lunedì 13 novembre 2017

Il rapporto tossico tra crisi e passaggio esistenziale



La vita di ciascuno di noi è costellata da crisi personali più o meno importanti e distruttive. Molte di queste sono lievi e transitorie e si tende a ricordarle o a dimenticarle con il sorriso in bocca. Ma altre diventano cicatrici indelebili, solchi profondi tatuati nella nostra memoria, perché troppo dolorose, sconvolgenti, a volte così buie e atroci da dare l’impressione di essere scaraventati nel bel mezzo di uno tsunami che con ogni probabilità porterà alla morte. A questa seconda categoria di crisi appartiene l’esperienza traumatica di un rapporto tossico con un narcisista psicopatico. In questi casi, persino la paura di morire o di impazzire non hanno molto rilievo, perché nel disastro della distruzione interiore in parte ci si sente già folli e più vicini alla morte psicologica.
 
Eppure la maggior parte dei sopravvissuti, riesce a rimanere sufficientemente lucida per restare a galla e attraversare il buco nero, scorgendo una luce in fondo al tunnel. Dopo nulla sarà più uguale a prima, ed è del tutto evidente come la crisi sia stata anche uno straordinario momento di passaggio esistenziale. Naturalmente all’inizio il cambiamento prevede solo lacrime e sangue anche se tutti attorno dicono il contrario. La sensazione è che tutto ciò che si era prima venga frantumato e gettato a mare. E da una crisi del genere ovviamente non si esce assolutamente indenni, senza ferite gravi, dolorosissime, difficili da rimarginare.
 
Ogni crisi è una perdita che nasconde al suo interno una possibile occasione meravigliosa. Rimanere in un rapporto tossico è più tragico della sua rottura, perché rimanere prigionieri di soggetto incapace di vero amore conduce inevitabilmente all’ansia, all’angoscia e alla depressione. Staccarsi e andarsene applicando il contatto zero è invece un poema epico, un romanzo a lieto fine, che apre una ventata di nuove interessantissime opportunità ed è accompagnato dal sentimento di rinascita che rende col tempo contenti e pieni di energia vitale. Infatti, la crisi esistenziale è anche un immenso potenziale di creatività che si può sprigionare dalle profondità del nostro io, come un vulcano in eruzione. Ma è necessario prima, osservare lucidamente la verità delle cose, ampliare la propria consapevolezza, acquisire una nuova libertà di pensiero sul mondo come pieno di risorse e alternative. Così, quel vuoto e quel dolore generano libertà, forza e pace interiore.

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