Come eliminare la spazzatura di un
rapporto tossico, come guarire da mesi e anni di abuso e sofferenza? Intanto
vanno assolutamente evitate le lamentele, le pretese e le accuse, contro se
stessi, contro l'altro, contro gli altri, contro il destino. Lamentarsi e rifiutare la realtà è del tutto
inutile e perdipiù dannoso, servono decisioni e fatti coerenti. La pretesa, la lamentela
e l’accusa sono uno dei velini peggiori per il benessere nella vita. Deresponsabilizzano, permettono di ottenere attenzioni, ma attuarli è
una forma di fortissima aggressività indiretta, è un furto di energia
all’altro, nonché una potente forma di manipolazione.
Ci si lamenta perché si pretende che
la situazione sia diversa da com’è, nel fare questo si accusa se stessi e/o gli altri.
Il mare sottostante è pieno di disprezzo e rifiuto della realtà che ci
circonda. Se poi si osserva ancora in maggiore profondità si scoprirà un mare
di rabbia inespressa, pronta ad esplodere. Ciò che si vede in superficie è solo
una lagnosa lamentela, ma sotto c’è ben altro. La rabbia trattenuta sotto la
superficie viene poi proiettata all’esterno, e se il mondo è arrabbiato
significa che tutti ce l’hanno come me, per cui vivo in un perenne stato di ansia. Ma
tutto nasce come sempre da una ferita originaria che ha prodotto dolore non
elaborato.
La lamentela è una forma di
menzogna e di inganno, camuffata da reazione legittima e giustificata. Mentre
di fronte alla violenza, al tradimento, all’offesa, in genere si sa come
reagire e difendersi, di fronte alla lamentela si rimane interdetti e confusi.
Ad un livello inconscio chi ascolta prova rabbia, ma ad un livello sociale si è
abituati, dalle convenzioni condivise, a non riconoscerla per quello che è in
realtà, e ad avere un atteggiamento comprensivo e magnanimo. In questo modo si
blocca la reazione istintiva, finendo intrappolati in un vero ricatto emotivo. Quando
si lamentano le persone credono di lamentarsi per una causa giusta, in realtà
coprono tutt’altro e sono fortemente aggressive nei confronti del loro interlocutore.
“È colpa sua... Se solo non fosse così... La vita non può essere
questo... Dovrei comportarmi diversamente ma non riesco, sono fatto/a male...
Dovrebbe cambiare e a quel punto tutto sarebbe diverso….”. Il narcisista
psicopatico, il rapporto tossico, possono essere una buona occasione per scoprire
tutti i bisogni infantili e la rabbia sottostante, di cui non si è minimamente
consapevoli. Altrimenti si cercherebbe altrove quello che si desidera, infatti è assurdo continuare a lamentarsi chiedendo di essere amati da un vampiro emotivo.
Accettare la realtà non vuol dire
sottomissione. Se il partner è prepotente e aggressivo con amorevole gentilezza
bisogna dirglielo, e se non cambia allontanarsi, e se ancora non cambia
andarsene, o quantomeno prendere una enorme distanza emotiva per non rimanere
invischiati in dinamiche distruttive. Se l’altro è un tiranno, vedo la realtà così
com’è, smetto di lamentarmi e mi comporto di conseguenza. Comprendo, prendo atto, accetto, ma non mi
sottomesso. Chi decide di rimanere vittima è per molti aspetti simile a chi è aggressivo: uno è violento verso l’altro, uno verso
se stesso.
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