Non hanno una vera identità, vivono
solo di ruoli artificiali e mutevoli che mettono in scena all’occorrenza. Non
sono persone, ma personaggi. Il loro comportamento è necessariamente
camaleontico che riflette le personalità delle persone con cui entrano in
contatto. Si adattano mimeticamente alle varie situazioni e possono
interpretare in modo apparentemente ineccepibile il ruolo che serve al momento,
cosa che li rende in un primo momento partner e amici esemplari. In realtà è tutto falso, e il loro comportamento è semplice mimetismo finalizzato ai loro
scopi. Nessuna relazione ha effetti dentro di loro a livello profondo, tutto si
limita alla superficie, alla materia. La relazione vale in base a quanto è
confortevole e dà in termini pratici.
Il dramma per loro è che non
hanno mai una vera soddisfazione per quello che sono o per quello che hanno,
per loro “fermarsi” equivale a morire. Mentre il caleidoscopio di personaggi li
rende vivi e pieni di potere, perché succhiano da più parti. Se si entra in
relazione con questi soggetti tossici nulla ha senso perché né l’amore né
l’odio sono reali e autentici. Solo banalmente la conseguenza dell'entrare in contatto con un personaggio e non una
persona, con gli stessi effetti e consistenza nel tempo di una relazione con un qualsiasi attore nel momento in cui veniamo chiamato a fare una comparsata sulla scena per alcuni minuti. Ciò che resta davvero è solo un ricordo evanescente di un momento effimero.
La ripetitività dei suoi
comportamenti, il costante rivivere identici cicli infernali di idealizzazione–svalutazione–scarto, è la più palese dimostrazione di quanto detto. Infatti
non hanno altra alternativa che isolarsi in preda alla rabbia narcisistica, oppure transitare da una
situazione all’altra semplicemente perché possono trarne un maggior vantaggio.
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