La vita di ciascuno di noi è
costellata da crisi personali più o meno importanti e distruttive. Molte di
queste sono lievi e transitorie e si tende a ricordarle o a dimenticarle con il
sorriso in bocca. Ma altre diventano cicatrici indelebili, solchi profondi tatuati nella
nostra memoria, perché troppo dolorose, sconvolgenti, a volte così buie e
atroci da dare l’impressione di essere scaraventati nel bel mezzo di uno
tsunami che con ogni probabilità porterà alla morte. A questa seconda categoria
di crisi appartiene l’esperienza traumatica di un rapporto tossico con un
narcisista psicopatico. In questi casi, persino la paura di morire o di
impazzire non hanno molto rilievo, perché nel disastro della distruzione
interiore in parte ci si sente già folli e più vicini alla morte psicologica.
Eppure la maggior parte dei
sopravvissuti, riesce a rimanere sufficientemente lucida per restare a galla e
attraversare il buco nero, scorgendo una luce in fondo al tunnel. Dopo nulla
sarà più uguale a prima, ed è del tutto evidente come la crisi sia stata anche
uno straordinario momento di passaggio esistenziale. Naturalmente all’inizio il
cambiamento prevede solo lacrime e sangue anche se tutti attorno dicono il
contrario. La sensazione è che tutto ciò che si era prima venga frantumato e gettato a mare. E
da una crisi del genere ovviamente non si esce assolutamente indenni, senza
ferite gravi, dolorosissime, difficili da rimarginare.
Ogni crisi è una perdita che
nasconde al suo interno una possibile occasione meravigliosa. Rimanere in un
rapporto tossico è più tragico della sua rottura, perché rimanere prigionieri
di soggetto incapace di vero amore conduce inevitabilmente all’ansia, all’angoscia
e alla depressione. Staccarsi e andarsene applicando il contatto zero è invece
un poema epico, un romanzo a lieto fine, che apre una ventata di nuove
interessantissime opportunità ed è accompagnato dal sentimento di rinascita che
rende col tempo contenti e pieni di energia vitale. Infatti, la crisi
esistenziale è anche un immenso potenziale di creatività che si può sprigionare
dalle profondità del nostro io, come un vulcano in eruzione. Ma è necessario prima,
osservare lucidamente la verità delle cose, ampliare la propria consapevolezza,
acquisire una nuova libertà di pensiero sul mondo come pieno di risorse e alternative. Così, quel vuoto e
quel dolore generano libertà, forza e pace interiore.
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