“Non puoi avere paura di
cambiare, devi avere il terrore di rimanere sempre uguale”. Forse però cambiare è un termine troppo scontato e inflazionato. Bisogna avere il coraggio di togliere o aggiungere rispetto a prima, di sostituire, di lasciare andare, di cercare alternative altrove per non stare male o per cercare di stare meglio.
Nelle relazioni è importante comprendere quando è il caso di insistere e quando invece è il caso di lasciar perdere. Trasformare un desiderio di essere ricambiati in un bisogno è il modo migliore per non realizzarlo. Anche perché è difficile cambiare se stessi, ma di sicuro è impossibile cambiare l'altro se non è lui a volerlo fermamente.
Stare in coppia richiede tanto amore, impegno, buon senso, comprensione, ma mai deve essere sinonimo di sofferenza e sottomissione. Non è solo l'amore a far perdere il controllo, ma è anche il controllo ossessivo a far perdere la possibilità di amare veramente.
Più cresciamo interiormente ed emotivamente e più diminuisce il numero di persone con cui possiamo realmente entrare in relazione, per cui il senso di solitudine può aumentare all'aumentare della serenità ed autenticità interiore.
Bisogna sempre chiedersi il perché si possa sentire la mancanza di una persona che sia stata perlopiù fonte di grande sofferenza in insicurezza. Bisogna arrivare al fondo e sentire appieno il proprio dolore in una relazione tossica per poter incominciare a risalire ed uscirne definitivamente. Si pensa che sia difficile trovare la persona giusta, ma spesso è più arduo dimenticare quella sbagliata.
Se ci si appoggia troppo all'altro e ci si dimentica del proprio valore, nel momento in cui si sposta o se ne va, si cade spaventosamente e il rischio è molto alto. Per cui meglio prendere preventivamente le distanze da chi fa stare male. Chi ama migliora il partner ed è contento se lui è contento.
Nel tentare di separarsi da una persona sbagliata non bisogna lottare contro quest'ultima, ma contro la parte di se stessi che vuole a tutti i costi rimanere legata alla relazione malsana. Paradossalmente la capacità di stare soli è la prima condizione per poter amare davvero qualcuno. Se l'altro è l'alternativa al vuoto e alla solitudine le premesse sono di sicuro non buone.
Nelle relazioni è importante comprendere quando è il caso di insistere e quando invece è il caso di lasciar perdere. Trasformare un desiderio di essere ricambiati in un bisogno è il modo migliore per non realizzarlo. Anche perché è difficile cambiare se stessi, ma di sicuro è impossibile cambiare l'altro se non è lui a volerlo fermamente.
Stare in coppia richiede tanto amore, impegno, buon senso, comprensione, ma mai deve essere sinonimo di sofferenza e sottomissione. Non è solo l'amore a far perdere il controllo, ma è anche il controllo ossessivo a far perdere la possibilità di amare veramente.
Più cresciamo interiormente ed emotivamente e più diminuisce il numero di persone con cui possiamo realmente entrare in relazione, per cui il senso di solitudine può aumentare all'aumentare della serenità ed autenticità interiore.
Bisogna sempre chiedersi il perché si possa sentire la mancanza di una persona che sia stata perlopiù fonte di grande sofferenza in insicurezza. Bisogna arrivare al fondo e sentire appieno il proprio dolore in una relazione tossica per poter incominciare a risalire ed uscirne definitivamente. Si pensa che sia difficile trovare la persona giusta, ma spesso è più arduo dimenticare quella sbagliata.
Se ci si appoggia troppo all'altro e ci si dimentica del proprio valore, nel momento in cui si sposta o se ne va, si cade spaventosamente e il rischio è molto alto. Per cui meglio prendere preventivamente le distanze da chi fa stare male. Chi ama migliora il partner ed è contento se lui è contento.
Nel tentare di separarsi da una persona sbagliata non bisogna lottare contro quest'ultima, ma contro la parte di se stessi che vuole a tutti i costi rimanere legata alla relazione malsana. Paradossalmente la capacità di stare soli è la prima condizione per poter amare davvero qualcuno. Se l'altro è l'alternativa al vuoto e alla solitudine le premesse sono di sicuro non buone.
Detto questo, è arrivato il momento di porre fine a questa
esperienza, fine che poi coincide sempre con un nuovo inizio. Un anno è passato. Un anno in
cui ho scritto quasi tutti i giorni rielaborando ricordi, idee, sentimenti ed
emozioni. Un anno può essere la durata della fase di love bombing. Un anno è il
tempo necessario per recuperare da un intervento importante e da un'anestesia. Un anno
è il periodo minimo necessario per tornare alla normalità dopo essere sopravvissuti allo tsunami di
una relazione tossica.
Credo di aver scritto tanto sul
tema dei rapporti con narcisisti, bordeline e psicopatici. Chiunque entri nel
blog può trovare informazioni che gli possono essere di aiuto, in primo luogo attraverso
l’aumento della conoscenza e della consapevolezza rispetto ad un aspetto estremamente complesso e intimo della vita. Poi ognuno ha il suo
percorso, perché ogni individuo è unico e particolare, ma la consapevolezza fa
tutta la differenza del mondo, perché non è che se non parli di un problema e fai
finta di non vederlo, questo non esiste davvero.
Per quanto mi riguarda è giunta
l’ora di scollegarmi, di andare oltre, di dedicarmi ad altro, per poi magari un
giorno scriverne. Nella vita è di fondamentale importanza sapere che esistono
persone malvagie, relazioni tossiche e abuso emotivo da cui difendersi, ma è
altrettanto importante sapere che c’è tanto di bello, positivo, vivo a cui
dedicare tempo ed energie. C’è un momento in cui è giusto rivolgere
maggiormente lo sguardo verso la parte più positiva dell'esistenza
che è piena di splendide opportunità. Non si può vedere ingenuamente solo
il bene, non si può nichilisticamente temere solo il male, è in questa terra di
mezzo che si dovrebbe vivere la maggior parte del tempo.
Non si guarisce mai definitivamente
dal male e dal dolore perché non si guarisce mai dalla vita. Ma se si rimane
troppo tempo nell’oscurità, può succedere che si finisca per distruggersi, sia
fisicamente che emotivamente. Già conoscete la frase “se guardi negli occhi il
male, alla fine è il male che ti guarderà negli occhi”, ed è assolutamente
vero. Così come se pensi di cambiare un narcisista psicopatico, alla fine sarà
lui a cambiare te. Ma esiste sempre almeno una terza via. Le persone libere e
consapevoli hanno sempre anche una terza via che supera il ricatto di vincente o sconfitto, dentro o fuori, amico o nemico, on/off. Nei
rapporti tossici “vince di molla”, chi smette di lottare e ricomincia
dall’amare prima di tutto se stesso con un livello di maturità e apertura del
cuore immensamente superiore.
È normale che le persone che sono
passate per le stesse situazioni descritte nel blog attraversino la stessa
atroce sofferenza e le stesse ossessioni. Alcune ancora non sanno bene il perché, né come
tutto ciò sia potuto accadere, ma una volta capito, non hanno altro da fare che
passare al contatto zero e andarsene, se non possono farlo fisicamente, comunque
devono prendere un’enorme distanza emotiva. Purtroppo, tante rimangono incatenate al loro
aguzzino e soffrono per tutta la
vita. Altre dopo lo svelamento e lo scarto subiscono conseguenze
insanabili dal punto di vista fisico e psichico. Altre ancora attraverso questa
esperienza devastante, riescono a fare un grosso lavoro su se stesse che le
porta a stare molto meglio rispetto a prima. Le più fortunate, raggiungono
livelli di pace e serenità interiore impensabili senza passare per un simile inferno.
C'è poi chi, come
conseguenza di questo orrore, ha trasformato la sua esperienza in una
ossessione, in un’arte, in una professione, o in un proposito esistenziale,
sublimando il dolore in questo modo. Io credo che
questo tema, per quanto indispensabile, misterioso ed interessante, è un tema
che va conosciuto, ma va anche lasciato andare, come ad un certo punto va
lasciato andare il soggetto tossico. O meglio, va trattato come un veleno che
può salvare la vita se preso a dosi molto basse, altrimenti può essere letale.
Il segreto è dedicarsi a ciò che si è scelto, ciò che da gusto, per poi magari smettere
e ricominciare.
Ciao, buona vita.
P.S. Lascio la mail (solounuomosolo@gmail.com) in caso
qualcuno volesse scrivermi, con l’avvertenza che non ho nessuna soluzione
specifica per i singoli casi, e che non è detto faccia seguito obbligatoriamente
una risposta.
Nessun commento:
Posta un commento