe abbandonare il proprio sé grandioso e il giudizio, che è alla base del suo rifiuto del mondo, della realtà così come è.
 
Tutto ciò è praticamente impossibile che avvenga. Il dolore sarebbe troppo forte e rischierebbe anche di morire se entrasse in contatto col proprio dolore. In più finché ottiene gratificazione narcisistiche non vuole assolutamente cambiare, anzi pensa di essere il migliore e nel giusto. Al contrario ritiene che siano gli altri "inferiori" a dover cambiare, a dover accettare e riconoscere la sua superiorità. I miracoli possono avvenire, ma sono rarissimi. Per cui l'unica cosa saggia da fare e andarsene. Scappare da ciò che ci distrugge e lo farà per sempre. L'unica cosa saggia da fare è vivere bene lontano da lui.

mercoledì 9 agosto 2017

"Casa dolce casa" quale base di ogni relazione tossica


 
La famiglia, nel bene e nel male, e spesso anche nel male, è alla base della vita di ognuno di noi. Che lo vogliamo o no, è così a prescindere da tutto e da tutti. È il fulcro della personalità di ogni persona, sia che si parli della famiglia tipo con padre, madre, e figli che si amano e vivono la vita teoricamente perfetta. Sia che si faccia riferimento a famiglie più particolari e complicate come quelle in cui sono presenti casi di divorzio, di procreazione fuori dal matrimonio, di problemi di alcolismo, tossicodipendenza, malattie mentali, infedeltà, violenze, abusi, fallimenti economici.
 
Ma altolà! Non esiste la famiglia che non sia problematica: in misura diversa lo sono tutte. Da sempre è anche il focolaio di tensioni, conflitti, gelosie, invidie. Uno spazio fondamentale per chiunque, ma dove i legami si complicano in nodi ogni giorno più aggrovigliati e complessi. Semplificando, si può dire che le uniche famiglie senza problemi sono quelle che non si conoscono bene. Sia per la vittima che per il carnefice la famiglia ha un ruolo centrale, anche se non si deve assolutamente cadere nell’errore grossolano di dare tutta la colpa ai genitori per ogni cosa. Ciascuno è nato in famiglie con problemi per cui ci si deve anche assumere la responsabilità della propria vita. Esistono persone meravigliose nonostante abbiano dovuto affrontare problemi e sofferenze enormi, e veri e propri mostri che lo sono diventati dovendo affrontare ostacoli di gran lunga inferiori. Non c’è una regola, e questo è il mistero della vita.
 
Però è assolutamente vero che la famiglia funge da calamita. Vale a dire l’attrazione verso quello che si è vissuto nell’infanzia: tutti tendiamo ad amare nello stesso modo in cui siamo stati amati. L’imitazione dei comportamenti di chi ci ha accuditi diventa, col tempo, la base della nostra personalità. Ovvero, per quanto disfunzionale sia il rapporto, se ci abituiamo da bambini, quando qualcuno tornerà a trattarci nello stesso modo ci sembrerà normale, ed in un certo modo perverso persino piacevole. Così crescendo siamo attratti dalle persone che ci rimandano a quelle che ci hanno accudito. Gran parte di quello che chiamiamo “Io” altro non è che la sedimentazione di tanti comportamenti imitativi che si sono accumulati nel tempo.
 
L’importante è capire che se non si è felici col partner vuol dire che si è fatta una scelta sbagliata, e in questo senso è assai probabile che si siano ripetute, senza rendersene conto, modelli impressi a fuoco nell’inconscio, di cui ci si dovrebbe sbarazzare se non si vuole passare l’intera vita a ripetere gli stessi errori. A volte, è doloroso verificare che ciò che cerchiamo in una relazione è solamente la ripetizione di un trauma infantile che cerchiamo di riparare, ma è di cruciale importanza. Il potere dell’inconscio è davvero straordinario, soprattutto nel male. Ma c’è un’altra cosa molto semplice da capire: se una relazione non rende felici, ma anzi fa stare male, non serve e ci si deve allontanare, come farebbe una ameba.

VITTIME di un narcisista NON SONO IMMUNI DAL NARCISISMO


Quasi sempre anche la vittima ha una parte narcisistica che non vuole o non riesce a riconoscere (sia chiaro tutti hanno tratti narcisistici, ciò però non vuol dire avere un disturbo narcisistico pervasivo e cronicizzato che condiziona l'intera vita). Ed è questa che in realtà e crea e alimenta la lotta di potere e un attaccamento morboso ad un rapporto disfunzionale che fa soffrire. Chi si sente vittima dell’altrui incapacità di amare e aggressività, presenta comunque una forte componente narcisista, non come il prevaricatore di turno, ma per certi aspetti simile.
 
La vittima giudica, si sente nel giusto, accusa e pretende dall’altro il cambiamento che non sa ottenere al suo interno. Se dice di volere dare e ricevere amore è impossibile che stimi e riesca ad amare davvero un narcisista psicopatico dopo aver capito chi è, e aver sperimentato sulla sua pelle comportamenti inaccettabili. Certo l’impatto con la verità nascosta può essere duro, uscire dalla manipolazione un'impresa ardua, ma non ha nulla di sano e giusto continuare ad amare chi deliberatamente abusa e fa soffrire.
 
In un certo senso quindi, anche la vittima manipola a sua volta la realtà, e lo fa sentendosi buona, e cercando di alleare altri nella propria propaganda. Se viene confrontata non ascolta, non riflette, ma reagisce con indignazione. Attaccata alla sua immagine di brava persona, è permalosa e reattiva. È convinta di avere ragione. Non vede la propria responsabilità e, appena può, esternalizza il suo dolore con coloro che cercano di aiutarla. Come il narcisista, rifiuta selettivamente i punti di vista che non confermano la sua visione. È orgogliosa, non davvero umile, non radicata alla terra e alla realtà. Perché chiedere amore ad un leone è davvero una prova di grande senso di onnipotenza.
 
Alla base c'è la pretesa di tornare alla fase di luna di miele. La voglia di vivere a tutti i costi nel sogno, di essere il principe o la principessa per qualcuno. In realtà delega ad altri la propria vita e la propria felicità. Il fatto di subire le fa credere di essere oggetto di ingiustizia. Arriva a pensare per darsi ragione che: “vedi, continuo a essere prevaricata, proprio perché mi comporto bene”.
 
Confrontare la vittima con la sua parte narcisistica è un compito molto delicato. Va fatto con tatto e intelligenza, aspettando il momento giusto in cui il concetto può essere riconosciuto e accolto. Ma non si tratta di tecnica o tattica, ma di individuare il tempo giusto per la consapevolezza. Si può confrontare il narcisismo altrui nella misura in cui si è imparato a vedere e confrontare il proprio. Quindi, nella misura in cui si sono sviluppate sufficiente umiltà, dedizione alla verità e responsabilità. Ovvero nella misura in cui si pone fine alla manipolazione e all’esercizio subdolo del potere dominio o racket anche da parte della vittima.

martedì 8 agosto 2017

COME RICONOSCERE un narcisista psicopatico integrato


Il passo più ostico da compiere è iniziare a credere che al mondo esistano soggetti come i narcisisti psicopatici integrati e che questi soggetti possano essere al centro delle nostre vite. Il secondo passo è quello di riconoscerli e proteggersi. Identificarli prontamente, serve per scappare e salvarsi la vita. Sono soggetti disumanizzati, cioè hanno l’aspetto fisico come tutti gli altri, ma chissà chi o cosa sono veramente e da dove vengono, forse neanche loro lo sanno. Il fatto che si comportino come animali della savana, spiega anche perché scatenano nella vittima le reazioni più impensabili e fuori controllo.
 
Fanno di tutto per mantenere un’immagine quasi perfetta in società, per cui non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. Possono avere una bella famiglia, essere impegnati nel volontariato, ricoprire ruoli importanti a livello professionale, sono amici simpatici e disponibili, possono essere inseriti in ambito politico o religioso. Le attitudini patologiche di base del narcisista psicopatico sono relative a certi meccanismi di difesa che mettono in atto in modo sistematico soprattutto nei rapporti intimi, in particolare nella coppia.
 
L'aggressione strumentale, ottengono i loro scopi e i loro obiettivi mediante, attacchi, accuse, inganni, abusi, violenza psicologia o fisica.
Proiettano le colpe sugli altri: tendono a far passare il partner come la causa dei problemi, giocano sul suo senso di colpa e sulla vergogna che inducono per i difetti che gli imputano.
Dominio e controllo mediante manipolazione: hanno la necessità di controllare il rapporto ed esercitare il potere, cioè di avere una posizione di dominio.
La megalomania, il sentimento di superiorità e grandiosità patologica. Si sentono i migliori di tutti, i più grandi di tutto, tutto è loro dovuto.
Fanno le vittime, in particolare sono maestri nel risultare vittime delle loro vittime.
La seduzione: seducono tutto e tutti per ottenere i loro scopi ed obiettivi.
Non si fidano di nessuno e tradiscono tutti, in particolar modo coloro che offrono loro amore e presenza. Cioè più amore ricevono da un soggetto e più lo puniscono e lo attaccano sadicamente.
Sono bugiardi sistematici e compulsivi, mentono su tutto e per tutto, dalle piccole alle grandi cose, distorcono la realtà e la manipolano per i loro scopi.
L’aggressività: ottengono ciò che vogliono mediante la violenza, l’abuso, l’inganno, il sarcasmo, e le trappole comunicative.

lunedì 7 agosto 2017

DIPENDENZA dal rapporto col narcisista psicopatico


È pazzesco quanti tipi di dipendenza esistano. Sarebbe troppo facile se fossero solo da droga, da alcolici e da sigarette. Ne esistono di certo tante altre a livello affettivo ed emotivo, di cui ancora si parla davvero poco, e la consapevolezza del male che possono provocare è davvero molto ma molto bassa. Io penso che la cosa più difficile per liberarsi di un'abitudine sia volersene liberare. Voglio dire, ci sarà un motivo se abbiamo una dipendenza, no? Su quello si deve lavorare.
 
Spesso, troppo spesso, le cose che all'inizio erano solo parte della tua vita, ad un certo punto passano il limite e diventano ossessioni, compulsioni, ti fanno perdere il controllo, ti avvicinano al precipizio. È l'ebrezza che inseguiamo, il sogno dei sogni per cui tutto il resto svanisce. Il narcisista psicopatico ti conduce sull’orlo del precipizio, o dovremmo dire che chiediamo a lui di portarci verso quel confine. Molte vittime sostengono di non poter più stare bene in un rapporto come con il narcisista psicopatico. Tutti i rapporti successivi le annoiano a morte e diventano insignificanti rispetto alle montagne russe emotive vissute. Anche questo è fortemente significativo.
 
Il brutto della dipendenza è che non finisce mai bene perché ad un certo punto qualunque cosa sia quella che ti fa stare bene, smette di farti bene, e comincia a farti male. A livello affettivo le cose non sono affatto diverse. La dipendenza può uccidere come una qualsiasi altra dipendenza molto più nota. Eppure dicono che non ti togli il vizio finché non tocchi il fondo, ma come fai a sapere quando l'hai toccato?
 
Non importa quanto una cosa ci faccia male, certe volte rinunciare a quella cosa, fa ancora più male. Farlo però, può rende davvero vivi, consente di raggiungere un livello di pace interiore inimmaginabile prima. Per raggiungere il paradiso forse è necessario passare per l’inferno, come molti miti della nostra cultura ci hanno tramandato e insegnato.
 
Alla vittima che vuole rimanere legata in eterno al suo aguzzino va la massima comprensione e compassione. Se pensa di amare quella persona che ha dimostrato più e più volte di non saper amare, e che anzi gode nel provocare sofferenza, deve rimanere e prendersi quel poco che gli dà, dolore compreso. Ma se, quel poco non gli basta, come è giusto che sia, e decide di voler cercare di stare bene in un rapporto sano, deve lasciare il vampiro emotivo al suo destino, perché è suo e solo suo.

sabato 5 agosto 2017

NON SA IMPROVVISARE il narcisista psicopatico


Il narcisista psicopatico non sa improvvisare e generalmente non ha un piano “b”. Il senso di grandiosità e la carenza di empatia lo rende robotico per cui ha grosse difficoltà nell’improvvisazione qualora venga scoperto, oppure nel caso in cui il suo piano non funzioni come previsto. Questo vale per le piccole come per le grandi cose della vita. Se ad esempio durante una serata aveva pensato di porsi con un certo atteggiamento per conquistare una nuova preda e non ottiene il risultato preventivato, può andare in grossa difficoltà. Se viene colta in flagrante nelle sue menzogne, falsità, trappole può risultare impacciata nel trovare scuse imbarazzanti. Si arrampica sugli specchi, e può non riuscire a rielaborare immediatamente una nuova strategia.

È furbo, scaltro, ha una mente fredda e calcola tutto nei minimi particolari. Nulla di ciò che fa è a caso. Ogni parola, gesto, incontro, relazione ha un preciso scopo per lui. Però non è dotato di creatività ed è molto deficitario nella lettura di situazioni nuove o impreviste. Se cade in errore o subisce una frustrazioni la sua mente pianificatrice va in tilt. Tutto questo perché basa tutto il suo muoversi nel mondo sulla razionalità, per cui stenta ad impostare in fretta una nuova modalità di comportamento, anche perché ritiene di avere sempre la strategia perfetta.

Questa sua grave mancanza la si può notare molto bene durante una normale conversazione nella quale lo si mette in difficoltà. Innanzitutto se si smorza la sua parte grandiosa non dandogli potere, adottando un atteggiamento di grande indifferenza, può apparire stranamente disorientato. Non appena non ha il controllo della situazione si depotenzia la sua forza. Tacere è un'altra cosa per lui molto fastidiosa. Per la vittima tacere quando si trova al cospetto del narcisista psicopatico è una impresa ardua, proprio per la sua naturale tendenza ad essere disponibile, tende a riempire i vuoti e a rendersi aperta al dialogo, in particolar modo su temi a lei cari.
 
In realtà non intavolare argomenti limitandosi al solo rispondere, in modo neutro e conciso, dando poche informazioni, come si farebbe col panettiere o col giornalaio, consente di destabilizza enormemente il vampiro. Perde le coordinate perché lui è abilissimo a comportarsi a specchio reagendo agli imput dell’interlocutore, ma se lo si mette di fronte a distanza e freddezza non decodifica più il comportamento e non riesce ad uscire dallo spartito che si era preparato. Come un attore impara a memoria la parte, ma se qualcosa va storto deve uscire di scena e prendere tempo. Per verificare che persona abbiamo davanti o per depotenziare il potere di un soggetto tossico è importante dare poche informazioni, soprattutto per quanto concerne i sentimenti. Freddezza e distanza emotiva lo disorientano e ne riducono il potere. E comunque va evitato assolutamente il gioco degli specchi dove lui è un maestro.

venerdì 4 agosto 2017

CERCANO E VIVINO DEL DESIDERIO ALTRUI i narcisisti psicopatici


 
Le caratteristiche del narcisista psicopatico sono tante, una delle principali è quella di vivere del desiderio altrui. Provocano attraverso la manipolazione un forte senso del desiderio nel partner e lo sfruttano per i loro scopi e  obiettivi. Per questo ad esempio, mettono in atto la tortura della triangolazione. Nella fase di love bombing stimolano enormemente la preda dal punto di vista neurologico mediante l’arma potentissima dell’innamoramento, poi nella fase successiva, si pongono come inaccessibili, distanti, freddi, come un oggetto difficile da ottenere. Con la triangolazione, ma non solo, mettono in atto tutta una serie di strategie che vanno ad agire sul meccanismo del desiderio delle prede, perché è di questo che nutrono il loro mostruoso ego. E' una fonte di sostentamento che deve essere sempre a livelli elevati per coprire quell’insopportabile sensazione di vuoto interiore che hanno.
 
Per questo cercano di vivere l'intera vita come fosse un'eterna fase di innamoramento. Per farlo hanno due possibilità: creare infiniti cicli di innamoramento e separazione con la stessa persona, o vivere successive esperienze di innamoramento con tanti soggetti diversi, alcuni anche contemporaneamente. Oppure possono innamorarsi di situazioni, nuove esperienze, luoghi, ideologie, che comunque siano in grado di gratificarli. Questo è uno degli obiettivi principali per cui agisce un narcisista psicopatico.
 
Va visto come un drogato di desiderio che ogni giorno deve garantirsi la stessa dose per non soffrire di astinenza. Il problema è che col tempo, per avere lo stesso effetto, la dose deve aumentare e per questo il meccanismo diventa sempre più complesso da alimentare e mantenere. Fondano tutta la loro vita sul desiderio che creano negli altri, sulla loro capacità di averne il potere e il controllo, sia nel bene che nel male. Vivono dell’amore altrui e di quanto riescono a gestirli come marionette. Per aumentare la dose non esitano a sottomettere, abusare, dominare in ogni modo. Il fine è appunto quello di raggiungere una certa dose quotidiana di gratificazione narcisistica.

Presentano altre persone, mettono a confronto in modo sistematico, fanno ingelosire. Sembra che mai nulla basti. Sono eternamente alla ricerca di qualcosa di meglio. Si stancano e annoiano di tutto e tutti nel giro di poco tempo. Fanno sentire sempre inadeguato e sostituibile il partner. La precarietà della relazione è totale. Ma in questo modo la macchina del desiderio lavora ai massimi livelli. Tutto creato deliberatamente per rafforzare il vincolo di schiavitù e rendere sempre insicura la vittima che vive costantemente sotto il ricatto dell’abbandono. Questo perenne stato di stress che la rende insicura, fragile, debole piena di incertezze rispetto al suo valore. E il vampiro si nutre di tutta la sua energia, di tutto il suo desiderio.