martedì 22 agosto 2017

Due FERITE NARCISTICHE possono formare una coppia


Dopo un viaggio, tre amiche si abbracciano commosse: le loro anime convibrano insieme. Il loro cuore si è aperto al senso di unità. I loro visi esprimono gioia, l’estasi che deriva dall’aver condiviso una bella esperienza insieme. Il fidanzato di una di queste, non comprende che cosa accade, e viene ferito dal loro comportamento. Alla sera, rivolgendosi alla sua compagna, le dice: “Ho visto la gioia che provavi con loro. Non sarai mai in grado di provarla con me. Tu hai un problema con il tuo femminile”.
 
Queste parole feriscono la donna: non si sente compresa, vista, riconosciuta. Non ha dubbi sul fatto che il suo fidanzato abbia interpretato in modo scorretto ciò che è successo. Sa di aver ragione, e sa che lui ha distorto la realtà. Ma pur sapendo di aver ragione, non riesce a rimanere tranquilla, serena, in pace. Ha bisogno di convincere subito il compagno che ha sbagliato, che ha mal interpretato. Non si dà il tempo di ascoltare e comprendere i reali bisogni e sentimenti che hanno generato la sua spiacevole uscita. Semplicemente la giudica ingiusta e offensiva. Ha bisogno di sentirsi dare ragione. Cerca così di spiegare il vero significato dell’accaduto, ma lo fa in preda al risentimento e alla fretta di voler convincere. Sotto il pressing della sua richiesta, l’altro diffida e si chiude ancora di più. Allora lei ne trae la prova che tra loro c’è grande distanza e impossibilità di comunicare. Entra in uno stato di profonda sofferenza, che dura alcuni giorni, e ne attribuisce la causa al compagno.
 
Per uscire dalla sofferenza, la donna ha bisogno di aiuto. Ha bisogno di comprendere che la sua reazione è simmetrica a quella del partner, che appartiene allo stesso tipo di danza. Lui non ha visto e riconosciuto i reali bisogni e sentimenti di lei, e senza comprendere ha etichettato e giudicato. Lei ha reagito nell’identico modo. Entrambi convinti di aver ragione, sono rimasti attaccati alle loro posizioni, e alla sofferenza che ne deriva. Due parti narcisistiche si sono scontrate e ferite perché mosse dallo stesso bisogno infantile: avere ragione. Nessuno dei due è disponibile a porsi davvero dal punto di vista dell’altro, perché troppo forte è il loro riferimento interno, la loro chiusura emotiva. Ammettere i propri errori significherebbe riaprire la vecchia ferita, rientrare nell’antico dolore di essere esposti all’umiliazione, al disconoscimento dei propri sentimenti e della propria identità.
 
Per il narcisista psicopatico l'altro non esiste, è solo un oggetto da sfruttare, usare e gettare. Non esiste mai vera relazione, confronto, dialogo, anche una discussione costruttiva. Alla base c'è che lui alla sofferenza emotiva ha detto: mai più. Da allora ha chiuso il cuore, ha cercato il potere e ha combattuto per farsi valere e ottenere ragione. Aprirsi alle ragioni dell’altro e alle ragioni del cuore, per il narcisista non significa un atto di intelligenza, ma un atto di resa di fronte alla prepotenza e all’ingiustizia. Anche la vittima ha una ferita narcisistica non elaborata, ma rispetto a questa ha reagito in modo diverso. La vittima ha detto non merito amore, per avere una relazione devo essere disponibile e fare tutto ciò che mi chiedono. Ed ecco una relazione malsana come incontro di due ferite narcisistiche.

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