“Ama il prossimo tuo come te
stesso” mi sembra il presupposto essenziale per gettare le basi di un rapporto
sano. Costruire un rapporto asimmetrico basato sulla sottomissione è del tutto
sbagliato, perché tutti siamo diversi e nessuno è migliore. Un rapporto o è
paritario o non è un vero rapporto. Se si vuole vivere il vero amore, ci sono
tre cose che si devono avere ben chiare:
1) Si è capaci di vivere bene in
coppia quando si è davvero capaci di vivere bene anche da soli. L’uomo è un
animale sociale e deve stare in relazione, ma non a tutti i costi, e non con
tutti. Servono buone relazioni per diventare migliori, ma serve anche saper
contare sulle proprie energie emotive. Nessun amore permette di guarire le
proprie ferite se per primi non lo facciamo noi. Non deve rappresentare una
fuga o una salvezza, ma un sostegno ed un aiuto rispetto al nostro percorso
personale. Se scelgo di stare con qualcuno è perché mi rende migliore,
altrimenti devo poter stare anche non in coppia.
2) I rapporti sani sono quelli
dove si è più autentici, sono quelli non basiti su potere, controllo,
possessività, ma su una forte condivisione, reciprocità e capacità di capire,
accogliere e accettare l’altro.
3) Amare non deve MAI voler dire
soffrire, malgrado tutte le sciocchezze legate all’idea di vero amore romantico
che hanno preso enormemente piede nella nostra società.
La cultura romantica ha sparso
per il mondo tante bugie con il risultato che spesso non c’è nulla di più
umiliante e fonte di sofferenza come una relazione. Lo schema mitico dominante
e tradizionale del romanticismo segue il concetto che un uomo conosce una donna
e per ragioni misteriose ed esoteriche entrambi si piacciono e formano una
coppia. È il processo d’incontro dell’anima gemella o dell’altra metà della
mela che hanno alla base molti concetti troppo stereotipati come ad esempio: l’incontro
kàrmico, il mito del principe o della principessa, la forza del destino, la
compatibilità astrologica.
Tante persone hanno sofferto e
soffrono a causa di questa idea romantica d’amore che peraltro è stata in gran
parte smentita. Il romanticismo alimenta l’illusione di cui si nutre il vampiro
emotivo. Il narcisista psicopatico è come un bel panino, di quelli moderni, che
si trovano in vetrina adesso nei bar, ma farcito di vuoto. Non nutre, non
riempie, non è in realtà un panino, ma solo una bella struttura che copre il
nulla. Un rapporto del genere ha un effetto devastante per tutte le credenze di
un individuo. Come se la vigilia di natale l’albero fosse pieno di regali,
pacchi, pacchetti e pacchettini, ma ad un certo punto, tutto sparisce, scompare
improvvisamente. Il lato positivo è che questo rapporto è un viaggio che ti
obbliga a cercare di capire chi sei. Alla fine magari non capisci esattamente chi sei, ma
almeno sai cosa non sei, che è già tanto.
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