sabato 9 settembre 2017

Il mito dell’Io” non è altro che universo-società-genetica-copie-10%



Vado immediatamente al punto, il mito di ciò che chiamiamo “Io” in realtà non esiste, o quantomeno va assolutamente ridimensionato. Le belle citazioni del tipo “se vuoi puoi, tutto il resto è una scusa” o “hai in mano il timone della tua vita”, lasciano davvero il tempo che trovano, perché è davvero limitato il potere reale che abbiamo sulle nostre vite. Ciò che definiamo comunemente “Io” non è altro che il risultato abbastanza meccanico di forze universali che ci precedono, sovrastano, fuori dal nostro controllo.

Può risultare umiliante, ma ciò che siamo è principalmente il frutto di tutta una serie di elementi rispetto ai quali possiamo incidere in modo assolutamente limitato, per cui il nostro campo di discrezionalità è alquanto ridotto. Quello che pensiamo sia un “Io” che decide, sceglie, prende in mano la vita, in realtà influisce sulle nostre esistenze per una percentuale, importante, ma estremamente bassa. A mio avviso non superiore al 10%. In questa piccola percentuale è nascosta la magia della vita, la sua imprevedibilità, in questo piccolo spazio possiamo trovare nascosta la pace, si annida la serenità, incontriamo scampoli di felicità.

In primo luogo siamo funzionari della specie, nati per seguire il ciclo della vita che da millenni segue il suo flusso, dai dinosauri ad oggi. Ad esempio il sesso è stato creato in natura per dare piacere, ma soprattutto per dare origine a nuova vita a prescindere da tutto. Vita che fa nascere nuova vita, anche per questo siamo al mondo.

Secondo aspetto determinante è quello sociale e gli archetipi in cui veniamo imbevuti sin da piccoli. Non decidiamo dove nascere, e dove lo facciamo cambia totalmente la nostra esistenza, il nostro modo di vedere le cose, valori, gusti, preferenze, stili di comportamento. Nascere a Roma, Stoccolma, Nairobi, Mumbai, New York fornisce un imprinting chiaro, preciso, inequivocabile dal quale non ci si può sottrarre.

Terzo, non decidiamo chi sono i nostri genitori e il bagaglio genetico che ereditiamo. Ed è lampante quanto cambi l’esistenza il fatto di essere concepiti da Mandela o da Jack lo squartatore. Ovviamente la base genetica può poi essere modificata, ma rappresenta la pietra angolare con cui ognuno di noi deve fare pesantemente i conti.

Quarto, non abbiamo nessun tipo di influenza sulle azioni delle persone che ci accudiscono, siano essi genitori o meno. La madre (o chi per lei) ha il più grande potere del mondo. Più di ogni dittatore o capo di stato. Più del papa o di qualsiasi predicatore. Il neonato dipende per lunghi mesi totalmente dalla madre che su di lui ha un potere enorme. Non può ribellarsi se non piangendo, strillando, o rinunciando alle funzioni vitali di cibo e sonno. Il neonato anche dopo aver reciso il cordone ombelicale rimane per parecchio tempo un corpo solo con la madre, la relazione è obbligata. La salute mentale e fisica dei figli passa inevitabilmente per il rapporto con la madre, o con qualsiasi altra figura di riferimento che può essere anche maschile. Ma è il rapporto, la relazione che non può mancare. Se è assente, inadeguata, malata crea danni enormi nella personalità del bambino.

Forze universali, contesto sociale e archetipi, genetica, rapporto con le figure di riferimento, determinano gran parte di ciò che chiamiamo “Io”, del nostro carattere, della nostra personalità, regolano quasi interamente l’esistenza di ognuno di noi. Mentre ci adattiamo e reagiamo come possiamo al 90% di ciò che non controlliamo, ogni tanto capita che possiamo incidere sul 10% che ci è a volte concesso. Queste sono le proporzioni. Ma giocarci al meglio quel 10% cambia la vita, fa la differenza tra vivere bene o male, tra l’essere automi imprigionati in una gabbia di abitudini e l’essere persone in pace con se stessi, che si sentono parti di un tutto, in sintonia con l’universo. Piccole gocce che però possono fare la loro parte, godersi il loro percorso. Tutto è in quel risicato 10% sul quale si però può davvero influire solo dopo un lunghissimo percorso personale di grande consapevolezza.

Semplificando enormemente: movimenti cosmici, società e archetipi, base genetica, neuroni a specchio, regolano praticamente tutto della nostra vita, anche se non ne siamo consapevoli. Ciò che ci rimane di discrezionale è davvero poco, e molto dipende dal livello di consapevolezza che si è in grado di raggiungere. Il più delle volte si vive come in Matrix. Proprio per questo quel poco vale la pena affrontare la fatica e il dolore che la consapevolezza impone per provare a gestire al meglio quel poco di discrezionalità che ci è concesso. Un’adozione è una goccia nel mare rispetto a tutti i bambini abbandonati, ma per quel bambino e per i nuovi genitori quell’incontro può cambiare la vita totalmente.

Nessun commento:

Posta un commento