lunedì 20 novembre 2017

La vittima deve imparare ad amarsi con devozione e ingegnosità


 
Spesso nella mente della vittima di una relazioni tossiche è in corso un monologo che suona più o meno così: “Ho bisogno di un sì o di un no chiaro, di una tenera rivelazione o di una radicale rivoluzione, di una dichiarazione d’amore o di una maratona di sesso purificante piena di affetto, ma non so esattamente cosa comportarmi, e non so neppure cosa sia giusto fare, chiedere e pensare. Devo tuffarmi più in basso fino a toccare il fondo o saltare in alto in un volo spensierato verso spazi aperti? Sarei più felice riprovandoci ancora nonostante tutto o è meglio affrontare la frontiera selvaggia dell'ignoto? Dipende da me o da lui/lei? Sono fatto/a male io e o lui/lei? Scappo o resto? Non riesco a decidere! Non so più di quale parte della mia mente devo fidarmi”.
 
Sono questi alcuni dei pensieri che echeggiano nel cervello di una vittima. Sbrogliare la matassa è alquanto difficile, la cosa più salutare che può fare è accogliere l’incertezza e il dubbio, ascoltare il proprio istinto e la propria coscienza, prendere in mano le ferite vecchie e nuove, riguardare le diapositive del passato che continuamente condizionano il presente. Poi decidere, fare una scelta sapendo di dover rinunciare alla perfezione, perché ogni decisione presenta dei pro e dei contri, dei lati in luce e altri in ombra. Ma la cosa fondamentale è assumersi la responsabilità di quella decisione, anche se comunque imperfetta.

Per essere adulti dobbiamo forzatamente compiere delle scelte che, inevitabilmente, ci portano a rinunciare a qualcos’altro. Quando si è giovani o si rimane infantili, si pensa sempre di avere di fronte tutte le possibilità aperte, persino le più improbabili (in questo il narcisista psicopatico è maestro). Crescere significa invece assumersi la responsabilità di scegliere un determinato percorso a discapito di un altro. La costruzione della propria vita passa attraverso una serie di scelte, ma anche di altrettante rinunce che definiscono quello che si è. Si deve concretamente fare di tutto per stare bene, sapendo che comunque ogni percorso ci costringe a lasciare andare qualcosa e qualcuno. Per sopravvivere ad una relazione con un narcisista psicopatico si è obbligati ad imparare più cose di quante se ne sono imparate prima, ma si deve anche fuggire con forza l’idea che la vita sia solo una lotta per la sopravvivenza. Molto più gratificante e proficuo cercare di mettere in atto tutta una serie di comportamenti coerenti con la propria vera natura. La domanda a cui la vittima dovrebbe impegnarsi a dare una risposta ogni mattina è: “Come posso amarmi con devozione e ingegnosità?”.

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