sabato 4 novembre 2017

Serve PIÙ TEMPO per uscire dal rapporto col narcisista psicopatico


 
Questo è un tema difficile da comprendere per chi non è passato per un’esperienza così traumatica come il rapporto con un narcisista psicopatico. Chi non ha vissuto in prima persona una relazione così traumatica si chiede: “com’è possibile? Perché non si riprende e soffre così tanto? Perché non inizia una nuova relazione, non si butta in nuove esperienze, non si gode la vita?...”
Superare la relazione con un narcisista psicopatico richiede molto più tempo rispetto alle normali separazioni, e un enorme lavoro su se stessi. Il lutto da elaborare è grandissimo e la sofferenza a cui si è sottoposti è enorme. I sopravvissuti ne escono distrutti, a pezzi, irriconoscibili rispetto a prima. Non riescono a ripartire come magari hanno fatto in passato o come vedono fare ad altri. Perdipiù parallelamente al dolore e alla sofferenza devono sopportare amici, parenti e alcuni terapeuti poco preparati sul tema, che non capiscono, e li spingono ad andare oltre troppo rapidamente. Sia che si parli di lunghi matrimoni che di brevi relazioni, il processo di recupero è un percorso in salita, pieno di ostacoli, ma soprattutto più lungo. Almeno devono essere messi in conto un anno o due anni per tornare a mettere insieme i pezzi, sistemare le emozioni, riprendersi dal dolore subito, e uscire definitivamente dal condizionamento scaturito dagli abusi e dalla manipolazione. Ecco alcuni spunti sul perché serve tanto tempo ed è così difficile.
 
1) CI SI INNAMORA E SI CREDE AD UN PROGETTO DI VITA. Per il narcisista psicopatico è solo un gioco, un modo per ottenere i propri obiettivi e garantirsi una adeguata fonte di risorse, ma per la vittima è stato diverso, sì è innamorata, ci ha creduto davvero. Un amore fabbricato a tavolino, imitando, manipolando e abusando, ma sempre di amore si tratta per la vittima, che spesso si innamora in un modo smisurato. Non è una rottura normale perché ci si è innamorati dell’altra metà di se stessi creata ad arte. La fase di idealizzazione e l’addestramento hanno effetti devastanti sul sistema emotivo. È come cadere in una rete, che conduce ad una delle esperienze più dolorose della vita. La dissociazione emotiva a cui la vittima è sottoposta la fa sentire come pazza, non capisce più nulla. Quando arriva la fase di scarto e eventuale abbandono il dolore raggiunge vertice difficili da provare anche perché incomprensibile. Più semplice ma altrettanto doloroso comprendere lo smarrimento delle vittime che si sono impegnate in progetti di vita insieme come: convivenza, matrimonio, figli, lavoro e amicizie in comune.
 
2) LA REAZIONE CHIMICA. I narcisisti psicopatici creano un fortissimo vincolo emozionale e sessuale. Questo si deve ad un magnetismo formidabile, ad una grande capacità manipolatoria. Entrano nel cervello della vittima con un virus che si espande giorno dopo giorno. All’inizio si mostrano adorabili, guadagnano la fiducia, inducono ad abbassare le difese, dopo poco hanno il totale potere e controllo della relazione. La felicità della vittima dipende dal bombardamento amoroso e questa felicità è una reazione che induce il cervello a produrre reazioni come sotto l'effetto di una droga da cui si inizia a dipendere, e si ha bisogno di dosi sempre maggiori.
 
3) LA INFEDELTÀ E LA MANIPOLAZIONE. Qualsiasi infedeltà in una relazione con una persona normale lascia importanti conseguenze a livello emotivo. Abbassa l’autostima e rende fortemente insicuri. Nel rapporto col narcisista psicopatico tutto questo è enormemente amplificato. Si subiscono infedeltà multiple. Triangolazioni continue, sbandierate ai quattro venti. Umiliazioni ripetute. E alla fine si capisce che si è stati considerati e trattati solo come oggetti da usare e buttare. Il dolore per la “cosificazione” è disumano. A ciò si aggiunge il fatto che fanno di tutto per essere scoperti, mentono spudoratamente, godono a far soffrire.
 
4) SI GUARDA IL MALE PURO IN FACCIA. Sono esseri diversi, non umani, privi di sentimenti. A loro non si applica nulla di quello che si applica nei rapporti con le persone normali. Non sentono nulla, non provano amore, non hanno nessun senso di colpa e pentimento. L’empatia con questi soggetti è inutile e controproducente. Si comportano come predatori della specie umana. Non hanno l’anima, sono oscuri e malvagi. Gli altri non capiscono, anche perché mantengono una perfetta immagine sociale e si spacciano come vittime delle loro vittime.
 
5) LA VITA FERITA NEL PROFONDO. La maggior parte dei sopravvissuti dicono che durante la fase dell’abbandono sentono un senso svuotamento che va molto oltre una normale depressione. Si sentono come se avessero perso una parte di sé, si sentono come dei mutilati. Avvertono una sorta di insensibilità generale, una incapacità nel continuare a vivere, per cui nulla è più interessante e rende allegri. Questa è la parte più difficile del recupero, però è anche il momento della rinascita nel quale si inizia a pensare a se stessi. Da questo dolore inspiegabile, la vittima può sfondare il velo della seconda vita, che passa per una maggiore dignità e identità personale. Se si sopravvive, si uscirà da questa esperienza molto più forti e connessi con la propria vera natura. Consapevolezza e pace interiore saliranno progressivamente, così come il desiderio di circondarsi di persone sane, oneste, buone, empatiche.

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