L’amore da solo non salva
nessuno, questa è la prima cosa. Amare è fondamentale nella vita, ma prima di tutto
occorre amare se stessi per poter amare qualcun altro, tutti lo dicono ma è vero. Chi non ama se stesso, e
mette al primo posto sempre e solo gli altri, non può davvero amare nessuno.
Solo chi è un vaso pieno di sano amore rispetto a sé, sa stare anche solo, ha una vita gratificante, può
pensare di amare davvero. Altrimenti ciò che si definisce amore
può essere perlopiù una: copertura alla paura della solitudine, proiezioni di
proprie parti, convenienza, rispetto di regole sociali, dipendenza affettiva, opportunismo economico …
Seconda cosa, le persone a cui
dedicare tempo, energie e sentimenti vanno scelte con cura, prevedendo sempre e
comunque una dose minima di reciprocità. I narcisisti sono personaggi senza
anima che passeranno alla storia perché non sentono nulla, e perché sanno solo
ripetere eternamente gli stessi cicli e gli stessi comportamenti distruttivi.
Si aspettano ammirazione, si mostrano altezzosi, algidi, ambigui. Quando non
indossano la maschera del disprezzo portano quella della noia, frutto
dell’assenza di senso. Le emozioni forti sono l’unica fonte di sollievo. Ma
ripeto, il marchio di fabbrica sono il disprezzo, la rabbia, la mancanza di empatia e l’aggressività.
Funzionano così, si sentono
speciali, in diritto di ricevere trattamenti di favore, si aspettano di
camminare sopra le acque pronti ad indispettirsi se qualcuno o qualcosa li
contraddice. La rabbia trova ogni via per diventare disprezzo in modo gelido o
aggressivo. L’essenza è che il vuoto o il lato vulnerabile fatto di dolore, non
devono essere mostrati. L’immagine sociale e la vita professionale sono una perfetta copertura al disastro
infernale dal punto di vista affettivo. Ma in realtà solo
pochi hanno veramente successo e qualità speciali, la maggior parte vedono i sogni grandiosi della giovinezza diventare ricorsi amari e speranze
deluse.
Poi ci sono i narcisisti silenziosi,
ancor più pericoloso. Tiranni invidiosi delle qualità altrui, nascosti
nell’ombra, incapaci di vivere, che controllano chi gli sta vicino. Nonostante
il bisogno segreto di essere grandiosi, sono incapaci di avere vere relazioni,
pervasi dalla vergogna, dall’invidia, e dal rancore. Tengono l’altro a
distanza, lo allontanano, lo maltrattano, ma ne hanno bisogno. Nel concetto di
bisogno di ammirazione, la parola chiave è “bisogno”, la necessità
dell’attenzione entusiasta dell’altro. Si chiudono spesso nel guscio, in una
torre d’avorio, che in realtà è una casa buia. Non sono mai all’altezza delle
loro aspettative e sono ipersensibili alle critiche e alle frustrazioni.
Incapaci di vera gioia di vivere, una volta che finisce la spinta propulsiva
dell’ammirazione si spengono, e alla fine subentra la disperazione.
Ma anche quando gli aspetti patologici
sono del tutto evidenti è superfluo attribuire etichette diagnostiche. Per valutare la relazione, basterebbe banalmente concentrarsi su
ciò che fa male e su ciò che fa bene, aldilà delle patologie. Non è importante
capire chi ha tirato la freccia, l’importante è togliersela velocemente per non
morire. Comunque, si ha a che fare con soggetti
altamente problematici sul piano erotico, affettivo, emotivo, relazionale. Dopo
la fase di idealizzazione diventano veri e propri tiranni amorosi che succhiano
le energie del partner, lo utilizzano come un oggetto in modo opportunistico,
lo manipolano e se ne servono per propri obiettivi, per sfogare le loro
frustrazioni, per un insaziabile bisogno di potere e controllo.
Nessun commento:
Posta un commento